Editoriali
Civiltà & Natura
24 maggio 2008 | Sossio Giametta
La civiltà , dice Freud, è la nostra difesa contro la natura. In che senso? Nel senso che la natura è fatta di contrasti elementari, violenti, selvaggi e la civiltà cerca di domarli. Essa cerca, per quanto possibile, di canalizzare le forze elementari, per così dire di antropomorfizzare la natura. Naturalmente ciò è possibile sempre e solo fino a un certo punto, perché di fondo la natura, con gli esseri che ne fanno parte, rimane indomita. Ciò non toglie che chi vive in un paese civile vede come la vita possa essere governata da regole di coesistenza e svolgersi pacificamente; lo vede quotidianamente e non ha bisogno di dimostrazioni.
Le civiltà , tuttavia, non sono sempre uguali a se stesse. Nascono, si sviluppano e muoiono, come gli esseri umani, perché sono esse stesse organismi, che seguono la loro legge interna. Le circostanze esterne possono condizionare lo svolgimento di questa legge, ma non possono cancellare la legge stessa. Allâinizio e fino allâepoca del suo massimo sviluppo, ogni civiltà si conquista uno spazio di autonomia, che è uno spazio di libertà e di umanità , rispetto alla natura incoercibile, violenta e irrazionale. à come una gran macchia d'olio che placa le onde in un tratto di mare. Ma nella fase del suo declino, la civiltà perde a poco a poco tale autonomia, finché l'umanità resta schiacciata sulla natura selvaggia, si riduce ad essa senza intercapedini, combacia con essa, ritornando essa stessa allo stato elementare, selvaggio.
Per principio i filosofi e i poeti, come pure i musicisti, gli altri artisti e in genere i grandi, esprimono e glorificano la loro epoca, ciascuno la sua. Cioè una civiltà , che dura magari duemila anni, come la nostra civiltà cristiano-europea, si svolge attraverso varie epoche, come la vita umana si svolge atttraverso varie fasi: infanzia, adolescenza, gioventù, maturità , vecchiaia.
I suddetti poeti e filosofi dunque non hanno scelta: se nascono quando la civiltà o una sottociviltà è agli inizi, per esempio Giotto, le loro opere hanno unâimportanza fondante e sono gravide di futuro; se invece nascono quando essa è al culmine, come per esempio Dante, la loro opera acquista la massima rappresentatività - in questo caso della civiltà cristiana vera e propria, cioè medioevale, che sarà poi integrata e corretta da tutta una serie di crisi e di movimenti laicizzanti, e questi ne faranno alla fine la civiltà europea vera e propria, cioè la civiltà degli Stati laici e autonomi, indipendenti dalla Chiesa.
Se un pittore nasce nel Quattrocento può, avendo genio, diventare Piero Della Francesca. Se nasce nel Seicento, può diventare Guido Reni, o anche Caravaggio o Rubens, ma non più Piero Della Francesca. Chi nasce ancora dopo, per genio che abbia, non potrà mai produrre opere di purezza paragonabile a quella di Piero Della Francesca. Lontanissimo per esempio Picasso, che vive in un'epoca di rottura essendo in essa fondamentale.
Nietzsche si trova a vivere in un'epoca di crisi. Nella seconda metà dell'Ottocento, la crisi della civiltà occidentale raggiunge la sua maturità . E' una semplice, fatale crisi di vecchiaia, coi mali che la vecchiaia comporta. E' una crisi dunque dall'interno, che si manifesta in circostanze esterne, ma che non è determinata da queste, come comunemente si crede.
Allora Nietzsche che fa? Fa quello che, come abbiamo detto, fanno per principio i poeti e i filosofi: teorizza e magnifica la sua epoca. Ma, schiacchiata come questa è sulla natura, senza più spazio per lâumanità in quanto distinta dalla natura, Nietzsche teorizza la natura incoercibile, violenta e irrazionale, ne teorizza e magnifica le leggi elementari: gara, gerarchia, lotta, guerra, dominio, primato, sopraffazione, sfruttamento, schiavitù; trasfigura questo caos in pensiero e poesia tragici. Ma trasfigurando la crisi in volontà di potenza, negando la responsabilità , distinguendo una morale dei signori e una morale degli schiavi, dà alla crisi corpo spirituale, consistenza, giustificazione, legittimità e accelerazione.
Non con scritti politici, perché non era uno scrittore politico, ma con la dottrina pura. E non per cattiva volontà , ma con le più nobili intenzioni, che erano quelle di salvare il patrimonio spirituale dell'Europa accumulato nei millenni, ma ormai negletto da un'umanità sempre più atomistica, edonistica e materialistica. Ma ciò poteva fare, secondo lui, solo lâindividuo superiore, il superuomo (Ãbermensch), al di là del bene e del male, o lâuomo forte (Gewaltmensch), capace di dominare la massa. Crea così il cuore del fascismo.
Nella sua visione tragica (dionisiaca), ogni fondamento teorizzato e creduto fino allora - fondamento divino o razionale - cade. Il mondo perde ogni senso (unitario). Spravvivono solo i sensi, innumerevoli, che gli esseri creano essi stessi dall'interno, senza rendersene conto, per il fatto di essere fatti come sono fatti. Tutti questi sensi sono prospettive o abbreviazioni del mondo, ciascuna delle quali è ritenuta assoluta dal suo portatore ed è commisurata alla forza con cui egli tende a realizzare se stesso nel mondo. Il mondo stesso non è altro che lâinsieme di tutti questi quanti di potenza (Machtquanten) in perpetua concorrenza tra loro. Dunque lâunico principio che conta è la misura della forza, mentre ogni fondamento ancora creduto porta a principi che si rivelano essi stessi senza fondamento.
Ma così si arriva al delirio, perché, alla stessa stregua del mondo, nessuno e niente di ciò che ne fa parte ha più senso, neanche le stesse opere di Nietzsche. E' il cane che si morde la coda. I francesi, avidi del paradossale, parossistico e surreale, vi si buttano sopra e rilanciano.
La distruzione del fondamento assoluto, esterno, dall'alto, tolemaico, è la grande gesta di Nietzsche, corrispondente a una ormai matura necessità , portata dalla crisi storica. Essa però ci lascia privi di qualsiasi guida e ancoraggio, come cellule impazzite dell'universo. Al fondamento assoluto, esterno, dall'alto, tolemaico, si può però sostituire un fondamento relativo, precario, interno, copernicano: la forza di gravità della specie, sufficiente a rifondare i valori.
Ciò risolve l'enigma Nietzsche e sblocca la filosofia, rimasta bloccata da Nietzsche in poi. I filosofi che hanno filosofato dopo, infatti, hanno filosofato entro e non oltre la barriera fatta discendere sulla filosofia dal nichilismo nietzschiano (negazione della morale e della conoscenza), ritenuto ancor oggi insuperabile.
Potrebbero interessarti
Editoriali
Restituire valore all'olio extravergine di oliva per far salire il prezzo
Ecco poche azioni concrete per avviare un percorso di valorizzazione dell'olio extravergine di oliva nella Grande Distribuzione e nella ristorazione. Il tempo sta per scadere, prima che il sottocosto mascherato torni a dominare gli scaffali dei supermercati
05 dicembre 2025 | 16:30 | Anna Cane
Editoriali
L’olio di oliva costa più dell’extravergine sullo scaffale del supermercato
Archiviata la parentesi degli ultimi due anni, una grande occasione persa, tornano le offerte più pazze del mondo sugli scaffali dei supermercati nazionali: 5,32 euro/litro un olio di oliva a 3,99 euro/litro un olio extravergine di oliva
26 novembre 2025 | 12:00 | Alberto Grimelli
Editoriali
L'olio della terza varietà di olivo più diffusa al mondo rischiava di finire nell'illegalità: il caso Coratina
La lenta burocrazia per approvare la decisione del Comitato chimici del COI: la procedura scritta si stima richiederà quattro mesi. Siamo di fronte a un parametro chimico che un tempo serviva a proteggere dalle frodi, ma che ora viene utilizzato per abbassare i prezzi
24 novembre 2025 | 13:00 | Silvan Brun
Editoriali
Caro David Prats Palomo, Borges ha pagato l’olio di oliva agli olivicoltori tunisini?
Gli affari tra Borges International Group e Bioliva Med Company sono un fatto. Molto più di una partnership. Ecco i fatti acclarati e molte domande. Quali società, afferenti ad Adel Ben Romdhane, riforniscono ora Borges di olio tunisino?
19 novembre 2025 | 11:00 | Alberto Grimelli
Editoriali
Il prezzo dell’olio extravergine di oliva deve cambiare per il bene di tutti
Che un litro di olio extra fatto come dio comanda non può costare meno di 15 euro al litro è un dato di fatto. Faticoso promuovere l'olio poichè i cibi cosiddetti “proibiti” ci piacciono perché vanno al cervello e ci stimolano la voglia di continuare ad assaggiarne
14 novembre 2025 | 12:00 | Fausto Borella
Editoriali
SQN Alta Qualità Italia: ecco dove sta la fregatura per l’olio extravergine di oliva 100% italiano
Recentemente i Consorzi delle IGP/DOP dell’olio extravergine di oliva ma anche la maggior parte delle associazioni olivicole si sono schierate contro la creazione di un marchio SQN Alta Qualità Italia. Ecco perché
07 novembre 2025 | 15:20 | Alberto Grimelli