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L’olio di oliva è amico dell’ambiente, quello a denominazione di origine ancor di più

L’olio di oliva è amico dell’ambiente, quello a denominazione di origine ancor di più

I benefici ambientali dell’olivo e dell’olio di oliva sono spesso disconosciuti. Le indicazioni geografiche dell’extravergine svolgono ruoli positivi per l'ambiente, anche se indirettamente in molti casi

05 giugno 2024 | R. T.

L’olivo c’è da tempo immemore nel paesaggio italiano e quindi il ruolo ecologico svolto da questa coltura è spesso disconosciuto. Lo stesso vale per l’olio di oliva, prodotto che ha un bassissimo impatto ambientale e addirittura può arrivare a essere a carbon footprint negativo (assorbire più CO2 di quante ne emette) durante l’intero ciclo di vita.

Nel corso della Giornata mondiale dell’ambiente è dunque utile ricordare il ruolo che svolge l’olivo per tutti noi. Non solo l’olivo ma l’olivicoltura nei vari territori e quindi l’olivicoltura a denominazione di origine. L’extravergine Dop/Igp troppo spesso non viene sufficientemente valorizzata dal punto di vista ambientale, nonostante il legame tra l’alimentazione e l’ambiente costituisca una questione centrale dal punto di vista del consumatore e nel dibattito politico. I prodotti a indicazione geografica, grazie alla loro associazione con territori specifici e collegamenti a specifiche risorse locali, possono migliorare la sostenibilità economica, sociale e ambientale.

L’olio di oliva è amico dell’ambiente, quello a denominazione di origine ancor di più

L’Università di Firenze ha indagato il rapporto tra la tutela giuridica delle indicazioni geografiche e l’ambiente, analizzando le Specifiche di Prodotto delle 107 indicazioni geografiche di olio di oliveto iscritte nell’Unione Europea. I ricercatori hanno eseguito l’analisi utilizzando una serie di indicatori relativi a sei aree tematiche di potenziale impatto ambientale, tra cui varietà arboree, intensità di produzione, metodi fitosanitari e di fertilizzazione, gestione del suolo e dell’acqua, tecniche di raccolta e post-raccolta e consapevolezza ambientale.

I risultati indicano che le preoccupazioni ambientali non sono considerate in larga misura nelle specifiche del prodotto; infatti, derivano più dalla necessità di raggiungere qualità di prodotto specifiche che da qualsiasi interesse diretto per l'ambiente.

In ogni caso, esistono alcune differenze rilevanti tra tutte e sei le aree tematiche (regole sull’uso di specifiche varietà rare e sui limiti massimi di produzione sono le più diffuse in questo senso) e tra i paesi dell’Unione Europea: la Francia e l’Italia sono caratterizzate dai più alti livelli di cura ambientale.

I ricercatori hanno individuato alcuni casi in cui i produttori riconoscono che le specificità territoriali sono molto importanti nel plasmare la qualità del prodotto, e di conseguenza prestano particolare attenzione agli effetti ambientali positivi. Inoltre, l’analisi dei dati riporta un ‘greening’ di Product Specifications nel tempo, che evidenzia una tendenza verso una concezione più completa dei prodotti tipici e delle indicazioni geografiche, legate non solo alle caratteristiche organolettiche ed edonistiche, ma anche a quelle ambientali e sociali.

In conclusione, sebbene la protezione delle indicazioni geografiche non possa essere considerata come strumento ambientale di per sé, può potenzialmente svolgere un ruolo positivo nella conservazione ambientale, fungendo da ostacolo alla crescente intensificazione del settore dell’olio e preservando così i sistemi agricoli tradizionali. Infatti, le indicazioni geografiche offrono l'opportunità di territorializzazione delle norme di produzione rispettose dell'ambiente, tenendo conto delle specificità locali.

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