L'arca olearia
Gli investitori cinesi non più solo alla finestra nel mondo dell'olio d'oliva
E' questione di giorni la formalizzazione dell'ingresso di venture capital dalla Cina nella compagine sociale di quattro frantoi spagnoli. Nessuna preoccupazione per il segretario di Infaoliva che afferma: “Deoleo possiede quasi tutti i marchi italiani e non accade nulla”
29 giugno 2013 | Graziano Alderighi
Teatro Naturale ne aveva già parlato qualche settimana fa (Capitali russi e cinesi in cerca di frantoi oleari. Solo veri affari, astenersi perditempo)
Si trattava solo di rumors che però hanno acquisito peso e rilevanza in questi giorni.
Un gruppo di venture capitalists cinesi infatti arriverà a Madrid, entro la fine di luglio, per chiudere il loro ingresso, in grande stile, nel mondo dell'olio d'oliva con l'acquisto di quote di partecipazione fino al 50% in quattro frantoi, tre dei quali nella sola provincia di Jaen.
In base a indiscrezioni, si tratterebbe del HNA Group che, recentemente, ha già acquisito il 20% di NH Hotels. I contatti sono stati intessuti anche grazie alla mediazione dell'Icex che tuttavia non vuole rilasciare dichiarazioni sul tema.
Secondo il segretario generale di Infaoliva l'interesse al momento sarebbe puramente speculativo, non avendo intenzione di entrare direttamente nel managment dei frantoi, ma semmai interessandosi solo della promozione dell'extra vergine aziendale sul mercato cinese.
Nessuna preoccupazione per questo cambio di mano negli assetti societari comunque. “Il fatto che due, tre o quattro frantoi passino sotto il controllo di investitori cinesi è solo interessante - conferma Enrique Delgado, segretario Infaoliva – perchè questo può solo significare un incremento delle vendite, in particolare proprio in Cina, paese con enormi potenzialità.”
Come riportato dall'Icex a crescente preoccupazione per una sana alimentazione in Cina "è una grande opportunità di sfruttare per le aziende olearie spagnole. Proprio la Spagna è leader di mercato e il paese principe nelle menti dei cinesi per quanto riguarda l'olio d'oliva.”
I dati danno ragione all'Icex. Tra i primi 20 mercati di esportazione per l'olio spagnolo, la Cina è quello con la più rapida crescita e nel 2011 è cresciuto fino a diventare il sesto in valore, raggiungendo gli 84 milioni di euro. Nel 2011 la Spagna aveva esportato 17.608 tonnellate di olio per quasi 63 milioni di euro, che significavano il doppio rispetto al 2010.
“Non siamo affatto preocccupati dell'ingresso di investitori stranieri – rassicura Delgado – perchè la cultura è qui, come anche le 600 mila tonnellate che annualmente produce la provincia di Jaen. E poi abbiamo un esempio in casa. Deoleo possiede quasi tutti i principali marchi italiani e assolutamente non accade nulla. I marchi italiani continuano a vendere.”
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