L'arca olearia

L'influenza delle micorrize e della calcite sulle caratteristiche dell'oliva

E' generalmente noto che l'inoculo con micorizze induce una maggiore resistenza delle piante agli stress ambientali. Non era noto, però, che vi fosse anche un impatto sulla composizione fenolica del frutto

20 marzo 2015 | R. T.

Le micorizze in olivicoltura, anche se poco utilizzate, hanno mostrato avere dei benefici sulla crescita delle piante e anche sull'induzione a resistenza e tolleranza a stress abiotici.

Alcuni ricercatori turchi hanno studiato, dal 2007 al 2013, l'effetto dell'inoculo con funghi micorrizici arbuscolari (AMF, intraradices Rhizophagus) e l'utilizzo di calcite micronizzata (MC) su varietà Sariulak per comprendere l'effetto sui singoli composti fenolici all'interno dell'oliva.

Anche la calcite micronizzata avrebbe un effetto stimolante sulla pianta.

I risultati hanno mostrato che, sulle piante inoculate, vi è stato un maggiore accumulo di idrossitirosolo e acido p-idrossibenzoico rispetto ai valori di piante non inoculate.

Al contempo, però, l'inoculazione ha comportato una riduzione vanillina, dimetilleuropeina e luteolina nei frutti.

Allo stesso modo diminuisce il contenuto di agliconi secoiridoidi nelle olive degli alberi inoculati
oli di oliva da alberi trattati generalmente tendono a diminuire.

Nel complesso è possibile affermare che aumenta la concentrazione di idrossitirosolo ma diminuisce quella di verbascoside.

Sebbene le differenze riscontrate siano significative nei frutti, simili differenze non sono state riscontrate poi negli oli prodotti.

I ricercatori turchi hanno così concluso che l'inoculo di micorrize e l'utilizzo di calcite influenzano più i fenoli con struttura idrofila di quelli con struttura lipofila.

Bibliografia

Zeki Kara, Derya Arslan, Mehmet Güler, Şebnem Güler, Inoculation of arbuscular mycorrhizal fungi and application of micronized calcite to olive plant: Effects on some biochemical constituents of olive fruit and oil, Scientia Horticulturae, Volume 185, 30 March 2015, Pages 219-227

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