L'arca olearia

L'analisi del DNA sull'olio extra vergine di oliva sbarca nei tribunali

Era il 2004 quando i ricercatori francesi dell'Inra ne auspicavano l'uso forense. Dai primi lavori del Cra-Oli e dell'Università Cattolica di Milano ai kit commerciali per l'estrazione del DNA dall'olio extra vergine di oliva. Oggi è persino possibile identificare gli impollinatori putativi 

11 dicembre 2015 | R. T.

L'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e l'operazione del Corpo Forestale dello Stato che hanno messo in luce la maxifrode da 7000 tonnellate di falso olio extra vergine di oliva italiano, ha visto nell'analisi del DNA l'arma fumante. Nell'olio sotto indagine sarebbero stati trovati extra vergini provenienti da Turchia, Siaria, Tunisia e Marocco. Ne deduciamo, quindi, che siano stati scoperti, negli oli etichettati come extra vergini italiani, cultivar di olivo caratteristiche di quelle aree geografiche.

Non si parla, quindi, né di Arbequina né di Arbosana (cultivar spagnole presenti in Italia negli impianti superintensivi) né della greca Koroneiki (ugualmente presente in misura minore negli impianti superintensivi e in qualche impianto intensivo).

L'attenzione quindi, si è immediatamente catalizzata sull'effettiva affidabilità del metodo. Giova ricordare che già nel 2004 i ricercatori dell'Inra ne auspicavano l'utilizzo in campo forense.

Solo in Italia hanno lavorato sull'estrazione del DNA dall'olio, per la caratterizzazione varietale e la tracciabilità, diversi istituti di ricerca: il Cra-Oli (ora Crea), l'Università Cattolica di Milano, l'Università di Parma, l'Università di Perugia, il Cnr, l'Università di Bari, l'Università di Udine e recentemente anche l'Università del Sannio.

Nel 2012 su Teatro Naturale pubblicammo un'intervista ai principali protagonisti della prima stagione delle ricerche sull'estrazione del DNA, evidenziando le lacune e i problemi del metodo.

Dal progetto di ricerca Olive Track (2003-2005) ad oggi sono nati persino dei kit commerciali per l'estrazione del DNA dall'olio di oliva ed è stato un fiorire di ricerche scientifiche in ogni Paese olivicolo del Mediterraneo. Se ne sono occupati certamente in Francia, Spagna, Portogallo e Tunisia, ma anche in molte altre nazioni. Nel 2014, in Italia, si è chiuso il progetto Certolio (“CERTificazione della composizione varietale, dell'origine geografica e dell'assenza di prodotti di sintesi negli OLI extravergini di Oliva” ), finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico, che ha permesso, di ottenere un “database, disponibile a tutti gli interessati” contenente “i profili molecolari dell’85% delle varietà di olivo italiane”. Secondo lo staff del progetto il database “è indispensabile per la tracciabilità varietale dell’olivo extravergine d’oliva al fine di tutelare e valorizzare il “Made in Italy”.

Molti dei problemi riscontrati nel metodo risultano ormai risolti o in via di risoluzione, in particolare per quanto riguarda l'estrazione del DNA dall'olio, processo particolarmente delicato, e l'amplificazione dei frammenti di DNA. La tecnologia PCR, in abbinamento con i marcatori SSR, offre un'alta affidabilità. Nel migliore dei casi oggi è possibile rintracciare e discriminare cultivar presenti fino all'1% nell'olio esaminato e, secondo la recente ricerca dell'Università del Sannio, anche gli impollinatori putativi.

I ricercatori campani hanno sviluppato un metodo “affidabile e non costoso” per l'estrazione del DNA da oli commerciali. Attraverso tale metodo il DNA è “straordinariamente stabile e suscettibile di analisi molecolari”. Grazie al metodo i ricercatori hanno individuato, dagli extra vergini sotto esame, quattro cultivar tipiche del Sannio e di distinguerle da quelle a più ampia diffusione. Inoltre, attraverso un'analisi statistica di parentela, i ricercatori hanno anche individuato gli impollinatori putativi. Katia Raieta, Livio Muccillo e Vittorio Colantuoni hanno quindi affermato che l'analisi del DNA è uno “strumento senza precedenti e potente per la tracciabilità dell'olio d'oliva.”

Bibliografia

Parte della bibliografia disponibile su DNA e olio d'oliva:

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