Editoriali

Si fa un gran parlare dei mali del Sud

02 ottobre 2010 | Luigi Caricato



Si fa un gran parlare dei mali del Sud. Ormai è una storia senza fine e francamente non ne posso più. C’è chi ha addirittura minacciato di fondare un partito del Sud, pur di piangere miseria e continuare a chiedere danaro allo Stato. Ma così non si può più continuare, non ha senso. Lo riaffermo perciò con sempre maggiore fastidio: non se ne può più di questa gente che vuole affossare il Sud pur dando l’impressione di avere a cuore la propria terra. La realtà dei fatti è ben diversa.

Il Sud non naviga in buone acque, il suo stato di afflizione è ben evidente, sia ben chiaro, ma, affinché si riscatti, è necessario che continui a non piangersi più addosso.
Il Sud dovrebbe smetterla una buona volta per tutte di autoaffossarsi. Dovrebbe invece rimboccarsi le maniche e lavorare per se stesso. Non sono i finanziamenti pubblici a fare la differenza e ridare slancio. Il Sud di danaro pubblico ne ha avuto fin troppo e divorato ingordamente, con sprechi assurdi e sottrazioni indebite.
Sono le idee, la volontà di agire e la rettitudine a poter cambiare significativamente le sorti di un popolo, non il danaro della collettività elargito sotto forma di sussidio.

Non continuare a riconoscere le responsabilità della gente del Sud non è affatto un bene. Lo stato di forte arretramento nel quale si è fatto precipitare il Mezzogiorno in tutti questi anni ha evidenti responsabilità che ricadono in gran parte nella classe dirigente meridionale ma anche nella stessa società.
Passano i decenni ma si continuano ad attribuire le colpe ad altri, esterni al Sud, e non si ha mai il coraggio di riconoscerle e individuarle in se stessi, giacché è fin troppo comodo far finta di niente e continuare a ignorare le proprie responsabilità.

Il problema non è l'operato di questo o di altri precedenti governi, non c’è motivo di piangere miseria: il Sud per risollevarsi deve prima ripulirsi dalle mafie e dalla corruzione sociale che imperversa in maniera incontrollata e subdola.

Da uomo del Sud che vive però nel Nord, con tutta franchezza non accetto più che si sollevi per l’ennesima volta la questione meridionale solo per attingere danaro pubblico. E’ opportuno voltare pagina e imporre un atteggiamento nuovo. Non si può continuare con l'inedia e l'omertà. Senza una reale scossa e una forte presa di consapevolezza non si potrà andare avanti ma si affosserà e deprederà il futuro di una vasta area del Paese pur dotata di grandi seppure improduttive risorse. Non è così che si può andare avanti. Ci sono grandi talenti che nel Sud non trovano sbocchi ma che altrove si affermano con successo, segno che la svolta per il Mezzogiorno se davvero lo si vuole è concretamente possibile.

Chi non vuol capirlo è libero di continuare a percorrere la propria strada, ma sappia tuttavia che non si può sottrarre alla responsabilità di dividere in due, ancora una volta e di più, il Paese.

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