Editoriali
L’UNIONE EUROPEA REMA CONTRO
21 febbraio 2004 | Graziano Alderighi
Creare preoccupazioni, seccature e problemi alla nostra agricoltura sembra che sia diventato un piacevole diversivo dalle parti di Bruxelles.
Dopo aver scatenato l’ira dei vitivinicoltori italiani per la possibilità di uno storico scippo di alcune importanti menzioni geografiche tradizionali, ora è la volta di vivaisti, floricoltori, orticoltori e tutti coloro che coltivano in serra.
È infatti recente la notizia dell’apertura di un procedimento d’inchiesta da parte della Ue per stabilire se la riduzione dell’accisa sul gasolio ad uso delle coltivazioni in serra, misura reiterata nell’ultima finanziaria, non rappresenti un indebito aiuto di stato.
Ora il governo italiano avrà trenta giorni di tempo per notificare i suoi commenti e considerazioni, oltre che alla Commissione europea anche a tutti coloro che dovessero muovere obiezioni o rimostranze. Infatti tale decisione sarà anche pubblicata nel Diario Ufficiale della Comunità europea, rendendo terze parti ufficialmente partecipi della questione.
L’Italia è quindi stata messa, per l’ennesima volta, sul banco degli imputati da parte di Bruxelles.
Questa decisione della Commissione rivela, innanzitutto, che il nostro peso politico è marginale, se non nullo, non solo sulle decisioni strategiche, ma anche su specifici provvedimenti di settore. Se infatti fosse stata una delle nazioni del nuovo triumvirato (Francia, Germania, Gran Bretagna) a emanare una misura analoga, sarebbe passato tutto sotto silenzio, similmente a quanto accaduto per le “marginali” violazioni del Trattato di Maascricht.
In Europa tutti i Paesi sono uguali, ma sembra che alcuni siano più uguali degli altri.
In una Ue sempre più continentale sembra proprio che non vi sia spazio per l’agricoltura mediterranea.
Non solo i sostegni vengono drasticamente ridotti. Non solo le trattative sulle organizzazioni comuni di mercato delle colture tipicamente mediterranee vengono portate avanti con sufficienza e fastidio. Anche tutte le forme di protezione, commerciali o fiscali, devono essere smantellate a favore di una liberalizzazione da sbandierare agli occhi di quella parte dell’opinione pubblica ostile agli aiuti agricoli.
Se la politica agricola comunitaria si orienterà sempre più in questa direzione, l’alone di euroscetticismo che già pervade le campagne italiane non potrà che tramutarsi in aperta ostilità nei confronti di una nuova burocrazia ben più lontana ed assente di quella dello Stato italiano.
Potrebbero interessarti
Editoriali
La grande squadra del vino italiano

Tornando a viaggiare ed a fare promozione, posto all’attenzione della Fidal e della sua Casa Italia Atletica, il primo impegno è stato quello di attivare le sinergie come quelle messe in campo nei nove anni di promozione, in Italia, e nel mondo, con L’Enoteca italiana di Siena
08 agosto 2025 | 10:00 | Pasquale Di Lena
Editoriali
Grazie ai dazi di Trump anche nuove opportunità di promozione e comunicazione

Dal 7% della quota di mercato in Canada che l’Italia dei vini allora, deteneva con prodotti, nella generalità dei casi, scadenti, è passata, agli inizi del terzo millennio, a oltre il 30%, soprattutto grazie a una forte spinta iniziale nel campo della comunicazione
01 agosto 2025 | 12:00 | Pasquale Di Lena
Editoriali
L’olio d'oliva non lo fa il frantoio, ma si fa con il frantoio

Il frantoio va utilizzato e inteso quasi come uno strumento musicale che ha i suoi accordi da tarare a seconda della varietà delle olive e del loro grado di maturazione. Superiamo gli anacronismi del passato: l'olio non si compra più nell'elaiopolio
25 luglio 2025 | 12:00 | Giulio Scatolini
Editoriali
Addio cara Aifo: manca una proposta politica olearia che guardi al futuro

Niente confronto e nessuna visione: la storica associazione dei frantoiani olearia avrebbe bisogno di un radicale rinnovamento. Il passo indietro come Presidente dei Mastri oleari e da Aifo
21 luglio 2025 | 11:00 | Giampaolo Sodano
Editoriali
Difenderci dall’olio di oliva che sa di pipì di gatto: la scelta a scaffale

Fino a un paio d’anni fa il 75% dell’olio di olvia consumato in Italia era venduto nella GDO. E gran parte di quell’olio aveva un denominatore comune: il sentore di “pipì di gatto”
18 luglio 2025 | 12:00 | Piero Palanti
Editoriali
Olio extravergine di oliva 100% italiano a 5,99 euro al litro: dolcetto o scherzetto?

Dietro le quinte dell’offerta Esselunga su olio extravergine di oliva nazionale a marchio Cirio. Una promozione di 14 giorni che ha fatto molto rumore nel settore. Ecco cosa si nasconde dietro al “sottocosto” più aggressivo dell’anno sul 100% italiano
26 giugno 2025 | 09:00 | Alberto Grimelli