Editoriali 15/05/2015

Olivo e politica: ottimismo e realismo


Sotto le ceneri dell'annus horribilis dell'olivicoltura italiana cova l'ottimismo.

L'olivo si è svegliato, ha germogliato, sta fiorendo. Con esso gli animi dei produttori stremati, confusi e arrabbiati per una campagna olearia che vogliono dimenticare ma non riescono ad archiviare.

Dopo la crisi di panico per l'imprevedibile, improvvisamente materializzatosi, anche le associazioni e la politica si sono mosse. Con una lentezza pachidermica e un'esasperante ritualità. Ma è successo, si sono mosse.

Tutto ora è a metà del guado.

L'olivo sta fiorendo. Pare una buona mignolatura, in tutta Italia, ma molte cose possono andare male nelle prossime settimane. C'è la fioritura e l'allegagione, con il rischio di un clima impazzito. C'è la mosca, attesa come le piaghe d'Egitto e con gli atomizzatori pronti. Ci sono le cascole estive, magari aiutate da un ritorno di siccità. C'è l'inolizione, croce e delizia del settembre olivicolo.

Tante incognite. Fattori controllabili alcuni, altri meno.

C'è il Piano Olivicolo Nazionale, i soldi sono pochi ma si spera in un intervento delle Regioni. Non è però il primo Piano Olivicolo Nazionale che rimane sulla carta, che ingiallisce col tempo. C'è un documento congiunto firmato dall'intera filiera, non accadeva da più dieci anni. Può essere la svolta ma può anche rimanere un caso isolato, buono per qualche topo di biblioteca tra qualche decennio.

Tante incognite. Fattori controllabili alcuni, altri meno.

L'ottimismo mi direbbe di guardare alle prossime settimane e ai prossimi mesi con positività. La stagione sarà finalmente “normale” e l'Italia tornerà alle sue 350 mila tonnellate di produzione. L'extra vergine italiano manterrà un prezzo remunerativo, forse più basso dei 6 euro/kg attuali, ma senza crollare a 3-3,5 euro/kg, grazie a un accordo responsabile tra produttori, industria e confezionatori.

Il realismo mi sussurra altro all'orecchio. L'Italia tornerà sì alle sue abituali 350 mila tonnellate e con esse ai suoi vecchi e irrisolti problemi. Da settembre, od ottobre al massimo, tornerà a innescarsi la spirale speculativa, al ribasso, sull'extra vergine nazionale. Le quotazioni si riporteranno rapidamente ai valori di inizio 2014, innescando polemiche già conosciute, motivetti e ritornelli già sentiti. Tutto come prima, come se l'annus horribilis non ci fosse mai stato.

L'olivicoltura italiana è a un bivio.

Tanto deve andare bene perchè si imbocchi la strada giusta.

Poco deve andare male perchè si torni sulla vecchia via.

di Alberto Grimelli

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Commenti 1

Donato Galeone
Donato Galeone
17 maggio 2015 ore 20:40

Tra l'olivo che "si è svegliato" e le tante incognite tra " ottimismo e realismo" di una coltura italiana che "è a un bivio" dovrebbe obbligarci da subito l'adeguare e rafforzare i contenuti unitari - in previsione del nuovo Piano Olivicolo Nazionale - resi pubblici dalle Organizzazioni Produttori, Trasformatori e Confezionatori delle olive italiane.

Tutto ciò nel contesto non solo delle "filiere olio " entro cui trainare l'offerta delle tipicità dei prodotti locali domandati dai consumatori, certificati tanto nella qualità quanto nella sicurezza alimentare.

Non solo per queste positive iniziative, appare necessario a mio avviso, convenire e aggregare "consensi operativi locali" per tentare l'uscita da quel "bivio" di attendismo, ricostruendo una strada o un percorso transitabile, non facile ma neppure impossibile di realismo
se costantemente e gradualmente si è animati da "ottimismo" - certamente determinante unicamente - dall'attiva partecipazione degli "attori aggregati" nei rispettivi comparti produttivi, relazionati unitariamente, negli interessi specifici di partecipanti attivi di una filiera di prodotto

Perché sappiamo bene che sono e saranno questi i segmenti basilari di promozione e di cooperazione nel sostegno di quel "ruolo" che gradualmente saprà riconquistarsi una struttura - soggetto Organizzato tra Produttore, Trasformatore e Confezionatore dei prodotti agroalimentari territoriali - per origine e qualità - caratteristiche essenziali nella comunicazione e formazione del prezzo equo di acquisto dal campo alla tavola come è domandato dal consumatore

Ecco che da queste "aggregazioni cooperanti" crescenti è apparsa possibile in attuazione del nuovo PSR 2014-2020 - promotrice la Organizzazione di Produttori "Le Badie" Lazio, integrata dalla trasformazione, stoccaggio e confezionamento del prodotto - la estensione dal Basso Lazio da Gaeta-Fondi-Lenola-Vallecorsa-Boville Ernica e fino a Sud di Roma, la proposta progettuale integrata modulare territoriale tra strutture produttive esistenti - ristrutturabili - verso adeguate innovazioni di processi produttivi quanti-qualitativi (già 133.000 litri di stoccaggio olio possibile a Vallecorsa e linea di confezionamento sotto azoto di circa 1.600 bottiglie/ora).

Ma nel circuito della " progettazione modulare integrata territoriale" che propone la OP Le Badie nel contesto di completamento "filiera olio" è apparsa anche possibile attivare la "Produzione di Energia da fonti rinnovabili" (Misura 6-Tipogia" PSR Lazio) con l'utilizzo dei sottoprodotti dei cicli continui dei frantoi, della trasformazione agroalimentare, dei residui vegetali e del verde urbano accertata la disponibilità della Società Agricola Energia Serena - giovane imprenditrice - socio della OP Le Badie e operativa in Boville Ernica di Ciociaria.

Essenziale l'aggregare piccole e medie attività imprenditoriali, preferibilmente associate per produrre in quantità e qualità con metodologie agroambientali - integrate o biologiche disciplinate volontariamente - che, però, non è apparso sufficiente agli attori delle filiere di prodotto, ritenendo necessario progettare anche un "modello organizzativo articolato di vendita diretta" .degli oli mono varietali e delle olive da mensa lavorate con il sostegno della Misura 6 - Sottomisura 16.4 PSR Lazio 2014-2020.

Si tratterebbe -.capofila designata sempre a O.P. Le Badie, che almeno tre imprese cooperanti si autopropongono di approvvigionare prodotti mediante lo sviluppo di filiere corte e di mercati e per le attività di promozione nel contesto di sviluppo della commercializzazione.

E' chiaramente evidente, allora, che su queste iniziative modulate territoriali similari e differenziate necessitano sostegni - innanzitutto divulgativi e promozionali - in tutte le fasi delle filiere di produzione, trasformazione e vendita dei prodotti agroalimentari italiani.

Si dovrebbe, quindi, guardare oltre l'occasionale semestre EXPO 2015 di Milano, se si vuole dare corpo vero all'ottimismo e realismo funzionale, partendo "dall'olivo e la politica" anche col PIANO
OLI VICOLO NAZIONALE.
Donato Galeone