L'arca olearia
La concimazione fogliare dell'olivo con ammendanti organici funziona davvero?
Le possibili scelte sul mercato sono molte. Uno studio sull'efficacia della leonardine in fase di fioritura e come stimolo dell'attività di crescita fornisce molte risposte
18 maggio 2013 | R. T.
La fertilizzazione fogliare su olivo può avvenire anche con ammendanti organici o con residui animali e vegetali. Spesso, non sempre propriamente, questi fertilizzanti fogliari vengono venduti sotto il nome di biostimolanti.
Valutare l'efficacia di un prodotto o di un altro è tuttavia molto difficile poiché le risposte possono variare di anno in anno a causa di molti fattori.
Gli stessi prodotti, a seconda della loro origine, hanno composizioni molto diverse, dando luogo a risposte fisiologiche diverse.
Ecco alcuni esempi:
La leonardite proviene dai giacimenti di lignite; è ricca di acidi umidi e fulvici.
Il litotamnio è una farina di alghe coralline calcaree, ricca di calcio, magnesio e altri oligoelementi, si presenta sotto forma di polvere impalpabile finissima color crema oppure in granuli.
Fra le sostanze di origine vegetale, il panello di ricino è costituito dai residui dell'estrazione dell'olio dai semi del ricino, ed è ricco di proteine vegetali facilmente decomponibili, oltre che di azoto; è un ottimo ammendante e attivatore biologico, possiede proprietà insetticide e geodisinfestanti utili nella prevenzione dei marciumi del colletto.
I concimi a base di alghe, in polvere o liquidi più o meno concentrati, sono ricchi di fosforo, azoto, potassio, microelementi, vitamine, ormoni e acido alginico.
La borlanda infine è un residuo di lavorazione della barbabietola da zucchero (melasso di barbabietola; più raramente proviene dalle vinacce). Contiene fosforo in percentuali trascurabili, ma ha quantità di potassio anche più del doppio dell'azoto presente (N 3, K 6,5), tanto da doverla considerare soprattutto un concime potassico.
Laddove i tenori in elementi sono dichiarati o comunque ricavabili è possibile comprendere il valore fertilizzante di un prodotto ma, come nel caso della leonardite, gli apporti sono da acidi umici, l'efficacia è decisamente più dubbia.
Ci può venire quindi in aiuto una ricerca spagnola che ha proprio valutato l'efficacia della leonardite utilizzata come concime fogliare su olivo.
I riscontri hanno evidenziato che l'applicazione fogliare di leonardite forniva uno stimolo alla crescita vegetale, specie su piante ben nutrite. Riscontri positivi anche sulla fioritura e l'allegagione.
Restava tuttavia un dubbio, riguardante proprio la differenza di efficacia tra piante ben fertilizzate e non. In effetti è stato scoperto che l'applicazione fogliare di leonardite promuove l'accumulo di potassio, boro, magnesio, calcio e ferro nelle foglie. Tuttavia quando i valori di potassio e azoto nelle foglie sono sotto i limiti della sufficienza, ovvero si riscontra una carenza, l'applicazione fogliare di acidi umici era inefficace nel promuovere l'accumulo di queste sostanze nelle foglie.
Si evince quindi che la leonardite può effettivamente avee un positivo effetto sulle fisiologia, di crescita e riproduttiva, dell'olivo ma solo quando la pianta è messa nelle migliori condizioni nutrizionali.
Bibliografia
R. Fernández-Escobar, M. Benlloch, D. Barranco, A. Dueñas, J.A.Gutérrez Gañán, Response of olive trees to foliar application of humic substances extracted from leonardite, Scientia Horticulturae, Volume 66, Issues 3–4, October 1996, Pages 191-200
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