Editoriali
Teatro Naturale a zig zag
23 giugno 2012 | Luigi Caricato
Bene, veniamo a noi. L’estate si avvicina ed è tempo di riflettere. Io ho già iniziato con una grossa pila di libri pronti per l’estate. Sì, lo so: i miei lettori non aspettano altro che i consigli di lettura che in genere riservo ad ogni sano momento di pausa dal lavoro. Ci sono scansioni di periodi più o meno lunghi che si aprono immancabili, e tanto desiderati, davanti a noi.
C’è il periodo del Natale e del capodanno, molto belli, indimenticabili; e poi c’è la Pasqua, pochi giorni di relax ma intensi; e infine, ecco buon ultima l’estate, un lasso di tempo per fortuna ancora piuttosto esteso, periodo sacro, in cui abitualmente si ha più tempo a disposizione per la lettura, per coltivare la propria mente, per risorgere dalle proprie ceneri.
Questo venerdi mi sono concesso un momento di relax, e così per fare luce dentro me stesso, e in chi mi è vicino, ho fatto un salto in Toscana. Per guardare dritto negli occhi la realtà, quella che non traspare. Quella che c’è e che pure ci assilla e ci urla chiedendo di essere considerata. Ho portato con me uno dei tanti libri: trentacinque – riuscirò mai a leggerli? Chissà. Meglio in ogni caso abbondare. I libri si scelgono anche per tenere compagnia. Non occorre leggerli tutti quanti, a volte basta sfogliarli. Altri libri chiedono invece di essere letti e non fanno altro che chiamarti, talvolta anche per nome.
Uno tra questi ha per titolo Ci sono bambini a zig zag e ne è autore lo scrittore israeliano David Grossman. Tutti belli i suoi libri, intensi. Scavano dentro l’uomo e lo interrogano in continuazione. A volte i lettori trovano anche le risposte. Ed è una gran festa.
Io ho regalato un dei tanti libri di Grossman a un ex amico. Scrivo “ex” perché gli amici alle volte non sempre si rivelano veri amici, ma nascono già con la qualifica di ex. Si scopre solo successivamente che si tratta di ex amici, solo dopo che questi hanno lasciato segni terribili, squarci inenarrabili. La lettura di un libro tuttavia compensa sempre, aiuta, restituisce anima e sorriso.
In questi tempi di lotte e di travagli. In questo periodo storico buio ed esplosivo, c’è sempre posto per la riflessione. Per fortuna. Io oltre al libro di Grossman avevo con me anche un libro della cara amica e compagna di università Nicoletta Bortolotti - nonché compagna di ideali, e di versi, con "Juvenilia". Con me il suo recentissimo romanzo, “E qualcosa rimane”. Anche questo libro contiene le sue verità: ho sottolineato in grande evidenza un pensiero per me ricorrente, che per vostro piacere vi riporto di seguito: “Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente. Uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere”.
Oggi, - è venerdi mentre scrivo, e tra pochi minuti è sabato - ho manifestato un tempo tutto per me: per amare, credere e fare. Per vivere, soprattutto. Mi sono voluto bene.
A ben pensarci, ho ideato Teatro Naturale da lungo tempo. Quest’anno sono dieci anni di pubblicazione ininterrotta. Il futuro è già qui, e porta con sé l’ieri. Bussa alla porta, ma è il presente che intendo ogni volta vivere con tutto me stesso.
Ogni santo giorno per me è Teatro Naturale. E’ una finestra aperta sul mondo, su ciò che mi circonda. Non posso rinunciare a fare la mia parte. Una mia cara lettrice che mi scrive ogni anno da Capalbio - per gli auguri di fine anno, e per l’anno che verrà - mi saluta sempre affettuosamente. Attendo ogni volta con gioia la sua cartolina augurale.
Oggi, in Toscana, ho rivissuto lo stesso affetto, le stesse emozioni proprio da una terra che amo. Dopo una mattinata in cui c'era da tener separato il latte dal caffè, il nero dal bianco, sono stato in spiaggia al Golfo di Baratti e ho trovato la gioia. Immerso nelle acque del Tirreno, con lo sguardo aperto sul verde delle campagne intorno alla riva. E ora proseguo a zig zag, a lottare ogni giorno per vedere riconosciuta la verità delle cose. Si scrive perché si crede, si vive perché si ha a cuore un progetto, per non vivere inutilmente senza lasciare degli utili segni.
Siamo su questa terra per testimoniare e per non sottrarci alla verità. Ecco perché con Teatro Naturale, in questi dieci anni di pubblicazione, oltre alle mie parole, trovate anche la mia anima – battagliera per lo più – come pure, insieme ad essa, una gioiosa ed esortativa aspirazione a costruire qualcosa che rimanga. Perché la vita è adesso. Rispettiamoci, dunque. Rispettiamo la verità delle cose. Senza finzioni, senza maschere, con il nostro volto sincero e vero.
Citazione per non restare a bocca asciutta. E' tratta dal libro Ci sono bambini a zig zag, di David Grossman: La signora Markus, per esempio, che ha sempre così tanta voglia di espellermi da scuola, forse si asciugherà una lacrima e dirà: "Non era cattivo. Aveva solo un animo da artista. Proprio così: ci sono bambini quadrati e ce ne sono a zigzag. E noi non l'abbiamo capito in tempo."
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Accedi o RegistratiPiero Nasuelli
25 giugno 2012 ore 10:10Cari commentatori, ho grande rispetto per il Papa e come cattolico ne rispetto l'autorità.
Nel caso specifico mi permetto di osservare che il discorso rivolto alla "Coldiretti" e talmente formale che diventa banale.
Parlando di "agricoltura" il Papa avrebbe potuto fare riferimento alla "rivoluzionaria" Parabola dei lavoratori della vigna (Matteo 20, 1-16) nella quale tutto il nostro modello economico basato su: "più lavoro più guadagno (profitto)" viene scardinato.
Su questo messaggio si basano i valori etici del Cristianesimo e non sui tanti bla, bla conformisti.
Giulio P.
25 giugno 2012 ore 09:36Ah Luisa che condivide Occhinegro...
Ma perchè commentare senza neanche leggere?
Nell'articolo che io ho/volevo evidenziare non vi è assolutamente traccia di discorsi di Marini ma solo le parole di Benedetto XVI rivolte ai vertici di Coldiretti che a me sono piaciute e volevo condividere con voi.
Evidentemente cari Massimo e Luisa il problema che si evidenzia è un altro...
luisa doldi
24 giugno 2012 ore 23:31Signor Preghenella, La ringrazio per il Suo intervento, con il quale Lei ha CHIARAMENTE evidenziato quale e' il problema! Condivido Occhinegro!
massimo occhinegro
24 giugno 2012 ore 19:55Sante parole quelle pronunciate da Sergio Marini, evidentemente in odore di beatificazione. Se quella e' la verità Dio me ne scampi.
Giulio P.
24 giugno 2012 ore 08:42Luisa Doldi si chiede quale verità?
Io direi la Verità per eccellenza, cominciando semplicemente con il leggere il messaggio del Papa ai vertici di Coldiretti che potete leggere qui: http://www.ilpuntocoldiretti.it/attualita/Pagine/Ildic.aspx
luisa doldi
24 giugno 2012 ore 00:45UN pezzo virtuoso, signor Caricato! bellissimo! Solo una cosa non condivido: "Siamo su questa terra per testimoniare e per non sottrarci alla verità" ... Non sono su questa Terra da moltisismo tempo... ma ho sperimentato piu' volte che quello che oggi e' verita', domani puo' non esserlo piu' in maniera cosi assoluta... quindi quel "non sottraci alla verita"... quale verita', signor Caricato? La Sua o la mia?
Piero Nasuelli
23 giugno 2012 ore 16:44Caro Direttore, ai tuoi appossinati lettori non consiglio una "pila" di libri, ma uno solo, molto molto impegnativo ma che tanti, in questa epoca buia, dovrebbero leggere per diventare persone "migliori".
Adam Smith "Teoria dei sentimenti morali" Edizioni BUR, Rizzoli.
Con sincera stima
massimo occhinegro
25 giugno 2012 ore 10:33Sig.Preghenella il problema sta a monte e non a valle. Il discorso del Santo Padre e' di rito. Per me e' irrituale che Sergio Marini sia andato dal Papa. Solidarietà ? Quale ? A parole, non nei fatti. E sono i fatti che contano.