L'arca olearia

UNA CAMPAGNA CHE MANTIENE LE PREVISIONI ANCHE SE LA RACCOLTA PROCEDE PIU’ A RILENTO DI QUANTO CI SI POTESSE ASPETTARE. LA SORPRESA DI QUEST’ANNATA E’ LA TURCHIA

In Italia il risultato quali-quantitativo è condizionato da un tardivo attacco di mosca, alla fine di settembre, e dalla siccità estiva. La concorrenza internazionale si fa sempre più agguerrita. Tunisia e Marocco investono in tecnologia olearia, impiantistica e consulenza, così facendo un grande balzo qualitativo

02 dicembre 2006 | Alberto Grimelli, Marcello Scoccia

A campagna ormai avviata, come consuetudine, Teatro Naturale fa il punto sull’annata che si presenta mediamente in ritardo di almeno due settimane rispetto agli anni precedenti.
Sebbene ormai in tutti i Paesi la raccolta sia iniziata risulta infatti sorprendente che in alcune aree sia stato raccolto, ad oggi, ancora meno del 20% della produzione complessiva.

L’Italia tra tutte le nazioni produttrici è probabilmente quella dove le operazioni di raccolta hanno proceduto più speditamente e risulta ormai nei tini il 40-50 % della produzione che è stimabile, quest’anno, in 250-300 mila tonnellate di olio. A deludere, in prevalenza, le regioni centrali che, con poche eccezioni, fanno segnare saldi negativi. Anche il Sud, tuttavia, non può sorridere. In Puglia la zona di Foggia, in misura minore il barese e il salento, hanno subito un grave attacco di mosca sul finire di settembre e non ovunque è stato controllato nella maniera più adeguata, con perdite quali-quantitative non trascurabili. Anche in Calabria la mosca, insieme alla siccità, ha contribuito a comprimere la produzione. Si salva probabilmente la Sicilia che in alcune microaree farà anche segnare incrementi considerevoli per qualità e quantità del prodotto.

In Spagna si conferma una produzione di 1,1-1,2 milioni di tonnellate, ormai da considerarsi come una produzione media per il Paese iberico che si conferma così vero ed indiscutibile leader di mercato. Qui è finora stato raccolto intorno al 20% del prodotto, la campagna è quindi in indubbio ritardo e giungono i primi campioni solo dalla zona di Cordoba e Siviglia anche se si attendono buoni risultati anche nel Nord.

La Grecia sembra aver risolto l’annoso problema dell’alternanza e conferma, anche per quest’anno, la sua produzione, pari a 300 mila tonnellate. Pochi ed isolati i problemi di mosca, si rileva in qualche campione del Pelopponeso un percettibile, anche se non fastidioso, aroma di legno. Di buona qualità invece la Koroneiki. Insieme con l’Italia la Grecia è il Paese dove è stato raccolta la maggior parte della produzione (30 %).

La vera sorpresa di quest’anno sarà la Turchia che farà segnare un record produttivo, con una produzione uguale o superiore alle 200 mila tonnellate di olio di buona qualità.
Qui, come in Siria è stato raccolto circa il 20% del prodotto. Nel Paese medio orientale si conferma un’annata di carica, e di buona qualità generale, per circa 160-180 mila quintali.

Una diminuzione della produzione si attende invece in Tunisia che dovrebbe attestarsi sulle 150 mila tonnellate. Qui la campagna è appena cominciata considerando che è stato raccolto tra il 10 e il 20% del prodotto totale.
In Tunisia come in Marocco (50 mila tonnellate) si registra un consistente e apprezzabile miglioramento della qualità generale delle produzioni che, oggi, possono competere quasi alla pari con quelle comunitarie grazie soprattutto a investimenti crescenti sul fronte della tecnologia olearia ma anche su quello agronomico. Le consulenze di professionisti italiani ma anche spagnoli e greci stanno effettivamente dando buoni frutti.

Nel complesso, ad oggi, il mercato internazionale sta ancora lavorando e “consumando” le scorte che, solo per la Spagna, ammontavano a 200 mila tonnellate.
E’ presumibile comunque che le nuove produzioni saranno abbondantemente disponibili a partire dalla seconda metà di dicembre, per raggiungere il loro culmine in gennaio, periodi in cui ci sia attende, in base alle analisi del Presidente di Sos Cuetara Salazar, una diminuzione generalizzata delle quotazioni.

Potrebbero interessarti

L'arca olearia

La gestione dell’occhio di pavone dell’olivo: ecco come ridurre i trattamenti necessari

Intervenendo al momento opportuno contro l’occhio di pavone, l’efficacia non è inferiore al livello di controllo della malattia raggiunto da 9 trattamenti consecutivi in una stagione. La gestione della patologia deve essere annuale

17 dicembre 2025 | 11:00

L'arca olearia

I coadiuvanti per l'estrazione dell'olio d'oliva: aumentare l'efficiacia di estrazione del 2%

L'uso di coadiuvanti migliora la resa di estrazione dell'olio d'oliva. La valutazione sensoriale ha dato lo stesso risultato per tutti gli oli non importa se è stato utilizzato o meno un coadiuvante, indicando che questi composti agiscono solo fisicamente sul processo di estrazione

16 dicembre 2025 | 12:00

L'arca olearia

L'utilizzo dell’inerbimento su olivo per ripristinare la fertilità dell'azoto nel suolo delle zone aride

L'olivo inerbito ha ripristinato la fertilità dell'azoto nel suolo con le riserve di azoto più elevate dopo 18 anni, compreso l'azoto totale. Le scorte di azoto minerale sotto l'olivo inerbito sono aumentate costantemente

15 dicembre 2025 | 14:00

L'arca olearia

Comunità batteriche sintetiche per difendere l'olivo

Assemblate due SynCom, ovvero comunità batteriche sintetiche, formate da tre batteri ciascuno, selezionati per la loro stabilità, sinergie funzionali e potenziale di biocontrollo. La nuova frontiera è la gestione funzionale del microbioma vegetale

14 dicembre 2025 | 12:00

L'arca olearia

L'influenza della raccolta tardiva delle olive sulle composizioni di acidi grassi, sui composti fenolici e sugli attributi sensoriali dell'olio d'oliva

Ritardare troppo la raccolta delle olive aumenta l'acido palmitico, l'acido stearico, l'acido linoleico e in generale il tenore di acidi grassi polinsaturi nell'olio d'oliva. In calo anche il contenuto fenolico e di acido oleico

13 dicembre 2025 | 12:00

L'arca olearia

La relazione tra mosca olearia e lebbra dell’olivo

La Grecia sta sperimentando una recrudescenza della lebbra dell’olivo che sta facendo nascere miti e leggende metropolitane. Gli agronomi della Messina hanno deciso di fare chiarezza

13 dicembre 2025 | 10:00