Editoriali

FarmVille: l'agricoltura è un gioco

16 ottobre 2010 | Graziano Alderighi

Impossibile non incappare in Farmville se avete un profilo su Facebook.
Il gioco on line, collegato con il noto social network, sta riscuotendo ormai un successo planetario e anche in Italia vi sono migliaia di appassionati.

Di cosa si tratta? Rientra perfettamente nella categoria dei giochi gestionali tanto per intendersi i vari Sim, solo che in questo caso non si interpreta il ruolo di un tycoon o del sindaco onnipotente di una città ma si entra, metaforicamente, nei panni di un contadino.

In realtà non si tratta di una novità assoluta, già nel 1993, la Maxis mise in commercio, con scarsa fortuna, il proprio simulatore d'azienda agricola. Oltre alla grafica approssimativa dell'epoca questo gioco aveva il limite di essere troppo realistico e dava ben poco spazio alla fantasia dovendo trafficare con trattori, silos e altri dettagli tecnici.

Molto più semplice, immediato, anche se piuttosto complesso FarmVille in cui occorre programmare la semina, la coltivazione per arrivare al raccolto. Ogni cosa ovviamente ha il suo costo, il prezzo da pagare per le piantine, quello dei concimi, il costo del lavoro ecc, così è facile sforare il budget e non avere guadagno dopo il raccolto.
Un po' quello che avviene in agricoltura realmente.
Utile e interessante il fatto che l'apprendimento dell'epoca di semina degli ortaggi e delle principali pratiche agricole è reale e realistico, così da far apprendere, giocando, nozioni anche al più incallito cittadino.

Cosa c'è allora di così diverso rispetto a SimFarm di qualche anno fa? Perchè questo successo?
Certamente l'interattività aiuta, il potersi confrontare e sfidare con gli amici in tempo reale, cosa che negli anni 1990 era impossibile, ma piace anche perchè gli eventuali guadagni possono essere investiti in accessori di lusso e abbellimenti estetici per la propria azienda agricola.
L'obiettivo non è allora quello di far soldi per allargare la propria azienda e comprare attrezzature produttive migliori, unica cosa che si poteva fare in SimFarm che aveva un'impronta più aziendalistica, ma la fiera della vanità, abbellendo costantemente la propria fattoria virtuale.

Non a caso, dai dati divulgati, si scopre che sono le donne (60%) a preferire FarmVille rispetto agli uomini e che è un gioco prevalentemente per adulti. Il videogioco, per antonomasia, è questione legata ai ragazzi ma, in questo caso, si scopre che appassiona soprattutto i grandi che ne sono presi tanto da dedicarci una mezzoretta al giorno, di media. I numeri di FarmVille sono impressionanti: 80 milioni di utenti al mese, 31 milioni di utenti attivi ogni giorno. Su 200 milioni di utenti che usano Facebook tutti i giorni, il 15% entrano in Farmville.

Perchè dedicare, su un settimanale agricolo, così tanto spazio a un gestionale, sbarazzino e giocoso, di ruralità?
Semplicemente perchè questa agricoltura virtuale, visti i numeri, rischia ben presto di essere più conosciuta di quella reale, col rischio di banalizzare il settore primario.
FarmVille è un gioco, l'agricoltura no.

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