L'arca olearia
E se ci stessimo dimenticando di Prays oleae?
Attacchi di tignola dell'olivo sono segnalati in diverse parti d'Italia. Occorre prestare molta attenzione anche perchè i danni si vedranno solo tra qualche settimana
11 giugno 2011 | R. T.
Giugno, è tempo di tignola.
Occorre allora ricordare in quali condizioni climatiche si diffonde maggiormente questo fitofago.
Per gli adulti la temperatura minima per essere attivi è di 12-13°C mentre quella ottimale è rappresentata dai 25-30 °C.
L'influenza maggiore della temperatura si verifica soprattutto sull'ovideposizione e sulla vitalità delle uova. Lo sviluppo ottimale delle uova si ha intorno ai 18°C mentre temperature superiori a 27-28° C ne rallentano lo sviluppo.
Anche l'umidità dell'aria rappresenta un fattore di cui tenere conto.
Nelle uova diminuisce la percentuale di schiusura ad umidità inferiore al 60%. Per le larve di quinta età e le crisalidi il 50% di umidità rappresenta un fattore limitante. Per gli adulti un'umidità relativa del 50% rappresenta il valore ottimale.
Di solito il controllo della tignola viene effettuato mediante trappole a feromone per la quantificazione della popolazione ma utili indicazioni si possono avere anche dal monitoraggio direttamente in campo.
Sulle infiorescenze si nota la classica “ragnatela”, sintomo della presenza del fitofago. Generalmente è consigliabile un intervento solo laddove la presenza di tignola superi il 20-30% di infiorescenze infestate.
Raramente tuttavia la generazione antofaga, ovvero quella che colpisce i fiori, è pericolosa. Lo è maggiormente quella carpofaga, a danno dei frutti, in cui l'intervento è consigliabile al raggiungimento della soglia del 15% di olive infestate.
Ricordiamo che le varietà maggiormente suscettibili alla tignola sono Moraiolo e Canino.
Per la lotta alla generazione carpofaga è necessario utilizzare prodotti sistemici o citotropici in grado di raggiungere la giovane larva che si addentra all'interno dell'olivina. Il trattamento con questi prodotti si rende necessario al superamento della soglia di intervento del 15% di drupe con presenza di un uovo, l'intervento dovrà essere effettuato quando l'olivina raggiunge le dimensioni di un grano di pepe, in particolare quando il 50% delle uova sono schiuse.
Contro la tignola dell'olivo sono state realizzate prove con diversi formulati di Bacillus thuringiensis Berliner. In effetti il Bacillus thuringiensis avrebbe una discreta efficacia contro la tignola ma non si ottengono buoni risultati contro la generazione carpofaga. Ciò è dovuto al comportamento della larva neonata che penetra presto nell'oliva senza alimentarsi in superficie del batterio. Quindi, se si vuole utilizzare questo mezzo biotecnico, occorre trattare sulla generazione antofaga con l'obiettivo di diminuire la successiva popolazione di adulti ovideponenti sulle olivine.
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