Editoriali

VEDI NAPOLI E POI MUORI

27 novembre 2004 | Franco Bonaviri

Ricordate la celebre espressione vedi Napoli e poi muori?
Molto bella per davvero, anche se resta alquanto aperta, purtroppo, a una interpretazione che non lascia certo spazio a equivoci. Soprattutto di questi tempi un po’ incerti e bui, proprio ora che la situazione di vivibilità è andata precipitando.

A parte i furti, le estorsioni e altri ricorrenti abusi di cui le cronache si sono oramai assuefatte, il rischio di perdere accidentalmente la vita rimane altissimo. Basta poco. Napoli è un esteso campo di battaglia. E’ come stare sul fronte, quasi. Non c’è più alcun senso di sicurezza.

Una città che non si ribella non è però una città credibile.
Una città che non collabora con le forze dell’ordine e con lo Stato non è assolutamente una città che meriti rispetto.
Napoli è tuttavia una città ferita e va comunque aiutata. Se solo collaborasse.
Provate a osservare i volti tesi e malinconici dei suoi amministratori quando appaiono in Tv. Fanno pena, più che tenerezza: incapaci di governare una città, loro malgrado. Sconfitti, a testa bassa, umiliati dallo scenario da guerra civile, quasi un piccolo Iraq nell’Italia del benessere che sceglie piuttosto di sprofondare nel baratro dell’insipienza.

Mi sono sempre chiesto come mai i napoletani non abbiano la forza di ridestarsi dalla palude in cui si avvoltolano.
Mi sono sempre chiesto come mai la città capitale del Sud disonora così malamente tutto il Sud del Paese, quasi non esistesse in loro un minimo senso di civiltà.

Di episodi vergognosi Napoli ne ha vissuti tanti, ma un declino così balordo lascia stupefatti.
Oggi, alle porte del 2005, è inammissibile.
Si assiste a uno stato di indicibile degrado senza che nessuno provi il benché minimo senso di imbarazzo.
La città non reagisce: sonnecchia.
La città è stanca: non ha respiro.
La città è stata spodestata: non agisce, domina l’omertà.

Eppure Napoli è stata teatro di ben altri lumi in passato. Che tristezza osservarla oggi così negletta.
Come si fa a essere napoletani, mi chiedo, e manifestare nel medesimo tempo l’orgoglio di un’appartenenza? E’ assurdo.
Nella storica città partenopea ha avuto espressione vitale perfino l’Illuminismo. Altri tempi. Oggi c’è il vuoto.

Eppure Napoli dovrebbe rappresentare la capitale del Sud d’Italia. Invece, per come appare ai nostri occhi dolenti, è assai lontana dall’essere compiutamente una città. Figuriamoci poi le altre possibili capitali. Il Sud non ha città-capitali su cui contare. Bari, Palermo? No, esiste ovunque un vuoto allarmante. E’ tutto il Sud che sta sprofondando in un abisso di cui non si intravede più il fondo.

Dov’è finita quell’anima propulsiva del Sud Italia?
Perché questo Sud immobile e senza respiro non ha alcuna voglia di ridestarsi dal sonno in cui è precipitato?

Potrebbero interessarti

Editoriali

Xylella fastidiosa non fa miracoli: distrugge e basta!

La Puglia olivicola non è un set cinematografico e la Xylella non è un antagonista da fiction, ma un patogeno che ha fatto strage vera. Basta a ricostruzioni fantasiose non basate sulla verità scientifica

24 maggio 2025 | 15:00 | Elio Menta

Editoriali

Nubi all’orizzonte: l’olio di oliva italiano non può reggere la tempesta in arrivo

Si avvicina la tempesta perfetta, con la Grande Distribuzione italiana che diventerà il Cavallo di Troia per l’accesso al ricco mercato italiano dei colossi dell’olio di oliva spagnoli. Una dinamica che impatterà anche sull’olivicoltura nazionale

21 maggio 2025 | 12:00 | Alberto Grimelli

Editoriali

Francesco Lollobrigida, assaggiatore di olio di oliva

E’ diventato virale il video della trasmissione televisiva ironica e satirica Propaganda live che prende in giro il Ministro Lollobrigida che si è cimentato in un estemporaneo assaggio tecnico su un olio extravergine di oliva

12 maggio 2025 | 09:00 | Alberto Grimelli

Editoriali

Lo scandalo è servito: olio extravergine di oliva a 3,49 euro al litro al supermercato

Il prezzo promozionale per l’olio extravergine di oliva presso Iper è scaduto il 29 aprile. Non si è trattato di un sottocosto ma di una “mega offerta” al 55% di sconto. Di questo passo torneranno i 2,99 euro/litro a scaffale. Varrà più l’olio di semi di un extravergine di oliva?

07 maggio 2025 | 11:25 | Alberto Grimelli

Editoriali

Olio di oliva Monini e Filippo Berio bocciati, due classici ben poco extra

La vittima più evidente dell'anonima ed economica produzione di massa acquistata da Monini S.p.A. e Salov S.p.A. (Filippo Berio) è la qualità: il classico non è nulla di straordinario

23 aprile 2025 | 11:00 | Silvan Brun

Editoriali

I colossi spagnoli e i nani italiani dell’olio di oliva: ecco perché siamo morti

Il solo colosso dell’olio di oliva spagnolo Migasa fattura come i venti marchi leader d’olio di oliva italiano. Il sistema oleario e quello olivicolo nazionali sono due malati terminali che si guardano in cagnesco, con la politica che decide di non decidere

22 aprile 2025 | 13:00 | Alberto Grimelli