Editoriali

Il mondo dell’olio listato a lutto

12 marzo 2011 | Luigi Caricato



Lo scorso 9 mazro a uno mattina, su rai uno, erano ospiti a parlare di olio extra vergine di oliva massimo gargano, presidente unaprol, margherita de bac, giornalista (esperta di che?), e ciro vestita, fitoterapeuta. Costoro hanno parlato di olio da perfetti ignoranti. vestita ha dichiarato che "non c'è cultura". Infatti le sue dichiarazioni dimostrano alla perfezione di come non sia assolutamente a conoscenza di cosa sia un olio extra vergine di oliva; la de bac, firma addirittura del corriere della sera, ha lanciato l'allarme degli oli supertaroccati, trovando, da maga dell’informazione, la soluzione a portata di mano: "comprate italiano". Magari il lampante, aggiungo io. Immagino che la giornalista abiterà a Milano, e se vuole la incontro personalmente, per farle dono di un lampante 100% italiano.

Il massimo della libidine viene quando Michele Cucuzza intervista il “massimo nazionale”: mi riferisco a massimo gargano, il peggiore presidente della storia dell’unaprol. Questo signore rassicura: leggete l’etichetta, quest’anno è l’anno dell’origine, a salvarvi è il i.0.0.% italiano, l’unica garanzia per il cosumatore; ma prima di tutto dice: occorre cambiare le regole. Io invece sostengo: se l’unaprol cambiasse il presidente sicuramente ci guadagnerebbe il mondo dell’olio, ma d’altra parte è solo un suggerimento. Ma se l’unaprol venisse addirittura chiusa, cambierebbe il volto del Paese. No, non sarà mai chiusa, ci saranno sempre foraggiamenti istituzionali. A muovere l’agricoltura è la politica: non importano i risultati, l’importante è far finta vche i problemi reali si risolvano con le campagne stampa ben orchestarete,m con le dichiarazioni a effetto, e il terribile e complice silenzio del peggior ministro agricolo della storia italiana, tale giancarlo galan.

Il messaggio di tutta questa messinscena, ben architettata e di cui immaginavamo la storia già prima degli sviluppi attuali, è il seguente. Lo ha chiarito la de bac: “comprate italiano; andate nelle regioni dedite all’olivo, per evitare oli taroccati”. Uno schiocco di dita e tutti gli annosi problemi dell’olivicoltura nostrana sono risolti.

Chiudo con una nota comica, giusto per tirarci su il morale. Quel signore di nome ciro vestita ha giustamente chiosato, per tranquillizzare l’opinione pubblica: “ma che senso hanno gli alchiesteri? Mettiamo in evidenza le sostanze antitumorali, piuttosto. Anche lui ci ranquillizza: “compro dove ci sono tanti ulivi”. Che genio!

Ringrazio l’amico e stimatissimo direttore de “il Giornale del Consumatore”, Romano Satolli (link esterno), per avermi avvisato dello spettacolo. Ho prontamente sintonizzato il canale e ho assistito alle dichiarazioni rese dai massimi esperti della materia. Sicuramente avrò perso altre perle. Ma d’altra parte questa è l’Italia che ci meritiamo. Nel silenzio complice o pavido dei produttori.

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