Editoriali

OMAGGIO A GIUSEPPE PONTIGGIA, GRANDE SCRITTORE E MAESTRO

27 settembre 2003 | Luigi Caricato

Lo scrittore Giuseppe Pontiggia avrebbe compiuto 69 anni il 25 settembre. Invece, con grande rammarico per quanti hanno avuto l’occasione e la fortuna di conoscerlo, di persona, o attraverso i suoi libri, è scomparso prematuramente il 27 giugno scorso.
La sua assenza si avverte in maniera tangibile, perché con i lettori aveva un legame profondo, non occasionale. Lo dimostrano le molte attestazioni di stima e affetto che sono seguite alla sua morte e proseguono tuttora in più direzioni.

Alto, figura imponente, sorriso aperto e sguardo mansueto, riflessivo, capace di ascoltare le parole non dette, esprimeva una natura sana e moralmente ineccepibile.
Nelle vesti di narratore e saggista era impeccabile, rigorosissimo. Non pontificava, ma le volte che veniva chiamato a pronunciarsi non si abbandonava mai a visioni frettolose o corrive. Aveva il rispetto verso le opinioni altrui, ma la fermezza nell’opporsi quando capitava di non condividerne lo spirito.

Lo ricordo con grande affetto, avendolo conosciuto di persona e condiviso anni importanti della mia vita. A lui debbo moltissimo e frequentandolo ho scoperto che aveva in sé la forza propulsiva e generatrice delle idee. Era in grado di smuovere l’inoperosità del pensiero, sollecitando anche la gente comune alla riflessione proprio come riesce spontaneo fare a un grande maestro. Non è stato però soltanto una figura pubblica degna di considerazione. Sapeva incarnare pure nel privato, e piuttosto egregiamente, la figura di padre e marito, sempre attento e generoso; e di amico cordiale e profondo, sincero.

Quieto, pacifico, mai però accomodante, sempre attento e scrupoloso, non lasciava nulla di intentato. Ora però lascia un vuoto incolmabile. Aveva espresso piena adesione al progetto di “Teatro Naturale”, impegnandosi a segnalare libri rari e preziosi. Era un bibliofilo confortato dagli oltre quaranta mila volumi che contornano le pareti della sua abitazione a Milano. Adesso la sua biblioteca lo accompagna idealmente nel luogo “altro” in cui dimora.

Mi mancherà tanto Peppo Pontiggia. Il suo sostegno alle mie battaglie per dare dignità e peso al mondo rurale è stato per me fondamentale. Ora, lo ammetto, mi sento un po’ solo.

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