L'arca olearia

L'inquinamento atmosferico influisce sulla biologia dell'olivo e sulla qualità dell'olio d'oliva

Con l'aumento dell'attenzione alla salubrità degli alimenti, assume rilevanza la contaminazione dovuta alla vicinanza dell'oliveto a siti inquinanti. Possono i metalli pesanti che si depositano sull'oliva trovarsi poi nell'extra vergine? L'olio ottenuto in questi luoghi è realmente benefico per la salute?

09 dicembre 2016 | R. T.

L'attività umana si sta estendendo e il terreno agrario disponibile sta diminuendo. Suolo, acqua e aria sono sempre più inquinati.

In un simile contesto è impensabile che l'olivicoltura mondiale resti indenne.

Comprendere se e in che misura l'inquinamento atmosferico può incidere sulla produttività dell'olivo e sulla qualità dell'olio è stato l'oggetto di un lavoro di un team italo-tunisino. A guidarlo l'Università della Basilicata.

Lo studio è stato condotto su due oliveti, uno sito vicino a una fabbrica di fertilizzanti e uno in zona “non inquinata”. Entrambi gli oliveti hanno ricevuto identiche cure colturali.

L'obiettivo della ricerca era valutare le risposte fisiologiche e biochimiche sulle piante esposte a inquinamento, in particolare da metalli pesanti (Cd, Cu, Fe, Mn, Ni e Pb), rispetto alle piante controllo. Identica analisi è stata effettuata sull'olio prodotto in entrambe le olivete.

I risultati sono confortanti e preoccupanti al tempo stesso.

Foglie, radici e frutti negli olivi in siti inquinati mostrano una diminuzione delle loro difese antiossidanti, sia enzimatiche sia non enzimatiche, e una rottura della omeostasi ormonale.

In piante site in aree inquinate, quindi, i livelli di equilibrio del metabolismo biochimico della pianta sono alterati, così anche i livelli ormonali.

Uno stato fisiologico anomalo che è quasi visibile ad occhio nudo. Infatti nei siti inquinanti le foglie e le olive presentano livelli di pigmentazione significativamente inferiori.

Tutto questo, secondo la ricerca, produce oli con caratteristiche chimiche e sensoriali nettamente inferiori rispetto ai siti controllo, anche se sempre all'interno dei parametri per la classificazione come extra vergine d'oliva.

Ma i metalli pesanti che si accumulano, inevitabilmente, sulla superficie esterna dell'oliva possono poi essere trasferiti all'olio? Solo in misura trascurabile, secondo i ricercatori.

L'olio prodotto in aree inquinate, quindi, non è tossico per l'uomo ma certamente perde alcune delle caratteristiche, nutrizionali e salutistiche, che lo rendono un super food.

Bibliografia

Radhia Fourati, Antonio Scopa, Chedlia Ben Ahmed, Ferjani Ben Abdallah, Roberto Terzano, Concetta Eliana Gattullo, Ignazio Allegretta, Fernanda Galgano, Marisa Carmela Caruso, Adriano Sofo, Leaf biochemical responses and fruit oil quality parameters in olive plants subjected to airborne metal pollution, Chemosphere, Available online 12 November 2016, ISSN 0045-6535

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