L'arca olearia

Paure e speranze per la prossima campagna olearia in Calabria e Sicilia

Paure e speranze per la prossima campagna olearia in Calabria e Sicilia

La situazione produttiva appare disomogenea in entrambe le Regioni ma ora si guarda al gran caldo, con la paura di una cascola abbondante, e alla possibilità di attacchi fungini e di mosca. L’incognita prezzi aleggia sul comparto già in fibrillazione

21 luglio 2023 | T N

Si chiuderà con giacenze zero ancor prima di cominciare ad accendere i frantoi la campagna olearia 2022/23 in Calabria e Sicilia, con la speranza che il carico produttivo, che si prospetta buono ma non ottimo, non venga decimato da caldo, mosca delle olive o attacchi fungini.

Una situazione complicata fin dalla fioritura, che era abbondante quasi ovunque, ma con un’allegagione più bassa di quanto sperato per le abbondanti piogge in maggio e giugno. Ed ecco che in Calabria c’è già il timore della lebbra che aleggia sugli oliveti e fa paura tanto quanto quello della mosca olearia. In Sicilia, invece, è il gran caldo, con temperature anche oltre i 40 gradi, che fanno temere cascole abbondanti negli oliveti non irrigui.

A far capolino, in particolare tra i frantoiani, è l’incognita prezzi: a quanto ritirare l’olio extra vergine di oliva della prossima campagna? A quanto ritirare le olive? Il timore è infatti di rimaner senza olio, offrendo quotazioni troppo basse, ma anche di rimetterci se i prezzi scenderanno a gennaio o febbraio.

Intanto, però, è utile una ricognizione territoriale, per quanto parziale, per cercare di capire la situazione produttiva nei vari territori, cominciando dalla Calabria.

“Siamo stati sorpresi da un’ottima fioritura ma molto tardiva – ammette Consuelo Garzo (Seminara RC) – non abbiamo avuto una vera e propria primavera. Tanta pioggia e l’allegagione ne ha risentito un po’. Siamo al 60-70% di una piena campagna. Qualche problema ci viene segnalato per attacchi fungini dovuti proprio alle molte piogge.”

“Nella nostra area la produzione è purtroppo molto bassa – afferma Roberta Canino (Catanzaro) – sono andate male sia la fioritura che l’allegagione. Sulla costa ionica in realtà vi erano alte aspettative per una discreta fioritura ma sono andate deluse, specie sulle colline. Verso il mare la produzione è un po’ più abbondante ma comunque a macchia di leopardo. Abbiamo avuto anche qualche problema di tignola.”

“Sarà la zona di Lamezia a salvare la Calabria olearia – afferma Mimmo Fazari (San Giorgio Morgeto RC) – dopo l’ottima produzione dell’anno scorso da noi aspettavamo un’annata di scarica ma la fioritura era stata comunque buona, al 60-70%, ma poi l’allegagione ci ha riportato a livelli del 30-40% di un’annata di piena produzione. Benino l’Ottobratica, meno Roggella e Carolea.”

“Nella mia area abbiamo problemi con varietà come Nocellara messinese e Nocellara del Belice, con cali piuttosto consistenti – afferma Cesare Renzo (Rossano in Calabria CS) – il problema è stato il ritardo della fioritura a causa del clima. Direi che siamo al 70% del pieno carico ma in alcuni areali le perdite produttive sono molto più consistenti.”

Situazione in chiaroscuro dunque in Calabria mentre più promettente è in Sicilia dove ci si aspetta un’annata più abbondante del solito, anche se non di piena carica.

“L’allegagione si presenta piuttosto regolare, anche grazie alle piogge di maggio – afferma Giosuè Catania (Catania) – la produzione è buona, non proprio di piena carica ma superiore agli anni precedenti, per ora. Gli effetti del caldo di questi giorni si vedranno purtroppo solo tra qualche settimana. Siamo all’indurimento del nocciolo e pronti per il monitoraggio della mosca delle olive.”

“Al momento sono soddisfatta e fortunata. La fioritura e l’allegagione sono state anticipate. E’ piovuto prima e dopo la fioritura e l’allegagione, condizioni quasi ideali – ci racconta Antonella Titone (Locogrande TP) – E’ un’annata di carica quasi piena, al 70-80%. Poi non ho ancora iniziato a irrigare, proprio perché le piogge si sono protratte fino a fine di giugno, un’anomalia positiva per la Sicilia.”

“La situazione appare generalmente migliore nelle pianure che non in collina che in montagna. Ora preoccupa un po’ il caldo torrido – afferma Elio Menta (San Cipirello PA) – al momento stimo che siamo al 60-70% dei una campagna di piena produzione, e poteva essere migliore la situazione senza le troppe piogge a maggio e giugno. Comunque gli areali che manifestano i maggiori carichi sono Palermo, Agrigento e Trapani.”

“Se debbo proprio lanciarmi direi che sul Monte Etna siamo al 60% di una campagna di piena produzione mentre nella piana di Catania al 70% - ci dice Sergio Pappalardo (Santa Maria di Licodia CT) – Fioritura ottima ma con qualche problema di allegagione. Il monitoraggio della mosca è iniziato, con la preoccupazione che prevalga la tradizione sulla scienza e che il controllo non sia così puntuale.”

Meglio dunque la Sicilia della Calabria ma la somma delle produzioni delle due Regioni olivicole più importanti d’Italia, dopo la Puglia, non si discosterà probabilmente così significativamente rispetto all’anno passato.

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