Editoriali
Cibo per la mente
26 febbraio 2011 | Gualtiero Marchesi
La mente pensa, ordina ed esegue. Tiene la barra delle emozioni e, se vogliamo, le protegge da un eccesso di esuberanza, le conduce in porto verso lâoggetto dei desideri o dei bisogni.
Da questo punto di vista la prima virtù della mente è la chiarezza, una buona dose di approssimazione tra obiettivi e mezzi.
La chiarezza è una virtù, perché non basta perseguirla, ma anche volerla. Direi che, addirittura, è un sentimento, unâistanza etica.
Lâho cercata e la cerco in ogni ricetta, costruita partendo da una melodia, nata su suggerimento della materia, di un paesaggio, dei ricordi, di unâopera dââarte⦠leggibile come uno spartito, nota per nota, ingrediente per ingrediente.
Ripeto sempre che basta guardare un piatto per capire se è buono.
Ho dei dubbi che la verità si accompagni alla complicazione.
Câè un proverbio brasiliano che recita più o meno così: lasciala comâè per vedere come rimane.
Penso alla materia, al prodotto. Mentre molti lo elaborano fino a snaturarlo io faccio il contrario.
La mente, però, proprio perché ci aiuta a fare luce, accompagna lâombra, lâoscurità in senso stretto, ma anche lâinvisibile.
Quando il cibo diventa cibo della mente, allora è a questo che tende.
Conoscenza ed esperienza permettono di guardare un piatto, di farsene unâidea precisa; una mente libera vi scorge anche quello che non câè.
Per essere ancora più preciso, mi affido alle parole, scritte da mia figlia Paola, unâartista con cui sento di avere una speciale affinità .
âLa materia pura, semplice e forte ci parla senza paura di non bastare a se stessa. Lâemozione sostiene la materia, ne è il
pilastro, ne manifesta lâimportanza. Una corteccia, un pezzo di caprone, acqua, ombra: tutto è equilibrio tra visibile e invisibile. Attraverso il mio contorno, la mia ombra, la sua assenza io esisto, io mi muovo, io sono, io suggerisco.
âAttraverso la forza di pochi alimenti il sapore può esprimersi intensamente e diffondersi nel palato.
âLâinvisibile aumenta la percezione, fa in modo che lâuomo possa sviluppare lâimmaginazione che ha dentro.
Il visibile non ha bisogno di parole, dice tutto, rassicura e analizza.
âVisibile e invisibile fanno parte del nostro equilibrio, sono lâessenza del movimento come tutti gli opposti.
Sono ovunque, ci circondano in qualsiasi manifestazione. Sta al cuoco e allâartista alternarli, equilibrarli in modo da provocare anche negli occhi dello spettatore quel movimento interno che crea appagamento e curiosità â.
NOTA
Questo editoriale è il testo dellâintervento che Gualtiero Marchesi ha letto in occasione del convegno âCibo e mente. Il piacere della saluteâ organizzato in collaborazione con lâIstituto Neurologico Besta di Milano, durante il RistoExpo che si è svolto ad Erba.
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