Editoriali

Raccontarsi a tavola

07 aprile 2012 | Gualtiero Marchesi

Un corso di cucina è un corso, riguarda, cioè l’apprendimento, nel più breve tempo possibile, di una serie di nozioni. Padroneggiarle, permette di eseguire da soli quanto si è imparato, rispettando le dosi, ripetendo i gesti necessari e magari indovinando la presentazione.

E poi? E prima? L’idea di un piatto, il punto d’equilibrio di un menu, per non parlare della filosofia di una cucina, quando si imparano? Quando si iniziano a intravedere?

Solo, nel momento in cui, il cuoco trasmette un po’ della sua storia e tutto della sua visione. Quando, decide di incontrare i suoi convitati, scegliendo per il pranzo un viaggio che lo racconti da capo a piedi: a partire dalle idee per arrivare alla tecnica.

Il secondo aspetto non è mai veramente separabile dal primo, inscatolabile in un corso breve per quanto accurato e disciplinato. Mancherebbe sempre il punto di vista sulle intenzioni, il perché si è scelta ed eseguita una certa ricetta.

Perciò, accanto alla scuola quotidiana del ristorante, dove nasce il confronto tra il cuoco e la sua brigata, ho ideato M’Arte.

Un grande tavolo su prenotazione dove l’autore si esprime con i piatti, ma anche e soprattutto li commenta, li sviscera, torna col ricordo all’idea che li ha fatti nascere, alle correzioni di rotta, ai commenti ricevuti, alle nuove suggestioni, capaci di migliorarlo ancora.

Il mio invito è di pranzare insieme, di chiacchierare di cibo, di cucina e di qualsiasi buon argomento che l’intelligenza e il cuore di ciascuno suggerisca.

 

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Vincenzo Lo Scalzo

14 aprile 2012 ore 18:02

Grazie Gualtiero, l'invito è da prendere seriamente. Agora Ambrosiana è stata ideata nel 1987 proprio per questo, non solo a riguardo della cucina e del gusto, ma di tanti altri temi che quotidianamente si subiscono passivamente solo perchè il microfono è accessibile soprattutto ai più prepotenti, con la facilità di sperare di avere ascolto.
Dopo la delusione in Accademia, da oltre dieci anni ho aumentato lo spazio che ho dedicato agli arti ed ai "benevole" della Società Umanitaria e delle sue associazioni culturali affiliate. Quando ci contiamo sia da 3 più gli oratori a 13 quando va bene, a Milano. Tranne quando offri il pranzo! basta che sia gratis, vengono, toccano, ascoltano e vanno!
Sarà un copione della politica? Quando giocheremo con entusiasmo al confronto del gusto e del piacere del gusto, anche con la "sopa de can"? L' ho assaggiata oggi ad un bellissimo evento a Morbegno in Valtellina, organizzato dalla associazione Amici della Vecchia Accademia con la piena collaborazione del Sindaco del Comune e di quattro scuole medie superiori di Sondrio e della Valle, con oltre 100 tra professori ragazzi e ragazze, entusiasti di fare cultura e imparare cultura, fare alimentazione e imparare la sua storia ed il suo legame con il territorio: questa iniziativa ha emozionato chi organizza e lo ha gratificato al termine. Si può fare, anche a poco costo, ma con tanto entusiasmo e voglia di imparare. L'Italia buona e nella è anche fuori dai microfoni... Eppure a Morbegno si annida tra chi ha i microfoni la bile che nega che il Bitto Storico abbia il diritto di chiamarsi Bitto... Follia di autocastrazione!