Cultura

Una gastronomia un po' morbosa nei Toilet Restaurants

Persino le feci si possono trasformare in oro! E' il pensiero, un po’ perverso, di un ex banchiere cinese, Eric Wang. Perché allora non creare un intero menu ispirato alle necessità corporali e ambientarlo in un locale adeguatamente evocativo? Il reportage di Paola Cerana su una nuova tendenza in corso

16 gennaio 2010 | Paola Cerana

UNA CENA DI … VERO SUCCESSO



“In un’epoca in cui la creatività è sovrana, persino le feci possono trasformarsi in oro!”
Questo pensiero un po’ perverso è di un ex banchiere cinese, Eric Wang, il quale ha voluto dimostrare al mondo, con i fatti, l’autorevolezza della sua provocatoria affermazione.

Wang si definisce un muckcraker (letteralmente colui che scava nello sporco e nello scandalo) all’inseguimento dei suoi sogni. E, a quanto pare, lui i sogni non solo li ha inseguiti ma ha saputo trasformarli in un vero business.
Ispirato da un fumetto manga, Wang ebbe l’idea, qualche anno fa, di vendere per le strade della sua città gelati al cioccolato, serviti in coni simili alle tazze da bagno! In un solo giorno riuscì a vendere più di mille coni, o meglio … tazze, a 30 dollari taiwanesi l’uno, ovvero molto più di un normale gelato. Elettrizzato dal successo di quell’idea apparentemente un po’ morbosa, pensò, quindi, che valesse la pena sfruttarla fino in fondo.

Perché non creare un intero menu ispirato alle necessità corporali e ambientarlo in un locale adeguatamente evocativo?

Ecco come sono sorti i popolarissimi ristoranti-toilet, che dal 2004 si sono moltiplicati da Taipei a Hong Kong, da Taiwan a Shenzhen, e che continuano ad accumulare un clamoroso successo, proliferando ovunque, non solo in Asia. Si è affermata, così, una vera e propria catena di locali di tendenza, chiamata “Modern Toilet Restaurant”, locali che esprimono, senza possibilità di dubbio, lo spirito - se così si può dire – provocatore e irriverente dell’atmosfera che offrono.



L’ambiente è accogliente, informale e riproduce in tutto e per tutto una grande stanza da bagno pubblica. Gli avventori si accomodano non su normali sedie, bensì su veri e propri water (normalmente chiusi!); i tavolini sono in vetro trasparente e poggiano su lavandini, con tanto di rubinetteria e porta sapone; al posto dei tovaglioli ci sono dei porta rotoli (di carta igienica, ovviamente!); ogni portata viene servita dentro a grandi piatti a forma di mini water (più comodi dei normali piatti, perché arrivano quasi all’altezza di bocca!), tutti fantasiosamente dipinti e decorati con elementi floreali e marini; infine, le bevande sono contenute in mini pitali di plastica da cui si attinge con una cannuccia, offerti ai clienti, al termine del pasto, come simpatico souvenir in ricordo di una cena di sicuro successo! Tutt’attorno, sui pavimenti e sulle pareti, piastrelle dalle tinte color pastello danno all’ambiente una ventata di allegria, di leggerezza e, perché no, di profumo.



Naturalmente anche i cibi hanno forme, colori e presentazioni coerenti con l’atmosfera un po’ trasgressiva. Facile immaginare, quindi, un delizioso dessert di cioccolato, servito su un letto di morbida crema, magari spruzzato di caldo caramello, che scivola denso a lambire il contenitore. Dessert davvero goloso se non fosse per il nome sfacciatamente evocativo (che per decenza ometto) e per l’orinatoio, altrettanto eloquente, che lo accoglie.



Insomma, se lo scopo del creativo signor Wang era quello di scioccare e confondere i sensi in un ossimoro di gusto e disgusto, probabilmente ci è riuscito. Forse, però, nemmeno lui si aspettava che la sua idea un po’ grottesca piacesse tanto.
I clienti affezionati dei Toilet Restaurants sono soprattutto giovani asiatici, curiosi di novità e stanchi dei soliti rigidi rituali. Giovani che hanno voglia di divertirsi, di prendersi un po’ in giro e, forse, di esorcizzare i problemi e le bruttezze della vita.
Dopo tutto non dovremmo scandalizzarci di fronte a simili eccessi. Il senso del pudore dei Cinesi ha radici culturali molto diverse dalle nostre: rivela una schietta nonchalance nei confronti delle funzioni corporali più intime e una propensione naturale alla condivisione di momenti, per così dire, privati. Ma pare che, sempre più spesso, anche gli occidentali siano, incuriositi e contagiati da questo nuovo modo di stare insieme, tanto che, fuori dai Toilet Restaurants s’infoltiscono lunghe code alimentate anche da turisti che prenotano con molti giorni d’anticipo, per evitare di trovare tutti i water occupati proprio quell’unica sera in cui, magari, loro sono liberi!
A sentire chi ha provato quest’esperienza, pare che tutto sia davvero impeccabile e appetitoso nei Toilet Restaurants: dal servizio (senza doppi sensi!) all’igiene, dalla qualità del cibo all’originalità dei piatti, fino ai prezzi contenutissimi, davvero concorrenziali.
Insomma, se gli Orientali sono maestri nell’imitazione e nella contraffazione, in questo caso si sono dimostrati assolutamente originali e innovativi. Tanto che sono stati gli Europei, questa volta, ad aver rubato loro l’idea geniale.



A Oporto, in Portogallo, è stato infatti inaugurato, nel 2007, il primo ristorante occidentale in versione stanza-da-bagno. Si chiama W’Duck e si trova nella vecchia Sapataria, al 245 di Avenida de Républica: l’ambiente è raffinato e suggestivo, curato in ogni dettaglio, tanto da riuscire a tramutare la volgare intimità in sensuale eleganza. Qui, i water diventano futuristici troni e i veli di carta igienica sembrano fazzoletti merlettati. Immagino musica fusion soffusa in sala, luci basse e ammiccanti, cameriere e maitre in abbigliamento provocante e, probabilmente, anche un conto decisamente salato a fine serata, anziché un pitale in plastica come souvenir. Naturalmente, qui, come in ogni toilet di lusso che si rispetti, non poteva mancare la vasca da bagno, accogliente, calda e profumata, dove, al termine della cena, ci si può immergere, sorseggiando una coppa di champagne e svuotando liberamente la testa – prima ancora del corpo - di tutti i pensieri, possibilmente in dolce compagnia!



Non posso concludere questo inusuale argomento senza una confidenza personale e un suggerimento scherzoso: la confidenza è che, per quanto mi riguarda, non sento alcuna attrazione verso questa bizzarria culinaria-ambientale e ribadisco la mia preferenza per i piccoli ristoranti appartati, le cene romantiche a lume di candela e le giuste compagnie, più che sufficienti a stuzzicare fantasia e golosità. Il suggerimento è, invece, per coloro che, a differenza di me, decidessero di andare in uno dei locali di Wang il muckcracker. Stando lì, cercate di evitare, per quanto possibile, di chiedere dov’è la toilette, perché rischiereste di sentirvi rispondere: “Ci siete seduto sopra, signore!”

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