Editoriali

Non cadete nel tranello della politica

09 giugno 2012 | Luigi Caricato

La politica non è il male assoluto, né tanto meno il male in senso lato. E’ qualcosa sul quale dobbiamo immaginare di vedere scritta la parola “fragile”.

Non prestando la dovuta cura e attenzione, il rischio di perdere tutta la bontà originaria dei suoi contenuti più veri è cosa certa e inevitabile.

La politica, perciò, è pazienza, va saputa coltivare, va seguita passo dopo passo. L’averne corrotto la portata implica un tradimento di cui sono responsabili tutti: il politico corrotto e corruttore, ma anche quanti lo hanno lasciato fare magari anche in buona fede, ma completamente disinteressandosi, quasi che la cosa pubblica non riguardasse tutti noi, anche la propria dimensione più strettamente personale e privata.

Ecco, non finirò mai di ripeterlo, nonostante in cuor mio non abbia mai fatto politica attiva nè mai la farò. Nonostante la tentazione di non andare a votare sia di gran lunga più grande della voglia di fare ingresso in una cabina elettorale, esprimendo una preferenza, accordando un voto.

Ebbene, anch'io – debbo proprio confessarlo – ho le mie responsabilità, nel non essermi mai esposto, nel non aver mai pensato di candidarmi. Nonostante la mia assoluta estraneità al contesto politico in senso stretto, trovo in ogni caso la politica qualcosa di limpido e di virtuoso, soprattutto qiando si delinea nel suo percorso ideale. Nel contempo trovo che ci si molto sporco negli ambienti della politica, soprattutto quando si tratta di scendere in campo e agire concretamente nella storia. Ci si sporca sempre le mani, inevitabilmente. Non c’è purezza, non può esserci. ci sporcano anche nostro malgrado, perchè comunque chi ci affianca può sempre tradirci, e siamo esposti al rischio. I puri, d'altra parte,vengono sempre fatti fuori.

Fin qui le mie sensazioni a pelle. Comunque, nonostante la sporcizia legata al mondo che ruota intorno alla politica sia sempre più invasiva, resto sempre del parere che occorra in ogni caso prefiggersi lo scopo di continuare a educare la gente alla politica. Perché senza una educazione e un'aspirazione a vivere con rettitudine il bene comune, non può esserci alcun futuro.

E' tutta una questione legata a una serie di carenze e di vuoti cultutrali. Infatti, ciò che è mancato in Italia, in tutti questi anni, è stata proprio la paziente capacità di coltivare la gestione del bene pubblico, ma anche la prontezza d’animo nel cercare di guadagnare il consenso dei cittadini attraverso la propria diretta testimonianza.

Sono  d'altra parte sempre più convinto che la società abbia le proprie responsabilità nel dramma collettivo che stiamo quotidianamente vivendo, non avendo saputo finora individuare i propri punti di riferimento in termini di risorse umane da destinare alla gestione virtuosa ed edificante del Paese. E così, anziché individuare personalità di alto spessore, come ve ne sarebbe urgente bisogno - utili e funzionali alla crescita, anche morale, della comunità - ci si siamo, anche per una questione di mera superficialità, affidati a personaggi di basso profilo, e perfino di dubbia capacità, delegando così ao peggiori rappresentanti ciò che avremmo potuto fare noi in prima persona.

Gli episodi di cronaca – non solo recente – non lasciano certo spazio a equivoci. Il mondo politico italiano non rappresenta la parte sana della società, quella virtuosa, ma soltanto il peggio, la parte più affaristica e faccendiera, la più spregiudicata e arrogante.

In tutto ciò, un altro errore che continuiamo a fare, consiste nel gettare fango sui politici, così, senza nemmeno riflettere sul fatto che i veri colpevoli samo noi.

Non dobbiamo infatti incolpare solo i politici, inq aunto sono loro a gestire la cosa pubblica. Il fatto è che siamo noi ad averli in ogni caso votati, lasciandoli agire in piena e totale libertà, senza però vigilare sul loro operato.

La responsabilità è soprattutto nostra, non dimentichiamolo.

Massima attenzione, dunque. Oltre a evitare di scaricare le responsabilità sugli altri, evitiamo nel contempo di ricorrere ai soliti pregiudizi, accusando troppo sveltamente la politica relegandola tutta nel mondo del malaffare e della corruzione.

Come sempre, è necessario operare le opportune e necessarie distinzioni: non tutta la politica è corrotta, e non tutti i rappresentanti istituzionali vengono meno al proprio senso del dovere.

Aggiungo pertanto un’ulteriore considerazione: vi sono persone ancora pulite e sane, non corrotte, che attribuiscono un valore importante a una virtù oggi purtroppo poco considerata, che è l'indipendenza.

Perché allora non cercare le vere figure, libere e indipendenti, facendo in modo che queste brave persone, che pur esistono, emergano facendo leva sul nostro sostegno?

Non è facile, è vero, ma si tratta sempre di mettersi in gioco e di provare a fidarsi di coloro cui abbiamo demandato di rappresentarci. Il rischio di essere presi in giro è reale, e la cronaca oltretutto lo dimostra in modo plateale.

Il mio consiglio – in questi tempi di grande disordine e incertezza – è di non cadere nelle trappole tese dalla politica sporcata del malaffare. Io non ho soluzioni, ma sono convinto che le soluzioni esistano. Occorre però muoversi in gran fretta. Prima che sia troppo tardi. Le rivolte della gente comune mi inquietano, tanto più in quanto sono figlie della stessa corruzione che attraversa buona parte della classe politica italiana. Non c’è differenza. Essere antipolitici oggi, nel contensto attuale, non può in alcun modo essere un merito: è segno invece di debolezza, e soprattutto di viltà.

Per risollevare le sorti del Paese, occorre semplicemente fare la propria parte. E vi spiego anche come fare: testimoniando, soprattutto. E non solo: agendo anche in maniera fattiva, in modo da creare una nuova classe dirigente fondata su solidi principi, ma anche su solidi contenuti. C’è troppa brava gente in giro, ma senza essere stata sufficientemente formata. Purtroppo capita ancora oggi che in tanti si sentano di appartenere a una classe dirigente senza di fatto averne le competenze e incarnarne di fato il ruolo, ma soprattutto senza aver mai studiato né faticato per diventare dirigenti.

Una proposta, dunque: vogliamo creare un movimento agricolo che faccia politica attiva mantenendosi liberi e indipendenti? Che ne dite? Io ho giù una persona che sarebbe in grado di guidare il movimento. Metterei la mano sul fuoco, sia sulla bontà e pulizia di tale persona, sia sulla sua bravura di amministratore che so appartenergli, e sia, nondimeno, sulla robustezza intellettuale davvero ragguardevole.

Io intanto - lo giuro - creerò le condizioni per favorire tale percorso, anche se mi tiro solennemente fuori dalla gestione della politica, perché non fa per me, ma mi impegnerò comunque a sostenere, attraverso la mia attività intellettuale, e in qualità di giornalista - tutti coloro, donne e uomini, che meritano di rappresentare degnamente l’agricoltura e l’agroalimentare italiano tra i banchi del potere.

Occorre crederci, per non morire di inedia e per non arretrare. I settori agricolo e alimentare sono stati finora lasciati a se stessi, depredati da affaristi senza scrupoli che si fingono vicini – senza esserlo realmente – agli agricoltori. Perciò: agite, operate attivamente, ma – attenzione! – state sempre in guardia, non cadete nei lisinghieri tranelli della politica furba, di chi guarda soltanto agli interessi personali.

 

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giovanni breccolenti

15 giugno 2012 ore 09:08

Creare un movimento agricolo libero e indipendente che vuol dire?Vuol dire fare a meno della politica attuale o creare un nuovo soggetto politico con cui attuare dei progetti?
Quali sono le finalità e i progetti di qusto movimento?
Chi è la persona che lei dice? E' veramente libera e indipendente e non ha mai fatto parte di questa politica? A quando qualcosa di piu' concreto per valutare questo nuovo nascituro?

antonio checchi

09 giugno 2012 ore 18:56

Sono molto bruciato dalla politica per essere propositivo.I ministri della agricoltura negli ultimi anni sono stati penosi.Molti incarichi sono andati agli amici degli amici.
Alla ricerca poco e chi è senza amico,nulla.Come Ricercatore universitario mi hanno chiuso la porta in faccia svariate volte,se però conosci........
Comunque la Sua proposta mi sembra di buon senso.Ci penserò