Salute
Il potenziale anti-cancro delle nocciole

L’estratto di nocciole ha la capacità di uccidere le cellule tumorali in vitro, favorendo il ripristino delle normali condizioni di crescita del tessuto epatico
01 novembre 2024 | 08:30 | C. S.
L’ENEA ha condotto uno studio a dimostrazione del potenziale anti-cancro delle biomolecole attive contenute nell’estratto della tradizionale nocciola viterbese Tonda Gentile Romana (Corylus avellana L.). Pubblicato sulla rivista internazionale “Natural Product Research”, i risultati dello studio aprono la strada a futuri sviluppi terapeutici e di prevenzione per il cancro del fegato.
“Il nostro studio mostra come l’estratto di nocciole abbia la capacità di uccidere le cellule tumorali in vitro, favorendo il ripristino delle normali condizioni di crescita del tessuto epatico”, ha spiegato Barbara Benassi presso la Divisione Biotecnologie ENEA, che ha condotto la ricerca con Maria Pierdomenico.
Recenti prove scientifiche identificano il cambiamento nel contenuto intracellulare di due piccole molecole di RNA come una delle chiavi per comprendere le proprietà anti-cancro di nuove formulazioni farmaceutiche per applicazioni nel campo dell'oncologia. “Nel tessuto malato – ha detto Benassi – il livello intracellulare dei due microRNA diminuisce rispetto alla controparte sana, causando proliferazione neoplastica.
Riportare i due microRNA a livelli normali è una delle possibili strategie adottate dai nuovi farmaci per ridurre la progressione del cancro; allo stesso tempo, mantenere sotto controllo la loro integrità intracellulare, impedendo loro di diminuire nel corso della vita di un individuo, rappresenta una possibile strategia per prevenire la progressione in neoplasie”.
Lo studio ENEA ha dimostrato che l’estratto di nocciole può stimolare in modo significativo il livello intracellulare delle due molecole di microRNA nelle cellule tumorali del fegato, inibendo la loro proliferazione e causando la loro successiva morte in vitro. Il prossimo passo sarà quello di identificare le biomolecole attive responsabili dell’effetto citotossico contro le cellule tumorali, anche se uno studio preliminare in silico, cioè lo studio informatico ha identificato alcuni possibili candidati. In particolare alcune sostanze derivate da acido caffeico e catechine, contenute in grandi quantità nell’estratto di nocciole, sulle quali devono essere condotte ulteriori indagini su modelli preclinici più complessi in vitro e in vivo per convalidare la potenziale efficacia di nuove formulazioni come innovativi adiuvanti terapeutici per il trattamento del cancro del fegato”, ha concluso Benassi.
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