Cultura
L’identità culturale dell’olio di oliva è legata alla magia e anche al sesso
Dagli Antichi Greci fino al mondo arabo l'olio d'oliva come ingrediente liquido funge anche da metafora per comprendere la natura mediterranea
27 giugno 2024 | T N
L’olio di oliva oggi è soprattutto il principe della dieta mediterranea, il re dei grassi. E’ quindi un alimento salubre, conosciuto soprattutto per le sue virtù nutrizionali.
Nel passato, però, l’olio di oliva svolgeva molte più funzioni, anche molto lontane dall’attuale immaginazione.
In un volume di Ibn al-Durayhim al-Mawsilà, la compilazione trecentesca KitaÄ«b ManaÄ«fiÊ» al-ḤayawaÄ«n (Libro degli usi degli animali) dimostra gli usi magici dell'olio d'oliva per il miglioramento o l'impedimento del sesso se combinato con determinati sottoprodotti di origine animale. L’olio d’oliva non era necessariamente l’oggetto che rendeva magici alcuni piatti o oggetti, ma piuttosto era un mezzo necessario che permetteva ai prodotti risultanti di incantare.
Ancor prima gli Antichi Greci usavano l’olio di oliva per finalità sessuali, come dimostrato da Martin Kilmer nel libro Greek Erotica on Attic Red-Figure Vases.
La prova più convincente di Kilmer per l'uso dell'olio di oliva come lubrificante è il noto tondo di Douris c. 490 a.C. L’attenzione è attirata da un aryballos, un piccolo vaso per l'olio, dalla sua posizione prominente, in equilibrio sopra il mucchio di vestiti.
Le rappresentazioni del sesso omosessuale maschile sono, ovviamente, molto più caute, ma i riferimenti all’olio di oliva sono frequenti. L'uso corretto dell'olio può essere quello per strofinare dopo l'esercizio, come dimostrato nella scena della palestra su un cratere a calice attico a figure rosse di Euphronios, c. 510-500 aC. Un giovane versa qualcosa da un aryballos sulla mano tesa con un gesto stravagante, presumibilmente prima di applicarlo su tutto il corpo.
Complessivamente, quindi, le pitture sui vasi greci suggeriscono fortemente l'uso dell'olio come lubrificante sessuale, sia nel sesso eterosessuale che in quello omosessuale. L'unica possibile prova letteraria si trova in un frammento di un poema molto più tardo di Rhianus del III secolo aC. Si rivolge a un Barbone (pisside) ricoperto di “olio d'oliva dolce” (glykos elaios) che lo tiene, vecchio, sveglio di desiderio.
L'olio d'oliva come ingrediente liquido funge anche da metafora per comprendere la natura mediterranea malleabile e adattabile di coloro che lo usavano e consumavano. Questo approccio permette agli studiosi contemporanei di scoprire una comprensione più ricca della fluida e mutevole identità culturale mediterranea.
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