Editoriali

Tornare alla mutualità contro le calamità naturali

12 settembre 2014 | Francesco Presti

Siamo verso la fine di una delle estati più piovose degli ultimi anni, mai come in questi mesi l’andamento del clima è sulla bocca di tutti. L’eccezionalità delle precipitazioni e la loro intensità ha creato veramente danni in molte zone e l’agricoltura, primo presidio riguardo il governo del territorio, come sempre risente molto di questi andamenti anomali. E le lamentele dal mondo agricolo non mancano.

C’è da dire che la meteorologia negli ultimi anni è progredita enormemente attraverso l’uso di nuove tecnologie e i modelli previsionali si sono affinati arrivando a prevedere spesso l’orario di inizio di una perturbazione con 24/48 ore di anticipo. Tuttavia c’è sempre un margine di incertezza poiché il clima è il risultato di una miriade di variabili, sia a livello globale che a livello locale, e talvolta le statistiche non coincidono con la realtà. Questo fatto, il non poter controllare il clima, stride in una società dominata da una mentalità dove la volontà di controllare tutto e tutti è estremamente diffusa.

Frequentando la campagna, i contadini, gli allevatori e i moderni albergatori delle campagne, queste lamentele riguardo al clima sono fisiologiche, sembrano far parte dell’ambiente rurale da sempre e sono spesso giustificazione di insuccessi relativi alle varie colture agrarie che soffrono o la siccità o la troppa acqua, o il caldo o il freddo. Insomma, diciamo che il clima non è mai come lo vorremmo e spesso è preso di mira dal mondo rurale come capro espiatorio proprio perché imprevedibile non controllabile dalle tecnologie.

Molto spesso gli eventi climatici sono additati come causa di frane, inondazioni, smottamenti, dissesti e tragedie che interessano spesso territori molto vasti, in questo caso però è l’uomo a non rispettare i limiti imposti dall’ambiente e dai territori costruendo case e strade in punti non adeguati, cementificando o semplicemente abbandonando un territorio dal punto di vista agricolo e forestale generando dissesti idrogeologici. Uno dei tanti esempi è l’alluvione dell’ottobre 2011 che ha interessato la Liguria e le 5 Terre.

Questa mentalità è però figlia della nostra epoca, nel passato, anche in quello più prossimo, l’accettazione degli eventi meteo era in qualche modo più semplice, più digeribile. Forse gli uomini delle campagne, sprovvisti degli strumenti tecnologici moderni, erano meno sofisticati e si ponevano con più rassegnazione di fronte agli avversi accadimenti climatici che, è giusto ricordarlo, si sono acuiti e intensificati negli ultimi 10-15 anni. È ovvio che la struttura della società era diversa, le risorse differenti, le previsioni del tempo non esistevano, l’organizzazione e gli equilibri fra proprietari terrieri e braccianti uno sbiadito ricordo rispetto alla situazione attuale. Un mancato raccolto, una cattiva annata, equivaleva ad un anno di sacrifici, di rinunce e probabilmente di miseria, e non c’era nessun ente a cui rivolgersi per chiedere un’indennità. Solo nel 1.800, in vari luoghi d’Europa, gruppi di produttori concepirono e svilupparono l’istituzione di una specie di mutua, per soccorrere economicamente gli agricoltori i cui raccolti erano stati piuÌ€ fortemente colpiti dalla grandine.

Forse oggi, come nei tempi passati, dovremmo nuovamente imparare l’accettazione anche di ciò che non possiamo controllare e prevedere totalmente. Semplicemente il clima conserva una parte di imprevedibilità e le sue manifestazioni, che riescono ad essere tanto affascinanti quanto terrificanti, saranno sempre oggetto di discussioni e lamentele.

“Senza un temporale di tanto in tanto, come faremmo ad apprezzare i giorni di sole?”
Kevin Alan Milne

Potrebbero interessarti

Editoriali

Caro Presidente Trump, sull’olio di oliva la vogliono fregare!

L’altro volto dello scandalo Bioliva/Borges è il serio rischio di un aumento delle truffe sull’origine sull’asse Tunisia-Spagna, aprendo il vaso di Pandora con gli Stati Uniti d’America. Le colpe di pochi non le possono pagare gli olivicoltori e i frantoiani tunisini, spagnoli e italiani

09 ottobre 2025 | 08:30 | Alberto Grimelli

Editoriali

Olio extravergine di oliva italiano a 5,99 euro al litro: il ravvedimento operoso di Esselunga

Il ritorno dell’offerta dell’olio italiano Cirio a 5,99 euro/litro, stavolta dichiarato come sottocosto. Fa piacere l’atto di trasparenza di Esselunga ma amareggia il fallimento del sistema legislativo

07 ottobre 2025 | 11:00 | Alberto Grimelli

Editoriali

Bioliva-Borges: il connubio che distrugge il valore dell’olio di oliva

Un crack da 180 milioni di euro, la fuga di Adel Ben Romdhane in Spagna, il crollo del mercato oleario in Tunisia e Spagna, fame e disperazione. Uno scenario destinato a ripetersi quest’anno, coinvolgendo anche l’Italia. Non ci sto!

02 ottobre 2025 | 10:00 | Alberto Grimelli

Editoriali

Un'azione multidisciplinare per salvare l'olio di oliva italiano

Non basta piantumare nuovi oliveti o aumentare la produzione di olio di oliva italiano. Serve mettere in campo una serie di azioni a largo spettro, dalla tutela del territorio con la mappatura della storia olivicola, fino al coinvolgimento del consumatore

24 settembre 2025 | 15:00 | Pasquale Di Lena

Editoriali

Imbottigliatori dell'olio di oliva: poche idee, discorsi confusi, nessuna proposta salvo l’alta qualità

La ricerca sul consumatore d'olio di oliva? Poteva essere una buona occasione per i committenti della ricerca per farsi un esame di coscienza! Per ottenere la qualità di un extravergine conta soprattutto la competenza, l’esperienza professionale e la creatività dell’artigiano

22 settembre 2025 | 15:00 | Giampaolo Sodano

Editoriali

Olio extravergine di oliva di alta qualità: strumento di marketing per gli imbottigliatori per vendere gli oli amari e piccanti

Il consumatore fatica ad accettare l’olio extravergine di oliva amaro e piccante, considerate caratteristiche negative. Appoggiarsi al concetto di alta qualità per identificare l’olio amaro e piccante per vendere gli oli di qualità

18 settembre 2025 | 12:05 | Alberto Grimelli

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati

Accedi o Registrati

Luigi carella

13 settembre 2014 ore 08:05

ritornare alla mutualita'....cosa buona e giusta.