Bio e Natura
Dalle Regioni italiane un altro no agli ogm
Ribadito l'impegno a mantenere il suolo italico un territorio libero dal transgenico ma c'è chi già parla di atteggiamento miope. Decisione vincolante per il Ministro Galan?
02 ottobre 2010 | Ernesto Vania
Gli assessori regionali all'agricoltura non hanno approvato le linee guida per la coesistenza tra coltivazioni ogm e coltivazioni tradizionali e biologiche.
Hanno invece adottato un documento, proposto dal coordinatore nazionale Stefano, che da mandato al Ministro di applicare le clausole di salvaguardia sulla questione ogm.
Le Regioni avevano elaborato direttive per la coesistenza della coltivazione transgenica con quella tradizionale, a seguito delle direttive Ue.
I principi contenuti nella direttiva, che era un atto politico di indirizzo, apparivano già tanto stringenti e con tante prescrizioni da rendere di fatto vietata la coltivazione di ogm nella gran parte delle aree. Ma con la nuova Commissione Ue il presidente Barroso ha introdotto un nuovo orientamento a livello europeo confermato la delega ai singoli Stati sull'ammissibilità o meno di coltivazioni trangeniche.
Ricordiamo alcune delle prescrizioni contenute nel documento originario predisposto dalle Regioni prima del dietro front.
Distanze di sicurezza per il mais calcolate in chilometri (in Europa si arriva attorno ai 150 metri, in Spagna zero), corsi e patentini da conseguire, piani e registri aziendali da compilare, tasse regionali da pagare. Previsto poi lâobbligo di usare macchinari e magazzini appositi dedicati esclusivamente agli ogm e di rispettare un periodo di conversione di tre anni per chi volesse tornare dagli ogm al convenzionale. Sanzioni per decine di migliai di euro per chi trasgredisse a qualche regola e un registro pubblico on line per identificare gli agricoltori che coltivino ogm.
Tutto questo è il passato. La direttiva sulla coesistenza era solo una farsa per prendere tempo e dire no. Ma perchè ora coinvolgere il Ministro Galan in questa scelta?
''Contro la decisione di fare degli ogm questione nazionale però lunedi' hanno votato contro alcuni ministri del settore agricolo, tra cui l'Italia - spiega l'assessore della Provincia autonoma di Bolzano Berger - Il ministro Galan - aggiunge l'assessore - ha quindi abbandonato la linea anti-ogm tenuta dai suoi predecessori''.
''L'Italia va considerato territorio libero da Organismi Geneticamente Modificati e rispetto a tale posizione le Regioni hanno dato mandato al ministro delle politiche agricole Giancarlo Galan di portare questa posizione nazionale in sede comunitaria'' Così invece si è espresso l'assessore del Veneto Franco Manzato.
L'assessore della Toscana Salvadori ritiene inoltre importante la ''decisa presa di posizione'' delle Regioni ''nei confronti dello Stato rivendicando, a termini di Costituzione, la loro competenza esclusiva in materia di agricoltura"
Il Ministro non parrebbe tuttavia intimorito dall'atteggiamento delle Regioni tanto che, nel corso di un'interrogazione parlamentare, ha dichiarato: se le regioni non si decideranno sulle linee guida di coesistenza da portare in conferenza stato-regioni, come previsto dal decreto legge 212/2001, ci penserà il Ministero delle politiche agricole. Soprattutto per quanto riguarda la sentenza del Consiglio di stato su Silvano Dalla Libera, l'agricoltore che voleva piantare mais della monsanto nel suo campo, in Friuli.
Nel frattempo, molti gli applausi sulla decisione degli assessori regionali ma anche qualche critica.
E' ideologicamente ''ostativo'' e ''politicamente miope'' l'atteggiamento delle Regioni. Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, a margine della presentazione di una iniziativa per aumentare la competitivita' e accelerare la modernizzazione delle imprese agricole italiane.
''Noi - ha detto Vecchioni - abbiamo criticato in modo fermo l'atteggiamento delle Regioni, che non sono entrate nel merito del loro esercizio di regolamentare la coesistenza ma sono andate oltre nel varare una moratoria definitiva delle coltivazioni Ogm in Italia".
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