L'arca olearia

Dna artificiale per proteggere l'extra vergine dalle contraffazioni?

Mentre la tracciabilità attraverso l’analisi degli isotopi sembra procedere spedita verso l'ufficializzazione, ecco un'altra proposta per difendere l'olio d'oliva: inserire delle nanoparticelle di Dna nella bottiglia. Il costo? 0,02 centesimi al litro

30 aprile 2014 | Graziano Alderighi

Il metodo della tracciabilità degli isotopi, di cui Teatro Naturale ha già parlato, sta riscuotendo sempre più interesse e sembra ormai ben avviato verso l'ufficializzazione nelle competenti sedi internazionali, dopo anni di studio da parte della Fondazione Edmond Mach e del Ministero delle politiche agricole.

Nel frattempo, però, altri ricercatori sono impegnati su diversi fronti. Per l'Università di Zurigo la soluzione sarebbe nel Dna, ma in quello artificiale. Le combinazioni genetiche sono potenzialmente infinite e ogni Dna potrebbe essere associato persino al singolo produttore, diventando "un marchio che non può essere rimosso" secondo quanto riportato da Robert Grass, docente presso il Dipartimento di Chimica e Scienze Biologiche Applicate del Politecnico Federale (ETH) di Zurigo.I ricercatori dell'ETH hanno utilizzato la nanotecnologia.Un pezzo di materiale genetico artificiale è il cuore della micro-etichetta, con un limite di rilevazione estremamente basso, così sono sufficienti piccole quantità per tale rivoluzionaria etichettatura. Ma i ricercatori si sono spinti oltre, utilizzando un rivestimento di silice per proteggere il Dna, una barriera fisica contro gli attacchi chimici che lo isola completamente dall'ambiente esterno, imitando i fossili naturali. Grass sta poi lavorando alla magnetizzazione, mediante ossidi di ferro, di queste particelle così da essere in modo rapido e semplice.

Gli esperimenti in laboratorio hanno dimostrato che queste "piccole etichette" si disperdono bene nell'olio senza comportare alcun cambiamento visivo, rimanendo stabili al calore e non alterando il processo di invecchiamento indotto. Il Dna, ovvero l'etichetta del futuro secondo Grass, è recuperabile con una soluzione a base di fluoruro e analizzabile mediante PCR, un metodo standard che può essere effettuato da qualsiasi laboratorio medico con una minima spesa. Sono sufficienti fino a un milionesimo di grammo per litro e volumi di un millesimo di litro per effettuare le prove di autenticità.Con questo nuovo sistema, secondo i ricercatori di Zurigo, di più, si potrebbero anche individuare sofisticazioni, perché se la concentrazione di nanoparticelle non corrisponde al valore originale, altro ne è stato aggiunto. Il costo di produzione di questa etichetta dovrebbe essere di circa 0,02 centesimi al litro.

 

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