Salute

Quali rischi per le contaminazioni dei prodotti alimentari in Italia?

Le percentuali di irregolarità rilevate dal Ministero della Salute sono state minime. I campioni con residui di prodotti fitosanitari sotto le soglie fissate dalle normative sono stati invece circa la metà del totale. Unica eccezione i baby food

18 settembre 2015 | T N

Il Ministero della Salute ha da pochi giorni pubblicato il rapporto sui controlli ufficiali di prodotti fitosanitari negli alimenti, relativo all'anno 2013.

Il numero totale di campioni analizzato è stato di poco superiore a 6 mila (6359 campioni). Un numero apparentemente basso ma sulla base del “The 2012 European Union Report on Pesticide Residues in Food”, relativo all'anno precedente, l'Italia è tra le nazioni che eseguono più controlli, aumentando le tipologie di alimenti sotto esame (146 contro 132 degli anni passati) e anche il numero di campioni analizzati.

A farla da padrone, dal punto di vista dei controlli è l'ortofrutta.
Il numero di campioni di ortofrutticoli prelevati in totale da tutte le autorità sono 5525 mentre i campioni con residui superiori ai limiti massimi di residui è risultato pari a 45 (22 di frutta e 23 di ortaggi) con una percentuale di irregolarità uguale a 0.8%.
Sono considerati irregolari i campioni che superano i limiti massimi di residui (LMR) stabiliti dal Regolamento comunitario 396/2005.
Nell’ambito dei campioni regolari il numero di campioni privi di residui è pari a 3065 (55,5%), il numero di campioni con residuo entro il limite legale è pari a 2415 (43,7%).
Confrontando i dati relativi al 2013 con quelli degli anni precedenti, risulta evidente come la percentuale di irregolarità negli ortofrutticoli abbia subito un progressivo decremento passando dal 2,3% del 1995 al 0,8 % del 2013.
Una particolare attenzione è rivolta all’esame dei campioni di ortofrutticoli contenenti più principi attivi, che dall’elaborazione dei dati del 2013 risultano essere pari a 1352, il 24,5%
rispetto al totale dei campioni analizzati.

Relativamente ai risultati nazionali su cereali, oli e vino, su 1441 campioni analizzati, 1 soltanto è risultato non regolamentare, con una percentuale pari all’ 0,1%.
Considerando i campioni regolamentari risulta che i campioni privi di residuo sono stati il 75% del totale mentre il 24,9 % sono risultati presentare residui nei limiti legali.

Per l’olio di oliva il 91,6% dei campioni analizzati è privo di residui rilevabili e l’8.4% presenta residui al di sotto del limite.
Per il vino il 60.6% dei campioni analizzati è risultato privo di residui rilevabili mentre il 39.4% ha presentato residui inferiori ai limiti.

Sono stati inoltre esaminati 58 campioni di baby food e 2334 campioni di “altri prodotti e varie”. I campioni di baby food sono risultati tutti regolamentari e senza residui. L' 87.2% degli altri prodotti esaminati ha riguardato campioni senza residui, il 12.5% ha riguardato campioni con residui al di sotto del limite e lo 0.3% è risultato superare i limiti massimi di residui.

Globalmente, risulta che sono stati analizzati 9358 campioni di frutta, ortaggi, cereali, olio, vino, baby food e altri prodotti. Di cui 50 sono risultati non regolamentari, con una percentuale di irregolarità estremamente contenuta, pari allo 0.5%.

Complessivamente, come per gli scorsi anni, i risultati dei controlli ufficiali italiani continuano ad essere in linea con quelli rilevati negli altri Paesi dell’Unione Europea e indicano un elevato livello di protezione del consumatore.

“The 2013 European Union Report on Pesticide Residues in Food” relativo al monitoraggio di residui di pesticidi in prodotti di origine vegetale nell’Unione europea, pubblicato dall'Efsa, mostra che sono stati analizzati 80967 campioni. Di questi il 98.5% non presentava residui al di sopra dei limiti massimi di residui mentre 1.5 % presentava residui al di sopra dei limiti massimi di residui.

Relativamente al livello di esposizione della popolazione italiana con la dieta, le stime di assunzione elaborate con i dati relativi ad anni precedenti, ma simili nei risultati, indicano che i residui dei singoli pesticidi ingeriti ogni giorno dal consumatore rappresentano una percentuale molto modesta dei valori delle dosi giornaliere accettabili delle singole sostanze attive e molto al di sotto del livello di guardia preso come riferimento per assicurare la qualità igienico-sanitaria degli alimenti.

Infine è bene ricordare che il superamento occasionale di un limite legale non comporta necessariamente un pericolo per la salute, ma il superamento di una soglia legale tossicologicamente accettabile.

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