Editoriali

L'opinione è una merce

21 settembre 2013 | Graziano Alderighi

C'era una volta l'opinion leader, figura quasi mitologica, capace di influenzare l'opinione pubblica in virtù della propria autorevolezza, fascino, carisma, non sempre della propria competenza.

La razza degli opinion leader è molto variegata, spaziando da Fiorello a Eugenio Scalfari, da Adriano Celentano a Angelo Panebianco; di tutto un po' insomma.

Il segreto per appartenere a questa ristretta cerchia di semidei è aver ben messo in pratica i trucchi dell'arte di comunicare, riuscendo a conquistare e catturare l'attenzione del pubblico, portandolo, consapevolmente o inconsapevolmente, sulle proprie posizioni.

Naturalmente anche gli opinion leader sono influenzabili e lo sanno bene le lobby e i portatori di interessi. Il conquistatore di consensi diventa conquistato, nella peggiore delle ipotesi a suon di consulenze e sponsorizzazioni. Niente di illegale, per carità, a subire un duro colpo è solo la credibilità.

Il sistema degli opinion leader traballa ma per fortuna internet offre una soluzione. Il web 2.0 è una grande invenzione per chi cerca di influenzare l'opinione pubblica. Niente di meglio che il passaparola virtuale, specie se controllabile e, in qualche modo, indirizzabile.

Vi sono metodi caserecci, dall'acquisto di qualche migliaio di fan Facebook, di follower Twitter o di recensioni Tripadvisor, ma anche mezzi più complessi e subdoli come il controllo di decine o centinaia di falsi profili su siti e social network per incardinare la discussione lungo un percorso voluto. Gli esperti di web marketing, come Roberto Casaleggio, li chiamano influencer.

Vale insomma il vecchio detto gattopardiano, cambiare tutto affinchè nulla cambi, e il passaggio da opinion leader a influencer è indolore per lobby e portatori di interessi.

Cambia insomma l'ordine dei fattori ma non il risultato, l'opinione è una merce.

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angelo minguzzi

21 settembre 2013 ore 14:57

mi sono lasciato ingannare dall'aver visto la notizia riportata tra due righe orizzontali, al cui interno era scritto anche BORSINO DELL'OLIO.
Sarà perché i quadri sono abituato a vederli dentro la cornice, non fuori.
Saluti,
Angelo Minguzzi

Alberto Grimelli

21 settembre 2013 ore 14:44

Buongiorno Dr. Minguzzi,
la descrizione dell'olio dei fratelli Delogu, a mia firma, non è nella rubrica Borsino dell'Olio ma nella rubrica La Recensione dove, settimanalmente, anche grazie al contributo di valenti collaboratori, Teatro Naturale segnala un extra vergine, un vino, un ristorante...
Si tratta appunto di una recensione per la quale, forse è bene precisarlo, Teatro Naturale non percepisce alcunchè.
Cordiali saluti
Alberto Grimelli

angelo minguzzi

21 settembre 2013 ore 14:38

Caro Direttore,
mi inserisco qui, non avendo trovato un altro spazio in cui commentare una notizia comparsa nel Borsino dell'olio. A proposito della varietà Bosana,trovo scritto:
"Un esempio per tutti è rappresentato dai fratelli Delogu di Ittiri, in provincia di Sassari... Degli olivi di Bosana,... E' un extra vergine che non lascia indifferenti.
Al naso è molto variegato, contraddistinto da sentori freschi, che richiamano il frutto verde dell'oliva. E' un bouquet di profumi coinvolgenti che spazia dal carciofo, molto evidente, fino all'erba tagliata, per passare alle erbe aromatiche fino al ginepro. Al palato è morbido e avvolgente, fresco, piacevole fino all'ingresso, prepotente, quasi a voler stordire il palato, del piccante. E' una sensazione molto intensa che si attenua nel giro di pochi secondi ma che permane a lungo. Dopo un piccante così imperioso si è quasi sorpresi dall'essere avvolti da una sensazione di dolcezza dove l'amaro è veramente sfumato, in sottofondo."
Io non ho una preparazione tale per trovare tutti i sentori descritti, ma concordo pienamente con le considerazioni fatte sull'evoluzione piacevole della sensazione del piccante, dopo il primo impatto decisamente imperioso; tant'è che mia moglie si ferma lì e si rifiuta di mettere sul piatto della bilancia la sfumatura finale, in sottofondo.
La mia esperienza sull'olio di Bosana me la sono fatta con il Sa Mola de Orri, che dovrebbe contenerne in elevata percentuale, se non in purezza.
A questo punto mi viene da esternarle un dubbio: è "corretto" parlare di una marca in particolare, se altre marche di altri produttori hanno un prodotto con le stesse caratteristiche? Dovrebbe essere un quesito che si inquadra nell'annosa questione della distinzione e del confine tra pubblicità esplicita oppure occulta. La stessa frase "un esempio per tutti" si presta ad un altro dubbio: si è verificato con i "tutti" se sono d'accordo di essere rappresentati da quell'esempio?
Saluti,
Angelo Minguzzi