L'arca olearia

A rischio la fioritura dell'olivo con i cambiamenti climatici in atto

Il clima sta cambiando e unitamente all'anticipo sempre più marcato della fioritura dell'olivo, che lascia esposte le mignole a improvvisi ritorni di freddo, vi sono altre sgradite sorprese che mettono a rischio soprattutto gli oliveti dell'Italia centrale

06 maggio 2016 | R. T.

Gli anticipi, sempre più consistenti, della fioritura dell'olivo possono portare con sé sgradite sorprese.

E' quanto accaduto sulla fascia appenninica italiana nella settimana del 25 aprile, con un improvviso ritorno di freddo, temperature comprese tra zero e cinque gradi, talvolta la neve negli oliveti.

Spesso, in questi casi, la vitalità delle mignole è stata compromessa. All'apparenza i danni non sono visibili ma è sufficiente sezionare un bocciolo fiorale e guardarlo a una lente d'ingrandimento per notare che il colore tende al marrone-bruno, segno evidente di una prematura morte dei tessuti.

La fioritura anticipata, però, non porta con sé solo il problema delle gelate tardive ma anche di fenomeni più subdoli, legati ai cambiamenti climatici in atto.

Una ricerca dell'Università di Perugia, di quella di Jaen e dell'Istituto per l'olivicoltura tunisino ha permesso di scoprire che a rischio potrebbe esserci proprio la fioritura e l'allegagione dell'olivo.

I ricercatori hanno utilizzato un database molto ampio, dal 1993 al 2011, per analizzare temperature e cicli riproduttivi degli olivi a Perugia, Jaen e Zarzis (Tunisia).

Attraverso complessi metodi sono stati analizzati i trend climatici e di fioritura dell'olivo.

E' stato notato, prima di tutto, un innalzamento, in tutti e tre i siti indicati, della temperatura cumulata primaverile che spinge, evidentemente a un anticipo della fioritura dell'olivo.

E' così accaduto che anche le date di piena fioritura dell'olivo sono anticipate nei 19 anni presi in esame, anche se la tendenza è più chiara a Perugia e Zarzis che non a Jaen.

Ciò che deve però destare preoccupazione è che, dappertutto, le emissioni di polline sono in calo.

Vi è quindi una più alta temperatura media e una più bassa emissione di polline.

Il combinato disposto di questi due elementi è critico per la produttività dell'olivo. Ricordiamo infatti che il trasporto del polline dell'olivo avviene tramite il vento, un metodo a bassa efficienza che richiede, per sua stessa natura, l'emissione di una sovrabbondanza di polline per garantire buone fecondazioni.

A essere più colpiti dal fenomeno, evidentemente, saranno i territori meno olivetati, dove la densità del polline sarà sempre meno abbondante, abbassando la produttività degli oliveti.

E' proprio, probabilmente, la grande densità degli olivi a Jaen ad aver mascherato gli effetti dei cambiamenti climatici nell'area.

La gestione della fioritura dell'olivo diventerà, ben presto, uno dei temi agronomici più dibattuti in campo olivicolo.

Bibliografia

Fátima Aguilera, Fabio Orlandi, Luis Ruiz-Valenzuela, Monji Msallem, Marco Fornaciari, Analysis and interpretation of long temporal trends in cumulative temperatures and olive reproductive features using a seasonal trend decomposition procedure, Agricultural and Forest Meteorology, Volume 203, 15 April 2015, Pages 208-216, ISSN 0168-1923

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