Cultura
La rivoluzione culturale: dall'economia finanziaria e quella di sussistenza
Nella lectio magistralis all'University College di Torino, Carlin Petrini non teorizza solo un nuovo stile di consumo ma un nuovo modello di società, con la rivalutazione del commercio locale e la creazione di una piccola distribuzione organizzata
06 marzo 2014 | Ernesto Vania
Carlin Petrini non le manda a dire e mette sul banco degli imputati un modello sociale e di sviluppo, insieme con il suo artefice più importante, ovvero la Grande Distribuzione.
E' un discorso a tutto tondo quello del patron di Slow Food che parte dalla contrapposizione tra economia finanziaria, quella che viviamo oggi, e quella di sussistenza, che rappresenterà il futuro.
E' stata accolta con un misto di curiosità e scetticismo, oltre che con una seire di polemiche, la sua lectio magistralis all'University College di Torino, dove gli è stata conferita la laurea honoris causa in Legge Comparata, Economia e Finanza.
Secondo Carlin Petrini la società basata sull'acccumulo non ha ragion d'essere perchè, come gli ricordava sempre sua nonna, poi i soldi non si portano nella tomba. Facendo l'esempio di un piccolo ristorante a conduzione familiare nei pressi di Torino, non sempre aperto, ma frequentatissimo. “A chi chiedeva alla proprietaria – spiega Petrini – perchè non tenesse più spesso aperto, rispondeva che non voleva essere la più ricca del camposanto.”
Per comprendere ancor meglio il suo pensiero, fa l'esempio del latte. Viene pagato 32 centesimi al litro. Ma poi, quello stesso latte, se scremato arriva a costare 1 euro al litro sugli scaffali. Se poi è arricchito di omega 3, giunge a costare 1,60 euro al litro. “E' solo uno dei tanti paradossi che abbiamo di fronte – afferma Petrini - il latte “vero”, quello davvero buono, costa tre volte meno di quello impoverito. Solo che la gente di fatto non lo può comprare, perché trova il latte solo al supermercato”.
Un esempio che serve a mettere sotto accusa proprio la GDO, che avrebbe ormai raggiunto il suo massimo punto di espansione.
Siamo arrivati a un momento storico in cui stanno esplodendo tutte le contraddizioni del sistema economico e di sviluppo creato e la reazione è che “attraverso il cibo la gente sta tornando a cogliere il vero significato di cosa significa dare il giusto valore alle cose.”
A 65 è quindi pronto a lanciare la sua nuova sfida. "Proprio come successo per Slow Food, nato come reazione alla cultura dei “fast food”, così è ormai maturo il tempo per un nuovo modello distributivo, basato sulla piccola distribuzione organizzata – ha concluso Petrini - Negli Stati Uniti il sistema delle cosiddette 'community supporter' sta affermandosi in misura crescente. I tempi sono maturi anche per l'Europa".
Ma cos'è la piccola distribuzione organizzata? “Un modello distributivo che può svilupparsi solo a livello locale ma che, sul territorio, può diventare davvero alternativa al modello della grande distribuzione.”
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