Editoriali
L'insipienza
05 maggio 2012 | Luigi Caricato
Se dovessi scegliere una parola attraverso cui interpretare lo spirito dei nostri tempi, opterei per insipienza. Lo sostengo ormai senza alcuna ombra di dubbio. Senza nemmeno provare alcuna reticenza.
E' sufficiente d'altra parte osservare quanto ci accade intorno, per rendercene conto. Forse, senza nemmeno andare tanto lontano, possiamo benissimo attingere da esperienze dirette e personali. Ci sono esempi talmente eclatanti che si resta sbalorditi.
A volte le persone con le quali avevamo familiarita', se non addirittura amicizia, in questi tempi di crisi e difficolta' anziche' chiedere e volere quel senso di unita' cercano la divisione e il contrasto, e cosi' ci sorprendono per via dei loro comportamenti incomprensibili e persino incongruenti, tanto da non riuscire a spiegarci razionalmente il senso di certe loro azioni. Pur con tutta la buona volonta', e con una dose massiccia di pazienza, si resta come spiazzati, e ci si chiede giustamente, un po' tormentati e un po' irritati, come cio' sia stato possibile.
Ebbene, se ci pensate, estendendo queste mie riflessioni a un contesto piu' ampio, e', per certi versi, quanto e' accaduto o quanto continua ad accadere nella sfera pubblica. Ed e' allo stesso tempo comprensibile il disagio che si prova di fronte al perdurare - pur in uno stato di grave crisi qual e' quello che stiamo vivendo - di forti e pare insanabili contrasti. Anzi, sembra ancora piu' lacerante e devastante nei suoi sviluppi, questo persistere di contrasti e contrapposizioni. Come se le lezioni della vita non servissero a nulla. Come se la storia non ci avesse insegnato nulla.
E allora, cosa augurarsi in questo Paese di sempre eterni contrasti? Che il buon senso non sia seppellito dagli egoismi individuali e collettivi, per esempio. Che non si antepongano mai le proprie posizioni di potere, e talvolta anche i propri puntigli, al bene comune. Riusciranno a comprenderlo i nostri politici, i vari personaggi pubblici, ma anche gli stessi cittadini tutti? Riusciremo a comprenderlo anche noi che, in un ambito ristretto come quello agroalimentare, anziche' muoverci uniti, preferiamo di gran lunga combattere piccole e in molti casi perfino stupide battaglie intestine, senza il benche' minimo pudore sul fatto che si stia inesorabilmente perdendo, di fatto, il senso di unita' e di coesione?
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Giulio P.
06 maggio 2012 ore 08:27Bella domanda.
Che dire... a chi interessa il pensiero cristiano può trovare parziale risposta a questa domanda nella parte finale della relazione di Giovanni Grandi Presidente diocesano di Azione Cattolica di Trieste letta nel corso del convegno delle Presidenze Diocesane di AC tenutosi a Roma dal 28 al 1 maggio 2012 e reperibile a questo indirizzo: http://www2.azionecattolica.it/esperti-umanita-conv-presidenze-2012