Editoriali

La prima buccia di banana del Governo Monti

19 novembre 2011 | Alberto Grimelli

Il governo Monti è nato con due tecnici ministeriali, due dirigenti con grande esperienza burocratica-amministrativa, a capo dei Ministeri dell'Agricoltura e dell'Ambiente.

Si tratta di persone che, per capacità ed esperienze, non dovrebbero aver nulla da invidiare a un politico, ma in realtà possono peccare di ingenuità nei rapporti con chi, come i giornalisti e le associazioni di categoria, ha avuto sempre a che fare con politici che sanno misurare parole, dichiarazioni, esternazioni ed eventuali polemiche.

Si tratta di sottigliezze che possono mancare a un tecnico, per quanto bravo, col rischio di scivolare sulla più classica delle bucce di banana.

Ho scommesso con la redazione che non sarebbe accaduto tanto presto anche per le personalità low profile, di severa sobrietà, restie ai riflettori, di Catania e Clini.

Ho perso.

Non aveva ancora incassato la fiducia alla Camera che Clini, neo Ministro dell'Ambiente, ha fatto infuriare una serie impressionante di sigle, praticamente tutte quelle anti-ogm.

Nell'ambito di un complesso discorso sulla riduzione dei gas serra e del livello di CO2 emessa dal nostro Paese per rispettare il Protocollo di Kyoto, il Ministro Clini ha azzardatamente affermato che gli organismi geneticamente modificati, sebbene non per uso alimentare umano, potrebbero essere utili allo scopo. Ovviamente, come d'uso nei media italiani, è stata stralciata la dichiarazione di Clini relativa all'apertura agli ogm, isolandola dal contesto, ed è stata battuta in quanto tale dalle principali agenzie, così facendo intravedere la possibilità di un Ministro dell'Ambiente favorevole agli ogm.

Apriti cielo. Non sto a elencare il numero di sigle che ha condannato, con toni e accenti diversi, la dichiarazione di Clini.

Fermo restando che il piccolo incidente di percorso rientrerà tanto velocemente quanto si è diffuso, mi auguro che lo scivolone non porti a un arroccamento nei Palazzi, con confronti limitati alle parti sociali, in una logica istituzionale-burocratica, da “casta”, che non è priva di rischi.

Il governo Monti è nato perchè la maggioranza degli italiani lo voleva, un umore nazionale che i leader politici hanno ben compreso, e questo sostegno dal basso, la fiducia e la popolarità concessa a Monti dai cittadini è la principale forza di questo esecutivo, ancor più delle maggioranze bulgare della fiducia incassata alle Camere. Un calo dei consensi nel Paese potrebbe quindi indebolire il governo, rendendolo maggiormente ricattabile dalle forze politiche oppure facendolo cadere.

Molti dei tecnici chiamati da Monti, finora, per ruolo e responsabilità, sono stati al riparo dalle trappole mediatiche che verranno sistemate sul loro cammino di qui in avanti. Dovranno quindi confrontarsi con questa nuova realtà.

“E' ora di correre” ha dichiarato Monti. Attenzione alle bucce di banana però, ci si può rompere l'osso del collo.

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