L'arca olearia
Microonde per trasformare la sansa di oliva in biocarburante

La sansa dopo il passaggio a micronde è adatta per caldaie e altre applicazioni energetiche, come la produzione di elettricità. Inoltre, la vendita di questo prodotto potrebbe contribuire alla diversificazione delle fonti di reddito dei frantoi
22 gennaio 2025 | 10:00 | R. T.
Un gruppo di ricerca dell’Università di Jaén ha sviluppato un metodo veloce che utilizza per la prima volta le microonde per trasformare la snasa di oliva, il principale sottoprodotto generato nei frantoi dopo l’estrazione dell’olio d’oliva, in biocarburante. Questo processo ottiene un nuovo materiale, chiamato idrocarico, combustibile solido con un potere calorifico più elevato rispetto ad altre tecniche, come la pirolisi e in soli 30 minuti. Un altro vantaggio di questo sistema è che può essere fatto sul posto, senza la necessità di trasportare i rifiuti in altri luoghi per eseguire il trattamento.
Come spiegano gli esperti, il prodotto finale è adatto per caldaie e altre applicazioni energetiche, come la produzione di elettricità. Inoltre, la vendita di questo prodotto potrebbe contribuire alla diversificazione delle fonti di reddito dei frantoi, riducendo l’impatto ambientale della loro attività e contribuendo all’economia circolare, afferma la Fondazione Discover, ricercatrice presso l’Università di Jaén Adnan Asad Karim, co-autrice di questo studio.
Normalmente, i metodi tradizionali per ottenere biocarburante da sansa di oliva sono spesso inefficienti, in quanto richiedono processi lunghi e costosi che comportano un elevato consumo di energia. Inoltre, possono generare grandi quantità di rifiuti e di emissioni, che hanno un impatto negativo sull’ambiente e quindi la loro redditività e sostenibilità sono limitate.
Per migliorare questi aspetti, il team di ricerca ha sviluppato questo processo termico che ottimizza la temperatura e il tempo utilizzati per trasformare questo sottoprodotto, riuscendo a generare biocarburanti in mezz’ora rispetto alle solite quattro ore.
Per concludere quale fosse il tempo e la temperatura ottimali, i ricercatori hanno condotto diversi esperimenti che variavano entrambi i fattori. Hanno concluso che potevano ottenere materiale con buone proprietà di combustione sottoponendolo a questa tecnica termica in un reattore a pressione, su una scala di laboratorio, a 250 gradi Celsius per circa mezz'ora. Il materiale risultante, che sembra polvere, può essere trasformato in pellet per facilitarne la gestione, aggiunge Adnan Asad Karim.
D’altra parte, gli esperti hanno scoperto che, a causa delle proprietà della sansa, come il suo contenuto di minerali e umidità, le reazioni chimiche che si verificano durante la sua combustione possono corrodere il metallo, generare problemi di accumulo di rifiuti e ridurre la vita utile delle caldaie. Tuttavia, il metodo proposto minimizza questi rischi. Il biocarburante solido ottenuto è un'opzione sicura ed efficiente per l'uso in caldaie e altri sistemi di combustione, migliorando sia l'efficienza che la durata delle apparecchiature, aggiunge la ricercatrice dell'Università Jaén Manuel Cuevas Aranda, co-autrice dello studio.
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