Cultura
La Pasqua e l'olivo: speranza, benessere e umiltà
Il simbolismo dell'olivo nella Pasqua va oltre la Domenica delle Palme e l'arrivo di Gesù a Gerusalemme. Cristo va a pregare nel Getsemani prima del sacrificio. Il rametto di olivo benedetto che viene distribuito ai fedeli è simbolo della pace portata da Gesù e della resurrezione
19 aprile 2019 | T N
Generalmente l'olivo e la Pasqua vengono accostati solo riguardo alla Domenica delle Palme e all'arrivo di Gesù a Gerusalemme, accolto dai cittadini in festa con rami di palme e di olivo.
Qualcun altro, a proposito di resurrezione, accosta l'olivo alla Pasqua poichè la colomba, dopo il Diluvio Universale, portà a Noè proprio un ramoscello d'olivo nel proprio becco a simboleggiare la rinnovata pace tra Dio e gli uomini.
Carica di simbolismo poi la notte di preghiera di Gesù nel Getsemani, che significa "frantoio dell'olio". L'orto ha ospitato Cristo la notte prima della crocifissione, in mezzo agli olivi.
La tradizione cristiana, spesso, si concentra su questi tre episodi, veri o epici, per legare l'olivo alla Pasqua dimenticando che vi sono legami più propondi nelle Sacre Scritture, non sempre ricordati a sufficienza.
Nel famoso apologo di Iotam, il primo albero a cui gli altri chiedono di regnare su di loro è l’ulivo, e questo rivela l’alta considerazione che gli uomini ne hanno. La risposta che esso dà aggiunge saggezza e umiltà: "Rinuncerò al mio olio, grazie al quale si onorano dèi e uomini, e andrò a librarmi sugli alberi?" (Gdc 9,9). Allo stesso modo, durante la preghiera al Getsemani, Cristo avrebbe detto: "Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà." (Matteo 26,42). L'umiltà di Gesù di fronte al sacrificio è rappresentata invece nell'ingresso a Gerusalemme a dorso di un asino e non, come si addirebbe a un re, a cavallo. Identica, secondo molti teologi, l'idea della modestia, della rinuncia, del sacrificio per un bene superiore, per ergersi alla salvezza.
Non casuale il richiamo dell'olivo nei salmi: “Ma io, come olivo verdeggiante nella casa di Dio, confido nella fedeltà di Dio in eterno e per sempre” (Sal 52,10) e ancora “i tuoi figli come virgulti d'ulivo intorno alla tua mensa” (Sal 128,3).
Se l'olivo, quindi, è accostato alla passione, quindi al sacrificio per un bene superiore, e quindi alla speranza, l'olivo ha anche profondi legami con il benessere e la fecondità.
L'olivo è infatti uno dei sette prodotti simbolo della ricchezza della terra promessa: "II Signore tuo Dio sta per farti entrare in un paese fertile, paese di frumento, di orzo e di viti, di fichi e di melograni; paese di ulivi, di olio e di miele" (Dt 8,8; 2 Re 18,32).
La ricchezza, però, nella tradizione cristiana va condivisa: "quando bacchierai i tuoi olivi, non tornerai indietro a ripassare i rami: saranno per il forestiero, per l'orfano e per la vedova" (Dt 24, 20).
Vi è quindi un legame forte tra l'olivo, simbolo di speranza, benessere e umiltà, e la religione cristiana.
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