Editoriali
Dove passano le merci non passano gli eserciti. Davvero?
Il martirio del popolo ucraino deve almeno servire ad aprirci gli occhi. La Terza Guerra Mondiale è già iniziata. Non solo carri armati e bombe ma anche gas e petrolio. Non solo guerra elettronica o d'informazione ma anche grano e fertilizzanti
07 marzo 2022 | Alberto Grimelli
"Dove non passano le merci, passeranno gli eserciti" è una frase attribuita all'economista francese del XIX secolo Frederic Bastiat su cui si è sostanzialmente basata la politica strategica europea, e in parte americana, per oltre trent'anni.
La teoria alla base di questa frase è che gli scambi commerciali abbiano una funzione moderatrice sulla conflittualità tra stati e popoli.
L'assunto di Bastiat non è stato messo in discussione poiché è stato il fondamento della pace in Europa per decenni.
La stessa creazione del Mercato Comune Europeo, embrione dell'Unione europea attuale, ha questa visione mercantilistica. L'Ue non ha, nei fatti, una Costituzione, ovvero una carta dei principi e dei valori, ed è basata su una visione economicocentrica.
Il benessere, inteso come libertà e prosperità, sarebbe dovuto essere il vero cemento del vivere comune.
Oggi vediamo tutti i limiti di questa strategia se applicata a livello globale.
Se l'interesse di un governo, o di un popolo, non è la libertà e la prosperità, l'assunto di Frederic Bastiat decade immediatamente.
C'è voluta una guerra per accorgersene.
C'è voluto il martirio di un popolo, quello ucraino, per spalancarci gli occhi.
L'interscambio commerciale dell'Europa con la Russia, ovvero il gas e il petrolio russo, non hanno creato benessere per la popolazione. Il PIL pro capite in Russia è passato da quasi 16 mila dollari all'anno nel 2015 ai 11 mila del 2020. I soldi che l'Europa ha dato alla Russia per il suo gas e petrolio hanno solo aumentato le riserve della Banca Centrale della Russia per prepararsi alla guerra ora in corso. Secondo diversi autorevoli osservatori, come la premio Nobel bielorussa Svjatlana AleksieviÄ, la popolazione russa sta con Putin, lo sostiene e lo appoggia in una logica di “rivalsa” all'Occidente, anteponendo tale logica di “rivalsa” anche al suo benessere e alla sua libertà.
Dopo la sbornia collettiva della caduta del Muro di Berlino, della crescita economica infinita e della pace come valore assolutistico, ci siamo, tutti, accomodati sulle nostre poltrone, guardando il mondo solo con i nostri occhiali, che però ci hanno restituito una visione distorta della realtà.
Nel frattempo abbiamo aumentato la nostra dipendenza da stati che non hanno i nostri valori e non perseguono il benessere come obiettivo e ci troviamo nella spiacevolissima condizione di dover scegliere tra i nostri principi e il nostro stile di vita. E ci pensiamo pure!
E' questa la ragione per cui i Presidenti Vladimir Putin e Xi Jingping considerano ormai l'Occidente in decadenza.

A una minaccia strategica si deve rispondere con una nuova politica strategica.
Non ci si può affidare completamente e neanche in grande misura ai commerci su materie come energia, cibo e componenti essenziali per la vita quotidiana, dalle mascherine ai chip.
Non si tratta di un puro ritorno a un protezionismo d'antan ma di un sistema di protezione per le nostre società e i nostri valori.
La Terza Guerra Mondiale, con Russia e Cina che sfidano l'Occidente, è già iniziata e sarà asimmetrica.
Non solo carri armati e bombe ma anche gas e petrolio. Non solo guerra elettronica o d'informazione ma anche grano e fertilizzanti.
Olaf Scholz, cancelliere della Germania, ha detto "dopo l'invasione russa dell'Ucraina nulla sarà più come prima". Verissimo, lo spieghi allora per favore al suo Ministro degli Esteri Annalena Baerbock che si rifiuta di applicare sanzioni sul petrolio russo perchè “insostenibili”.
A tempi eccezionali, misure eccezionali.
E' tempo di raccogliere il guanto di sfida lanciato all'Occidente.
Far finta di non vederlo è pura ipocrisia.
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Redazione Teatro Naturale
07 marzo 2022 ore 15:53Caro Direttore, accidenti se hai ragione !!
vorrei solo aggiungere le parole di un mio maestro, che mi riempiono di tristezza ma anche di consapevolezza:
"Può una società che ha deciso di essere tollerante, essere intollerante con gli intolleranti?
Con certe minoranze intolleranti è assolutamente necessario essere intolleranti:
perché una minoranza intollerante, può effettivamente prendere il controllo della democrazia e distruggerla
e se può farlo, lo farà”.
Gigi Mozzi