Editoriali
Industriali dell'olio di oliva contro Il Salvagente: all'Antitrust una vittoria di Pirro

L'Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato scivola sull'olio, con un provvedimento ambiguo, in controtendenza alla giurisprudenza acquisita con sentenze di Cassazione, Consiglio di Stato e Tar
08 febbraio 2022 | Alberto Grimelli
La EditorialeNovanta Srl, che edita la testata giornalistica Il Salvagente, è stata condannata dall'Antitrust, il 1 febbraio scorso, a una sanzione amministrativa da 25 mila euro perchè l'informazione e la comunicazione dell'iniziativa “ZeroTruffe” è carente, non chiarendo a sufficienza, secondo l'Autorità, che trattasi di un bollino rilasciato su richiesta di aziende e che la EditorialeNovanta non è ente di certificazione, informazioni essenziali visto che EditorialeNovanta, sia attraverso l'iniziativa sia attraverso la rivista e i test comparativi, hanno un impatto sulle scelte dei consumatori.
Fin qui i fatti.
Dalla società editrice fanno sapere che ricorreranno al Tar anche perchè, spiegano: “anche in fase di istruttoria abbiamo dato la nostra disponibilità a modificare e integrare il disclaimer di “ZeroTruffe”, tenendo conto delle osservazioni dell'Autorità. Se siamo stati poco chiari ce ne scusiamo, prima di tutto con i consumatori, e provvederemo a esplicitare ancor meglio la natura e le caratteristiche dell'iniziativa “ZeroTruffe”.
I presupposti del ricorso del mondo dell'industria olearia all'Antitrust contro la EditorialeNovanta e Il Salvagente erano però la volontà di far emergere un conflitto di interessi tra la società editrice e la Monini, collusione strombazzata a maggio dal Codacons.
Nelle conclusioni, però, l'Antitrust non fa riferimento a questo presunto conflitto di interessi. L'accusa, quindi, decade.
Non viene neanche inibita la possibilità all'EditorialeNovanta di proseguire l'iniziativa “ZeroTruffe”, pur con i dovuti correttivi informativi.
L'Antitrust, pur non emettendo sanzioni specifiche, censura il comportamento tenuto dalla rivista Il Salvagente nei test comparativi sull'olio che poi hanno originato l'inchiesta di maggio 2021.
E qui l'Antitrust scivola sull'olio, anche contraddicendosi, ovvero contraddicendo provvedimenti emessi dalla stessa Autorità qualche anno fa, quando aveva sanzionato le industrie olearie anche in assenza di un'analisi di revisione.
Oggi, invece, l'analisi di revisione parrebbe indispensabile, riferendosi alla normativa Coi sul panel test, bellamente ignorata, ovvero disattesa, quando l'Antitrust chiede che vengano messi a prova anche oli di lotti diversi da quelli oggetto dell'indagine per provare la diligenza delle aziende. Quindi con una mano si chiede che la normativa tecnica sul panel test venga applicata integralmente e scrupolosamente, dall'altra, però, fa riferimento a tutt'altre procedure, chiedendo “...la ripetizione quantomeno della prova di assaggio su campioni acquistati presso altre catene distributive.”, ignorando evidentemente che una simile procedura avrebbe invalidato l'intero test, premesso che l'analisi viene effettuata e si riferisce non al lotto ma al campione, prelevato secondo precise norme tecniche.
L'Antitrust censura quindi il Salvagente perchè “...la diligenza professionale avrebbe richiesto l’adozione di particolari cautele nella comunicazione dei risultati dei test comparativi, al fine di evitare fraintendimenti da parte dei consumatori.”, dall'altro non emette però sanzioni specifiche relativamente al test oleario del maggio 2021 né dispone il rinvio degli atti ad altra sede competente, tipicamente un tribunale penale o civile, rilevando presunte violazioni di leggi diverse da quelle del Codice del Consumo.
Un inusuale buffetto e niente più.
Tutto normale? No, assolutamente no.
Torno a ribadire che, personalmente, sono assolutamente convinto della buona fede, dello scrupolo, della professionalità e della deontologia di Enrico Cinotti e Riccardo Quintili, rispettivamente vicedirettore (nonché firma dell'inchiesta) e direttore de Il Salvagente.
Non è però normale che ogni volta che si parli di olio emergano provvedimenti molto ambigui, guazzabugli confusi anche in controtendenza rispetto alla giurisprudenza acquisita con sentenze di Cassazione, Consiglio di Stato e Tar.
Il vero problema, il non detto, è che esiste una questione aperta: non c'è una normativa tecnica, anche solo volontaria, che disciplini l'utilizzo del panel test ai fini giornalistici e di comunicazione.
Si intrecciano, infatti, due interessi e livelli di diritto molto diversi: quelli del giornalista di informare, riferendosi alla normativa vigente sulla libertà di stampa, e quelli delle aziende di veder applicati standard di controllo e analisi rigorosi anche da parte dei media, impattando questi sulle scelte dei consumatori, quindi sul principio di libera concorrenza.
Si può lasciare che la questione venga “risolta” per via giudiziaria, con vittorie di Pirro, oppure la si affronta in sedi più proprie, partendo da un'operazione verità sulla reale qualità degli oli extra vergini di oliva in commercio.
Si può guardare il dito che indica la Luna, oppure la Luna.
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