Economia
Allarme consumi di olio di oliva: sempre più bassi in Italia
          Grecia e Albania sono i Paesi con i consumi pro capie più alti, circa 9 kg all'anno, main tante nazioni del Mediterraneo su superano a stento i 3 kg. Italia superata anche dalla Spagna per consumo di olio di oliva a poco più di 7 chili a persona
22 aprile 2025 | 12:00 | C. S.
I Paesi mediterranei non danno il buon esempio quanto a consumo di olio di oliva che è stabilmente in discesa da diversi anni ormai.
L'Italia dell'olio di oliva non fa eccezione ed è ormai un lontano ricordo il tempo in cui il consumo di olio di oliva nel nostro Paese era 12 kg/pro capite all'anno, facendosi ormani superare anche dalla Spagna.
Il Consiglio oleicolo internazionale ha pubblicato le sue statistiche sul settore per il mese di marzo, in cui sottolinea che il consumo pro capite di olio d'oliva in alcuni dei principali mercati di importazione è ben al di sotto dei 2 kg all'anno. Giappone e Brasile registrano solo 0,4 kg a persona, mentre gli Stati Uniti raggiungono 1,1 kg e il Canada 1,2 kg. Nel caso della Cina, il consumo è trascurabile rispetto alla sua popolazione.
Tra i paesi membri del Consiglio oleicolo internazionale con consumo pro capite di oltre 3 kg, l’Albania si distingue con 8,7 kg, seguita da Marocco (4,0 kg), Libano (3,8 kg), Palestina (3,3 kg) e Israele (3,2 kg).
Tra i paesi dell'Unione europea, la Grecia (9,3 kg), la Spagna (7,5 kg), l'Italia (7,4 kg), Cipro (3,8 kg) e il Portogallo (3,7 kg) si distinguono, tutti con consumo pro capite di oltre 3 kg.
La Siria si distingue tra i paesi non membri con un consumo stimato di 2,6 kg per abitante.
Le importazioni di olio d'oliva in alcuni dei principali mercati sono aumentate dell'1,7% tra l'ottobre 2024 e il gennaio 2025, rispetto allo stesso periodo della campagna di commercializzazione 2023/24. C'è una ripresa nel volume importato da Australia, Canada e Cina.
Le importazioni provenivano principalmente dalla Spagna, che rappresentava il 27,1% del totale, seguita dalla Tunisia (24,9%), dall’Italia (19,0 %), dal Portogallo (6,9%), dalla Turchia (9,5%) e dall’Argentina (3,7%).
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