Editoriali
Fino a quando si potrà tirare la corda?
07 maggio 2011 | Vitangelo Magnifico
Quando parlavo di Ogm e della loro utilità nel futuro delle produzioni italiane (e tutelavo i risultati e i brevetti ottenuti dai ricercatori italiani) e venivo pesantemente mazziato dai politici e loro accoliti garantisti (…ma solo a “Porta a Porta” e a “Ballarò”!) e ingiuriato pesantemente sul piano legale (tanto che il 5 maggio, dopo dieci anni, sono andato ancora una volta a Salerno per difendermi in tribunale da accuse per atti che penso non aver commesso e neanche pensato!), dicevo ai miei colleghi ”State attenti che lo schiaffo più grande lo prendo io perché sono in prima fila, ma voi non ve la passerete liscia!”. E’ successo, difatti. E c’è ancora gente che pensa che in nome dei nostri prodotti tipici e di eccellenza – e che nessuno nega – si possano dire grandi bugie, arrivando a minacciare in nome della democrazia e del dialogo, che evidentemente deve essere limitato fra chi la pensa allo stesso modo!
Una riprova l’ho avuta io partecipando a un incontro sulla dieta mediterranea nel mio paese, Mola di Bari, il 28 aprile scorso.
Il presidente del Consorzio di Tutela del Pane di Altamura Dop (pane ottimo, che io consumo!) ha detto che difendeva l’uso esclusivo del grano duro ottenuto in zona per tutelare la produzione locale (nobilissimo intento!) e anche perché tutto il grano canadese è geneticamente modificato!
Al che io ho fatto notare che non è vero che il grano canadese è Ogm! Di grano Ogm non ce n’è in commercio! Ovviamente, il marziano ero io! Quindi, nemico del popolo e dei prodotti tipici italiani!
Non fa niente che abbia stimolato Presidi Slow Food di ortaggi e legumi che sarebbero scomparsi, altrimenti.
Fino a quando continueremo ad ascoltare tali sciocchezze, sostenute dai politici e dal potere ancora più arroganti e stupidi?
Pensiamo veramente che i consumatori, e soprattutto quelli esteri, siano imbecilli!?
Se le cose vanno male sul piano commerciale è anche colpa di simili sciocchezze, che girano sui prodotti italiani e che non trovano riscontro.
Ormai facciamo, all’estero, la figura dei presuntuosi e degli arroganti, da non prendere in seria considerazione.
Il caso dell’olio, con il Regolamento Ue 61/2011, al quale si fa riferimento nella lettera del professor Massimo Cocchi preceduta dal commento di Luigi Caricato, mi ricorda la questione cioccolato, quando per difendere le nostre produzioni si inneggiava alla Nutella, ottimo prodotto, certo, ma che con il cacao c’entra come il cavolo a merenda, o quasi!
Intanto la gente ha capito che se vuole mangiare del buon cioccolato, deve puntare al prodotto con almeno il 70% di cacao, con grandi vantaggi per la salute e l’umore.
Quindi, niente di nuovo sotto il sole! Continuiamo a farci del male con gli anatemi! Ma c’è sempre qualcuno che non si scoraggia! Ma fino a quando si potrà tirare la corda?

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Accedi o RegistratiAlfonso Pascale
07 maggio 2011 ore 14:06Un caro saluto all'amico Vitangelo Magnifico alla cui attività scientifica devo la mia costante attenzione alle innovazioni tecnologiche scevra da ogni pregiudizio. Il suo coraggio nel portare avanti la battaglia per la libertà di ricerca sia un esempio per la comunità scientifica al di là delle personali convinzioni di ciascuno.
GIOVANNI PASSERI
07 maggio 2011 ore 10:17Questa è polemica pura!
Vitangelo Magnifico
09 maggio 2011 ore 18:00Ringrazio Luigi caricato per l'onore dell'editoriale utilizzando un mio commento alla vicenda Regolamento UE/61 e ringrazio i carissimi Alfonso Pascale ed Amedeo Alpi per le belle parole spese nei miei confronti riconfermando tutta la mia stima nei loro confronti. Peccato che ormai non si hanno più le occasioni di una volta per incontrarci. Alquanto lapidario invece è stato il Sig. Giovanni Passeri, che non conosco, ma che ringrazio per l'aggettivo "pura" aggiunto alla parola polemica. Deduco che non ho scritto cose impure! Se vorrà essere più preciso sarò felicissimo di dialogare con lui su argomenti che mi sembrano interessantissimi. Per sua maggior informazione aggiungo che sono pugliese,figlio di agrcioltori, laureato in agraria e che ho speso oltre 40 anni al servizio del CNR come ricercatore e del Mipaaf come direttore dell' (ormai ex- considerata la riforma che ha creato il CRA)Istituto Speriemntale per l'Orticoltura di Salerno. Ho sempre coniugato tradizione ed innovazione, cosa facilissima per chi fa agricoltura e ricerca in agricoltura. Pertanto, ritengo che non considerare questi due aspetti fa commettere gravi errori. Sono convintissimo che la nostra agricoltura è forndata sull'innovazione, la cui accettazione è favorita da una grande tradizione che non va mai dimenticata, ma analizzata e approfondita con il nuovo che avanza. Invece, si commette spessissimo, ahimè, l'errore di guardare al passato con sapere nostalgico (come afferma lo scrittore agronomo Antonio Pascale in "Scienza e sentimento") come se il mondo si fosse fermato. Se noi lo fermiamo .....gli altri corrono....e ci superano. Ed è quello che sta succedendo con grave danno per gli agricoltori e per l'apprezzamento delle nostre produzioni e viceversa. Non è polemica è realtà pura e cruda!