Salute

L'aglio ha proprietà salutistiche conosciute fin dall'antichità

L'aglio ha proprietà salutistiche conosciute fin dall'antichità

Dalla Siberia sud occidentale fino all'Europa. Oggi sappiamo che l'aglio migliora il funzionamento del sistema immunitario e ha effetti antinfiammatori. Ci sono anche studi scientifici che hanno riportato effetti analgesici e anti-fatica dell’aglio

26 giugno 2025 | 17:00 | Alessandro Vujovic

L’aglio (Allium sativum L.), appartenente alla famiglia delle Amaryllidaceae, (sottofamiglia Allioideae), riveste un'elevata importanza medicinale, nutraceutica e culinaria. È considerato un alimento funzionale utilizzato in tutto il mondo da migliaia di anni, come spezia e come aroma. Sono presenti oltre 150 varietà registrate nel catalogo dell'Unione Europea, con alcune DOP.

Secondo Ensminger le sue origini sono asiatiche (1), della Siberia sud-occidentale, per poi diffondersi velocemente nel bacino mediterraneo. Dai reperti archeologici risulta che fosse già conosciuto nell'antico Egitto.

L’etimologia, Allium ed Alliaceae, potrebbe derivare dal latino classico allium, da una radice indoeuropea ālu- erba amara, rappresentata tra l’altro dal sanscrito ālu, oppure dal greco ἄγλις áglis testa d’aglio, a sua volta di origine accadica o da una lingua italica meridionale, analogamente al greco ἀλλᾶς allàs salsiccia all’aglio. Ma queste ipotesi potrebbero essere improbabili mentre possibile un collegamento con ala ala, sulla base dell’immagine del bulbo diviso in tante ali, ovvero spicchi (2)

Il nome Allium, in uso presso i Romani, alcuni ritengono che possa derivare da una radice indoeuropea significando 'caldo', 'bruciante', per l'odore e sapore pungenti dei bulbi, ed il nome specifico significa ‘coltivato’.

I benefici dell'aglio, per la salute, sono stati proclamati per secoli, assieme all’olio di oliva, come fonte di medicina naturale sostenibili ed efficaci; tuttavia, solo di recente i suoi derivati ​​sono stati proposti come promettenti candidati per il mantenimento dell'omeostasi del sistema immunitario, per la sua attività antiossidante, e non solo.

Il suo potere antisettico era noto fin dall'antichità: nel Medioevo i medici usavano delle mascherine imbevute di succo d'aglio per proteggersi dalle infezioni in quanto già si conosceva il suo potere antiparassitario. Difatti era un rimedio naturale, utilizzato da secoli, per combattere le infestazioni intestinali da vermi, come gli ascaridi e gli ossiuri.

I suoi prodotti, tra cui l'olio essenziale, l'estratto di aglio invecchiato, l'aglio nero invecchiato e l'aglio in polvere, rappresentano una potenziale riserva di composti organosolforici, di composti fenolici, di flavonoidi e di saponine con diverse proprietà biologiche, tra cui quella antiossidante, antinfiammatoria, antimicrobica e cardioprotettiva e antiaggregante piastrinica.

La lavorazione dei sottoprodotti ha aumentato l'efficacia migliorando la biodisponibilità e riducendo caratteristiche indesiderate come l'odore. Inoltre, l'estrazione con “fluidi supercritici” (con proprietà -in parte- analoghe a quelle di un liquido e -in parte- simili a quelle di un gas) ed i metodi assistiti da “ultrasuoni”, hanno migliorato le rese dei composti bioattivi, garantendo una maggiore stabilità (3).

L’aglio è ricco di biomolecole tra le quali: allicina, ajoene, s-allil cisteina, s-metil cisteina, diallil disolfuro (DADS), diallil solfuro (DAS), alliina (S-allil-L-cisteina solfossido), derivati ​​della γ -glutamil cisteina, amminoacidi, polisaccaridi e diversi composti biofenolici come il β-resorcinolo, l’acido gallico, il pirogallolo, la quercetina, la rutina e l’acido protocatechico.

Secondo Arreola e Coll., l'aglio migliora il funzionamento del sistema immunitario stimolando determinati tipi di cellule, come macrofagi, linfociti, cellule natural killer (NK), cellule dendritiche ed eosinofili, attraverso meccanismi che includono la modulazione della secrezione di citochine, la produzione di immunoglobuline, la fagocitosi, l'attivazione dei macrofagi e la riduzione della secrezione di citochine infiammatorie (4).

Diversi studi hanno dimostrato gli effetti antinfiammatori sia dell'allicina che del DAS.

I composti derivati ​​dall’aglio possono ridurre i livelli sierici di alcune citochine TNF-α, IL-6 ed altre molecole legate all’infiammazione, come la Proteina C Reattiva, inibendo le vie di segnalazione cellulare, inclusa la ciclossigenasi (COX-2) ed inibendo l’attivazione del fattore nucleare NF-κB (5,6).

Il complesso proteico kappa-light-chain-enhancer delle cellule B attivate (NF-κB) è una famiglia di fattori di trascrizione che controlla la trascrizione del DNA, la produzione di citochine e la sopravvivenza cellulare. Si trova in quasi tutti i tipi di cellule ed è coinvolto nelle risposte cellulari a stimoli come stress, citochine, radicali liberi, metalli pesanti, irradiazione ultravioletta, LDL ossidato e antigeni batterici o virali. Inoltre il NF-κB svolge un ruolo chiave nella regolazione della risposta immunitaria nelle infezioni.

Ci sono anche studi scientifici che hanno riportato effetti analgesici e anti-fatica dell’aglio (7).

Secondo Hernandez-Cruz e Coll. le proprietà antiossidanti dell’aglio possono aiutare a ridurre il dolore nei pazienti con artrite reumatoide (8).

Inoltre, gli integratori di aglio possono alleviare il dolore nei pazienti con osteoartrite del ginocchio. Infatti Hussain e Salalah hanno dimostrato che 900 mg di aglio, sotto forma di capsule, somministrate ogni giorno per 8 settimane, hanno ridotto significativamente le concentrazioni di TNF-α nei pazienti con osteoartrite del ginocchio (9).

Ricordo che Fattore di Necrosi Tumorale alfa (TNF-α) è una citochina coinvolta nella segnalazione cellulare durante la risposta infiammatoria, soprattutto nella fase acuta, ed è coinvolto in molte patologie di natura infiammatoria.

Il trattamento con aglio (400 mg/kg) ha ridotto i crampi causati dalla prostaglandina, una dose che ha mostrato effetti simili all'aspirina.

Solo uno studio clinico randomizzato controllato, ha riportato l'estratto d'aglio nel trattamento dell'artrite reumatoide.

È stata riportata un'ampia gamma di effetti terapeutici, tra cui proprietà ipolipemizzanti, antiaterosclerotiche, anticoagulanti, antipertensive, antimicrobiche, antidoti (per l'avvelenamento da metalli pesanti) ed epatoprotettivi, prevenendo i sintomi del raffreddore e dell'influenza rafforzando il sistema immunitario, mostrando l’attività antitumorale e chemiopreventiva (10).

Pochi anni fa, Moosavian e Collaboratori hanno scoperto che l'intervento con l’estratto di aglio ha migliorato i livelli di antiossidanti, aumentando la capacità antiossidante totale (TAC) e diminuendo la malondialdeide (MDA, è il prodotto finale della degradazione dei lipidi delle membrane cellulari causata dai radicali liberi, un segnale che indica un'elevata reazione ossidativa che porta all’aumento dell’acido arachidonico con attività proinfiammatoria. L’aumento di MDA indica che il processo di perossidazione dei lipidi è avvenuto e che le barriere antiossidanti sono dunque superate, pertanto di conseguenza il danno si è già verificato); migliorando la qualità della vita e l'infiammazione (diminuzione della Proteina C Reattiva, come marcatore sierico d’infiammazione) e del TNF-α. Il trattamento ha determinato anche una riduzione del dolore e della dolorabilità articolare con una diminuzione del “punteggio di attività della malattia per 28 articolazioni” (DAS28), come indicatori di efficacia, rispetto al gruppo di controllo, trattato con placebo (11, 12).

Tra i tanti effetti benefici, devo ricordare che alcune persone soffrono di allergie all'aglio e ai suoi prodotti; i sintomi possono includere intestino irritabile, diarrea, ulcere alla bocca e alla gola, nausea, difficoltà respiratorie e, in rari casi, anafilassi. L'aglio può potenziare gli effetti avversi di agenti antipiastrinici, anticoagulanti e trombolitici, aumentando il rischio di emorragia. Inoltre l'aglio può potenziare gli effetti di farmaci antidiabetici come la metformina, con conseguente riduzione dei livelli di glucosio nel sangue e può ridurre le concentrazioni degli inibitori della proteasi, riducendone l'efficacia (13).

Bibliografia

1)     Ensminger, Audrey H. (1994). Foods & nutrition encyclopedia, Volume 1. CRC Press, 1994. ISBN 0-8493-8980-1. p. 750.

2)    Acta Plantarum, 2007 in avanti - "Allium sativum L. - Scheda IPFI, Acta Plantarum ". https://www.actaplantarum.org/flora/flora_info.php?id=546 

3)     Jain M. et al. J Food Sci.  (2025) ;90(3): e70152. doi: 10.1111/1750-3841.70152.

4)     Arreola R. et al.  J Immunol Res 2015:401630.  https://onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1155/2015/401630

5)     Ho C.Y. et al. Mol Nutr Food Res (2014) 58(5):1069–78. doi: 10.1002/mnfr.201300617 

6)     Williamson E.M. et al. Br J Pharmacol (2020) 177(6):1227–40. doi: 10.1111/bph.14943

7)     Rana S. et al. Nutr Res Rev (2011) 24(1):60–71. doi: 10.1017/S0954422410000338

8)     Hernández-Cruz E.Y. et al.  Eur J Pain (2022) 26(5):947–64. doi: 10.1002/ejp.1935

9)     Hussein N.A. et al. Arch Phys Med Rehabil (2007) 88: E12. doi: 10.1016/j.apmr.2007.06.584

10)  Bozin B. et al. Food Chemistry; 111, 4, 2008, 925-29. https://doi.org/10.1055/S-0033-1348703

11)  Moosavian S.P. et al. Int J Clin Pract (2020) 74(7):e13498. doi: 10.1111/ijcp.13498 

12)  Moosavian S.P. et al. Phytother Res (2020) 34(11):2953–62. doi: 10.1002/ptr.6723

13)  Drugs. Com. Know more. Besure. https://www.drugs.com/npp/garlic.html

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