Editoriali
È PURA DEMAGOGIA
15 gennaio 2005 | Graziano Alderighi
Su Rai3 lunedì 3 gennaio alle 21.00 è andato in onda un programma condotto da Riccardo Iacona dal titolo âW il Mercatoâ.
Raramente mi è capitato di assistere a uno spettacolo, non si può infatti definirlo reportage giornalistico, più fazioso e demagogico.
Questa trasmissione mi ha fatto tanto più infuriare per il fatto che è iniziata in maniera sobria e pacata. Pareva davvero dovessi assistere a una esauriente indagine sulla formazione dei prezzi agricoli e sui vari passaggi che questi subiscono fino ad arrivare nelle mani del consumatore.
In realtà ho osservato attonito a una progressiva e perniciosa deriva populista.
La trattazione sullâorigine dei prezzi di frutta e verdura è stata un pretesto, lo strumento con cui additare, alla pubblica piazza mediatica, come responsabili di odiosi e irragionevoli rincari, i grossisti, i centri di confezionamento e distribuzione e i commercianti. Senza neanche tentare di capirne le ragioni, anzi trattando spesso lâinterlocutore con un tono supponente, arrogante ed ironico, Iacona ha trovato in queste categorie il capro espiatorio su cui far ricadere la frustrazione e lo sdegno di un telespettatore/consumatore colpito emotivamente dalle miserevoli condizioni di vita dei contadini del Sud Italia.
Ma il vero capolavoro del giornalista di Rai3 è stato raffrontare, con immagini, dialoghi e scenette studiati ad hoc, lo stile di vita dei ricchi milanesi, che viaggiano con auto lussuose, vestono abiti firmati costosissimi a quello dei poveri agricoltori della Sicilia, indebitati, senza neanche i mezzi per la sussistenza. Come non parteggiare per questi ultimi? Come non caldeggiare aiuti e sostegni finanziari per queste persone?
Che le elargizioni a pioggia siano causa di molti mali del Meridione non è neanche stato preso in considerazione, non si è mai parlato delle infiltrazioni mafiose nei mercati ortofrutticoli, non si è nemmeno accennato al fatto che è irrealistico ed anacronistico pensare che una famiglia possa vivere dignitosamente dei proventi di pochissimi ettari, magari solo due o tre, di ortaggi, nessun riferimento, naturalmente, neanche alla necessità che gli agricoltori si adeguino ai tempi, innovino per valorizzare i prodotti aziendali.
Anche oggi, a distanza di giorni, se ripenso alla trasmissione âW il mercatoâ divento irritabile, mi sale la pressione, mi prendono i crampi allo stomaco.
Lâavvertenza ânuoce gravemente alla saluteâ dovrebbe essere obbligatoria anche per talune trasmissioni televisive.
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