Bio e Natura

BIOENERGIE, L’AGRICOLTURA DI OGGI HA ACCETTATO LA SFIDA?

La questione energetica rappresenta un elemento strategico importante sia per le politiche di sviluppo economico che per quelle ambientali.
Gli imprenditori agricoli se saranno capaci di raccogliere tale sfida e di rendersi protagonisti nello sviluppo delle bioenergie potrebbero far riacquistare peso all’agricoltura

12 gennaio 2008 | Mena Aloia

L’aumento del prezzo del petrolio e l’orientamento verso norme sempre più cogenti di sostenibilità ambientale fanno crescere l’interesse per la produzione ed utilizzazione dei cosiddetti biocarburanti, cioè i carburanti liquidi o gassosi ottenuti da processi di trasformazione chimica o biologica di biomasse di varia natura (prodotti agricoli, residui di processi, reflui agroindustriali e zootecnici).

In Europa l’importanza del potenziale contributo del settore per la produzione di bioenergie è stata riconosciuta con l’emanazione della Direttiva 2003/30/CE che prevede il raggiungimento per ogni Stato membro di obiettivi indicativi di sostituzione dei carburanti derivanti dal petrolio con biocarburanti o altri carburanti da fonti rinnovabili per una quota pari al 2% nel 2005 fino al 5,75% nel 2010.

La suddetta Direttiva è stata recepita in Italia in due tempi diversi, prima con il decreto legislativo n.128 del 30 maggio 2005 che ha individuato obiettivi nazonali più alla “nostra portata”: 1% entro il 31 dicembre 2005 e 2,5% entro la fine del 2010, poi con la legge 11 marzo 2006 n.81 che ha stabilito l’obbligo, per i distributori di carburanti che operano sul territorio nazionale, di immettere sul mercato benzina e gasolio contenenti percentuali crescenti di biocarburanti: fino al 5% nel 2010.

Sia la Direttiva Europea che il Decreto Legislativo n.128/2005 contengono un lungo elenco di prodotti potenzialmente utilizzabili come biocarburanti, ma, allo stato attuale, gli unici commercializzati ed utilizzati su larga scala sono il biodisel, bioetanolo, e il suo derivato ETBE.

Per quanto riguarda le altre tipologie di biocarburanti esistono, in altri paesi esempi significativi di utilizzazione.
Svezia, Francia, Austria, Germania utiizzano biogas derivante da effluenti zootecnici, come pure vengono utilizzati gli oli vegetali puri per l’alimentazione di motori diesel.

Anche il Consiglio europeo l’8-9 marzo 2007 ha adottato un piano d’azione globale in materia di energia riaffermando l’impegno a lungo termine della UE a promuovere lo sviluppo delle energie rinnovabili in tutta l’Unione anche dopo il 2010. Gli obiettivi vincolanti stabiliti sono stati quello di una quota del 20% di energie rinnovabili nel totale dei consumi energetici della UE entro il 2020 e quello di una quota minima del 10% per i biocarburanti nel totale dei consumi di benzina e gasolio per autotrazione sempre entro il 2020.
Gli obiettivi previsti vanno perseguiti anche attraverso il rispetto della sostenibilità della produzione, della reperibilità sul mercato di biocarburanti.

Per l’Italia ciò vuol dire realizzare entro il 2010 circa 2.000 MW di eolico, 500 MW di idroelettrico, 2.000 MW di biomasse e biogas e 1.000 MW di impianti fotovoltaici con investimenti previsti di circa 10 miliardi di euro.

In relazione a tutto ciò, Confagricoltura ed Enapra (Ente Nazionale per la Ricerca e la Formazione in Agricoltura) in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, hanno diffuso un opuscolo tecnico sugli aspetti normativi e tecnici attinenti ai biocarburanti e relative filiere.

La presentazione è avvenuta nel corso di un forum tenutosi a Roma il 19 dicembre scorso.
L’incontro è stato un momento di riflessione sugli scenari futuri e su come affrontarli al meglio considerando le attuali condizioni di incertezza normativa e di opprimente burocrazia.

La produzione di biocombustibili permetterebbe di aprire nuove opportunità e scenari nell’ambito della politica agricola, favorendo lo sviluppo rurale, la diversificazione del reddito e l’incremento dell’occupazione nelle zone agricole.
Tale obiettivo non può prescindere dall’adozione di atti legislativi finalizzati a garantire tutti gli attori che partecipano alle fasi della filiera allo scopo di garantire sia l’allocazione della materia agricola sia l’approvvigionamento dell’industria.

Le maggiori preoccupazioni collegate allo sviluppo dei biocarburanti sono da ricondurre al rischio dell’aumento del prezzo degli alimenti, perché si potrebbe creare una competizione fra produzioni agricole destinate all’alimentazione umana e quelle destinate alle produzioni energetiche.

Alle attuali condizioni di mercato, però, è da segnalare che gli incrementi dei prezzi di alcune colture, sono da attribuire solo parzialmente alla crescita della domanda dei biocarburanti.
E’ questo, ad esempio, il caso del frumento, data l’utilizzazione ancora del tutto marginale ai fini energetici.
Qui la crescita mondiale dei listini è da attribuire alle dinamiche di bilancio, contraddistinte da un forte aumento dei consumi alimentari non adeguatamente supportati da un relativo aumento dell’offerta.


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