Colpo di mano al Coi: Italia decapitata
Olivicoltura italiana indifesa di fronte ai nuovi padroni dell'olio d'oliva mondiale. A dominare non Spagna e Tunisia ma le lobbies che vogliono l'olio extra vergine di oliva ridotto a commodity. Cominciano le epurazioni, ai danni dell'Italia
Il fallimento delle politiche olivicole degli ultimi anni
Le cisterne piene di olio extra vergine di oliva nazionale non sono frutto del caso. Il mondo olivicolo si è prostituito a quello del commercio e dell'industria. Sedotto e abbandonato, ora deve fare i conti con una crisi senza precedenti, che si aggraverà in autunno
Emarginare chi froda per salvare la credibilità e la storia dell’olio di oliva italiano
L’annata che ci siamo lasciati alle spalle ha avuto una produzione di olio a livello nazionale pari a circa 175.000 tonnellate che, se immaginiamo di dividere per il n. di piante, arriviamo a 1,4 kg a pianta! Il Ministero delle Politiche Agricole deve necessariamente incentivare nuovi impianti di oliveti ma imponendo solo varietà italiane certificate
La speranza nei giovani per un rilancio dell’olivicoltura italiana
Le ragioni dell’accumulo del pesante ritardo sono da cercare nel vuoto di una programmazione e nella mancanza di una strategia di marketing, tutta nelle mani dell’industria olearia, che, agli inizi del secolo, è passata, con le imprese più importanti e le più note al mondo, nelle mani della Spagna
La Commissione europea fotte l'olivicoltura italiana
Dura reprimenda del governo di Bruxelles all'Italia in occasione del Comitato prodotti di base per aver osteggiato la riconferma di Abdellatif Ghedira e Jamie Lillo ai vertici del Consiglio oleicolo internazionale. L'olio di oliva nazionale fuori dalle stanze del potere dove se ne decide il futuro
La formazione sull'olio d'oliva non può essere lasciata a un bicchierino di plastica
Al mondo olivicolo-oleario italiano serve che la passione per il comparto nasca a scuole, tra i banchi degli Istitutio agrari e dell'Università. L’Italia non può guardare al suo futuro olivicolo limitando la diffusione della cultura dell’olio a corsi tenuti da assaggiatori su e giù per l’Italia
1° Maggio, anche per l'agricoltura una festa per pensare e sognare un nuovo domani
Abbiamo tutti la nostra macchina del tempo. Da quella che riporta indietro e si chiama lotta e valori, l’altra, a quella che spinge i giovani a fare un passo in avanti, fatta di sogni e di voglia di futuro
La Xylella è oggi quello che l'Aids era negli anni Ottanta
Qualcosa non ha funzionato ma gli errori del passato devono condurci sulla giusta strada per il futuro. Quando vedremo negli oliveti uomini e donne in camice bianco piuttosto che in divisa o in toga potremo nutrire una speranza
Assaggiatori ribellatevi! Basta essere trattati come ampolline d'olio anonime!
Quanto sono importanti gli assaggiatori per un concorso di olio di oliva? Oggi sono una voce di costo ma in realtà forniscono competenza e credibilità. In Spagna, dove probabilmente vige maggiore buon senso, da tempo gli assaggiatori vengono regolarmente pagati per il loro lavoro
Il mondo olivicolo-oleario cambia, i frantoiani non possono stare fermi
Professionalità e competenza devono essere gli asset fondamentali per i frantoiani di oggi e di domani. Non bisogna abbandonare però chi vuole lasciare il settore
Svegliare le coscienze sull'olio d'oliva di eccellenza con una Greta Thunberg
Nessuno di noi appassionati, giornalisti, opinion leader, o funambolici creatori di eventi, ha mai pensato di incatenarsi a un olivo, magari secolare del Salento, o si è sdraiato sul molo di una banchina di un porto italiano. A nessuno è mai venuto in mente di fare un sit-in dentro un supermercato
I traditori dell'olio extra vergine di oliva italiano
Mentre in Italia ci si divide tra bandiere gialle e arancioni, ben altri giochi si compiono alle spalle degli inconsapevoli olivicoltori italiani. Forse, se ci troviamo isolati e fuori dai giochi internazionali sull'olio di oliva, assenti dai tavoli che contano, non è colpa di una congiunzione astrale ma di qualcuno che ha un nome e cognome
Se la barca olivicolo-olearia affonda non si salverà nessuno
Mi rifiuto di credere che l'individualismo e la faziosità, nell'associazionismo e nell'imprenditoria, a livello nazionale e nei territori, uccidano un comparto che rappresenta la nostra storia. E' il tempo del coraggio, del genio e della follia. Chi pensa di salvarsi se la nave dell'olivicoltura italiana affonda è solo un illuso
Quelli della vite, quelli dell'olivo. Cugini lontani
Vite e olivo sono state una delle rappresentazioni più classiche della nostra agricoltura. Atena e Dionisio, con Cerere, rappresentano la triade delle colture alla base della dieta mediterranea, ma di questa origine “regale”, almeno per l’olivo, se ne stanno perdendo irrimediabilmente le tracce
Ora basta prendere in giro l'olivicoltura italiana!
All’età di 77 anni non pensavo, sinceramente, di rivivere un’esperienza così intensa, emozioni così forti ed importanti, scrive il Portavoce dei Gilet Arancioni. Il governo deve lavorare per contrastare le frodi, i prodotti civetta, le importazioni incontrollate di porcherie che inquinano il nostro mercato. Qui adesso bisogna passare ai fatti
La politica fa solo gli interessi degli imbottigliatori oleari
Il Presidente dei Mastri Oleari interviene, a gamba tesa, sull'idea di un Piano Olivicolo 2.0 che sarà l'ennesimo specchietto per le allodole, logica conseguenza dell’accordo che il nostro governo ha sottoscritto a Bruxelles sul sostegno europeo alla produzione vinicola e zootecnica nazionale in cui non ha trovato posto il settore oleario
Benvenuti nel 2019 e nel nuovo Teatro Naturale
Crediamo e scommettiamo sul futuro del mondo rurale italiano. Lo facciamo con un Teatro Naturale tutto nuovo che vede nella rabbia e nella protesta di questi giorni segnali di riscossa, motore di un nuovo rinascimento agricolo, a cui vogliamo partecipare e non vediamo l'ora di raccontare.
Ricordiamoci di essere più buoni con i frantoiani
Un divertente racconto di una frantoiana, tra il serio e il faceto, per prendere in giro un mondo che cambia senza cambiare mai. Perchè ogni anno, così come ogni giorno, "si ricomincia" ci ricorda Giulia Pasquini