Editoriali

Il deserto delle idee

22 settembre 2012 | Luigi Caricato

Quest’oggi c’è un editoriale vacante. Piuttosto che lasciarlo in bianco, preferisco scrivere un messaggio chiaro, elementare.

Parto perciò dal titolo: il deserto delle idee.

Può sembrare strano, ma in una società così altamente scolarizzata come quella attuale, esistono poche idee, così poche da far apparire davanti a noi una visione desertificata.

Ci sono opinioni, le più diverse, ma poche se non rare le idee.

Sono le idee che muovono il mondo, non le opinioni.

Le opninioni sono vuote parole, esercizio di pura dialettica che non porta a nulla.

Volete un segnale di questa desertificazione in atto?

Viaggiate sugli abituali social network: molti trasmettono il nulla. Se non vi sono immagini, talora spinte, perfino ai limiti della pornografia, vi compaiono comunque frasi estrapolate senza una contestualizzazione, fino ad apparire vuote e insignificanti, nonostante siano mutuate da personaggi di grande spessore.

Ecco il sintomo più evidente della desertificazione delle idee. Appoggiarsi per esempio sulle idee altrui, prendendole in prestito. Facendole proprie, senza tuttavia farne nel contempo tesoro nella propria vita. Sta qui il grande bluff. E’ tutto un deserto.

 

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Vincenzo Lo Scalzo

23 ottobre 2012 ore 14:27

In un mese il confronto si è fatto "serrato", in piena polemica, nella tradizione peggiore del rapporto conflittuale tra gruppi d'interesse economico alleati con i potere politici.
Lo scenario che si prospetta in questa data sono assurdamente parallele alla descrizione che hai dedicato ai Social Netywork si conferma
anche nei dibattiti specializzati in tematiche di settore quando manchi il "moderatore".
La continuità del moderatore per la durata delle comunicazioni è prassi, mentre l'assalto a obiettivi attaccabili di comunicazione si fa pressante, soprattutto se compaiono sulla scena gli alleati in genere nascosti dietro le controfigure.
Ecco perchè le "idee" sfumano nell'ombra di un limbo con la sembianza di un pozzo senza fondo. Intorno "è tutto un deserto".La tua conclusione è amara, ma realistica.
Ti auguro di avere la forza e lo spirito per continuare la disfida. A volte qualcuno se ne accorge, a volte se ne accorgono in tanti ma sono frenati a pigrizia. Solo una grande paura potrebbe scuoterli.
Fa parte della storia e carattere della psiche umana. Anche della specie umana. Pare da sempre, secondo l'ultima teoria maturata da Sisto, una mente che trent'anni fa ha scommesso tutto sull'olio. Riesce a sopravvivere, ma soprattutto a scrivere. Non ci sono ricette, c'è una domanda intima, di carattere culturale, in ciascuna mente degli umani, che si manifesta disponibile quando venisse vinta nuovamente dalla paura. La più importante è la morte. Anche per le piante, anche se l'ulivo è per scienza e natura il più vigorosamente resistente.

Vincenzo Lo Scalzo

27 settembre 2012 ore 12:02

Luigi, a qualche giorno di distanza ho riletto il "vacante" ed i commenti. Le idee non mancano e qualche uomo pensante c'è. Passano e si diluiscono con "silenzi" e non sono raccolte o echeggiate da riflessioni a portata di trasmissione e comunicazione alla platea d'ascolto. Questo quando va bene, Altrimenti, se per caso hanno potenziale d'ascolto, vengono sommerse dal frastuono della cronaca di contorno, soprattutto quando è negativa e denigrativa.
Non è un fenomeno ed evento generale: oasi di libertà di plauso e co-protagonismo sono tuttavia più frequenti al di la delle Alpi, ai margini dei freddi mari del nord, che nella nostra oasi temperata dal paesaggio che ancora le rende amabili. Teatro Naturale ha l'anima dell'oasi più che del deserto. La spontaneità è sua caratteristica, come l'amore per la verità. Le idee la semenza.
Non è network di moda, ma se ne sa servire. Lo spessore delle idee conserva i valori del merito, chi trasmette il nulla resta escluso. Non sono fatte di parole vuote e insignificanti, ma è scambio spontaneo continuato e libero. La sincerità dell'amicizia lo mantiene vivo e vivacemente in grado di auosostenersi. Non è un deserto.

Giulio P.

22 settembre 2012 ore 21:47

Gentilissimo dott. Luigi come certamente lei saprà qui in Trentino "l'idea" l'ha avuta un uomo, anzi un sacerdote oltre 120 anni fà.
Don Lorenzo Guetti fondando un movimento denominato "Cooperazione".
Ebbene questo movimento, che oggi conta più di 500 cooperative ha portato uno sviluppo immaginabile all'agricoltura tanto da meritare di essere studiato ed esportato all'estero. Sono molte infatti le delegazioni provenienti da paesi esteri che ogni anno vengono qui in Trentino a studiare e capire come funzionano le nostre Cooperative, per poi esportare nelle loro terre questa splendida idea.

Mi piace però sottolineare che la Cooperazione è stata fondata da un sacerdote, come anche poi le piccole cooperative nei paesini sono nate su spinta del sacerdote che le animava, facendo sempre riferimento a quei Valori che nel mio precedente post ho citato e che ora purtroppo tendiamo a dimenticare.

Ecco dott. Luigi perchè io sono ottimista, le buone idee ci sono basta aver voglia di farle conoscere.

Giulio P.

22 settembre 2012 ore 14:43

Ma no!!! Spunti ce ne sono eccome, basta volerli vedere.
Cominciamo, caro Luigi, noi a dare il buon esempio.
Non si può concludere un editoriale con una volgarità e poi lamentarsi che tutto intorno è deserto.
Dobbiamo ritornare ai Valori, quelli che non sbiadiscono con il tempo e allora sì che il deserto si trasformerà in un oasi ricca di ogni bene.
Coraggio e saluti!!!

MARIO DE ANGELIS

22 settembre 2012 ore 12:36

E' vero quello che dici Luigi, ma il fine giustifica il mezzo!!! A che serve esporre le proprie idee se rimani disoccupato??? Meglio "appoggiarsi sulle idee altrui, prendendole in prestito", farle proprie e ...magari essere eletto consigliere al comune o alla regione oppure, addirittura, onorevole!!! Facendo così almeno il futuro è assicurato!!!