Editoriali
E' davvero così green la green economy?
02 febbraio 2013 | Alberto Grimelli
L'opera di demolizione della Green Economy è in atto, sempre che qualcuno abbia voluto davvero provare a costruirla, andando oltre l'enunciato teorico del 2006 con il rapporto Stern.
Pericoloso, molto pericoloso il concetto introdotto, quello di sussidiarietà ambientale, da calcolare in senso economico, monetizzandolo e decurtandolo dal prodotto interno lordo.
Se davvero si dovesse attribuire un valore all'impatto ambientale delle attività economiche, ne verrebbe fuori che tutte le economie avanzate, ma anche molte in via di sviluppo, vivono una recessione profonda, un profondo rosso. Se poi, come vorrebbe la teoria economica della Green Economy, le aziende dovessero pagare le tasse anche in ragione della loro sostenibilità ecologica, molte multinazionali si troverebbero sull'orlo della bancarotta.
E' noto che il modello di sviluppo creato fin dall'inizio del 1900 è energivoro e depauperante di risorse non rinnovabili. Cambiare modello significherebbe però cambiare gli equilibri economico-sociali ed anche finanziari su cui è stato costruito l'attuale assetto geopolitico mondiale.
Un rischio inaccettabile.
Ecco allora che la Green Economy, da modello di sviluppo, viene derubricata a progetto, viene confinata in comparti molto delimitati, dove i potenziali danni sono più contenibili e gli effetti sostenibili.
Così la Green Economy viene banalizzata e ridotta a essere il sinonimo di energie rinnovabili ed agricoltura ecosostenibile.
Nel frattempo si è scoperto, però, che le energie rinnovabili possono essere un bel business e così ecco un fiorire di parchi fotovoltaici ed eolici, espressioni che sono di per sè già un ossimoro. Se ne costruiscono dappertutto, come celebrazione della Green Economy anche se basta osservarli per comprendere che ne sono invece la negazione più evidente. Non ne viene mai valutato l'impatto sulla fertilità dei suoli, sulla flora e sulla fauna e più in generale sull'ecosistema. Per non parlare del costo ambientale della produzione e smaltimento di questi parchi energetici. Al massimo, per accontentare qualche bella anima e alcuni benpensanti, viene calcolato il beneficio, in termini di minor CO2 emessa, tra un impianto a energie rinnovabili e un pari impianto a combustibili fossili. Come confrontare le mele con le pere.
Naturalmente c'è l'agricoltura su cui sfogare tutta la fantasia ambientalista ed accontentare l'opinione pubblica che reclama, di tanto in tanto, misure a favore della Green Economy. E' nato così il greening che verrà inserito nella prossima Pac. Un piccolo contributo economico agli agricoltori in cambio del mantenimento del bene pubblico ambientale. Un po' di soldi per mantenere la coscienza pulita. Verde che più verde non si può.
Non è importante che sia veramente Green Economy ma lo deve almeno sembrare.
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Accedi o Registratiantonio checchi
02 febbraio 2013 ore 17:33Cosa si intende per bene publico ambientale? Reputo ancora sbagliato la distribuzione della pac. In collina e montagna bisogna produrre ed incentivare le produzioni perchè alti sono i costi e basse le produzioni. In pianura, con un contributo più elevato si favoriranno le aziende che potrebbero anche sopravvivere senza.
Giulio P.
02 febbraio 2013 ore 16:17Complimenti! Mi piace.
Alberto Grimelli
02 febbraio 2013 ore 17:54Buonasera Sig. Checchi,
il bene pubblico ambientale è una risorsa ecologica che, sebbene insista su una proprietà privata, è al servizio della società nel suo complesso. Esempi di beni pubblici ambientali sono la difesa del suolo, la protezione dal dissesto idrogeologico, la sottrazione di CO2, la regimazione delle acque. Se ne possono fare molti altri.
L'Unione europea, da tempo, ha stabilito attraverso la condizionalità, l'obbligo per l'agricoltore al mantenimento di un livello minimo di questi beni pubblici ambientali, in cambio degli aiuti alla produzione.
Il greening è una logica continuazione di tale politica, prevedendo una minima remunerazione in cambio di un servizio offerto dall'agricoltore sui propri terreni.
Cordiali saluti