Salute
L’olio extravergine di oliva per dimagrire e combattere l’obesità

Un consumo regolare di olio extra vergine di oliva, grazie ai composti fenolici, promuove il benessere intestinale e l’equilibrio del microbioma, favorendo la perdita di peso e combattendo l’obesità
16 gennaio 2024 | T N
Il Consiglio Oleicolo Internazionale descrive spesso l'impatto positivo sulla salute del consumo regolare di olio d'oliva. Così, diverse ricerche attribuiscono all'olio d'oliva vergine ed extravergine proprietà di prevenzione di malattie come quelle cardiovascolari, l'ipertensione, la protezione contro alcuni tumori maligni, ma anche l'obesità è una patologia in cui l’olio di oliva gioca un ruolo importante.
L'aggiunta di olio extra vergine d'oliva alla dieta non è solo una buona alternativa nel trattamento dell’obesità, ma può anche aiutare a prevenirne o ritardarne l'insorgenza.
In una tesi di master spagnola è stata fornita una migliore comprensione e analisi dei componenti dell'olio d'oliva che hanno un impatto sulla prevenzione e sul controllo dell'obesità, essendo la patologia più legata all'innesco di altre sindromi metaboliche di cui l'uomo moderno soffre più spesso.
La dieta mediterranea è diventata lo standard per una sana alimentazione e un modello dietetico di particolare valore: uno dei suoi principali vantaggi è la sinergia tra vari nutrienti e alimenti cardioprotettivi, ad esempio gli antiossidanti e gli acidi grassi dell'olio extra vergine d’oliva.
I consigli dietetici tendono a sottolineare l'importanza della riduzione dei grassi.
Tuttavia, il grasso (tessuto adiposo) svolge un ruolo importante e diversificato nell'organismo, dal fornire una fonte di energia a funzioni strutturali e metaboliche.
L'attuale consenso scientifico suggerisce che sia gli acidi grassi monoinsaturi sia quelli polinsaturi della dieta fanno bene all'organismo. Gli acidi grassi polinsaturi sono buoni candidati alla sostituzione in termini di lipidi ematici e di riduzione di alcune patologie.
L’olio extravergine di oliva per dimagrire e combattere l’obesità
A questo punto è possibile stabilire l'influenza e la relazione tra i componenti dell'olio d'oliva e l'obesità, che si basa su esperimenti e studi clinici che hanno valutato gli effetti specifici dei composti fenolici dell'olio extra vergine d'oliva.
Diversi studi hanno dimostrato che il consumo di composti fenolici aumenta il numero di alcuni batteri benefici e la diversità dei batteri intestinali che possono essere terapeutici per i disordini lipido-immunitari e l'obesità, perché sono coinvolti nel metabolismo microbico del colesterolo e dei metaboliti conseguenti, come ad esempio il metabolita della trimetilammina-N-ossido (TMAO) che influisce sul metabolismo lipidico e aterosclerosi.
In particolare, i composti fenolici dell’olio extra vergine di oliva modulano gli acidi grassi a catena corta prodotti dal microbiota intestinale, che possono avere un ruolo nell'aumento o nella perdita di peso promuovendo la sazietà, ossia contribuendo alla perdita di peso nell'obesità.
L'abbondanza e la diversità dei microrganismi presenti nel tratto gastrointestinale umano aumentano longitudinalmente dall'esofago al colon, con più di 1000 specie diverse di batteri nell'intestino umano e circa 38 trilioni di batteri residenti nel colon.
I microbi intestinali hanno un ruolo rilevante nell'omeostasi metabolica e immunitaria dell'ospite, e un microbiota alterato, con alterazione della permeabilità intestinale e infiammazione, sono state osservate nell'obesità, nell'insulino-resistenza e nelle malattie cardiovascolari.
La dieta influenza il microbiota intestinale producendo vari enterotipi con una composizione prevedibile a seconda del tipo di alimento, in particolare, all'assunzione di grassi.
Anche le proteine, i carboidrati e le fibre non digeribili sono substrati e modulatori rilevanti del microbiota intestinale, così come i composti fenolici della dieta, che sono composti fenolici presenti nella dieta, che possono essere catabolizzati e trasformati dai microrganismi intestinali, modificando la loro attività biologica e la loro disponibilità per l'ospite, favorendo così la crescita di batteri associati a marcatori metabolici sani come Bifidobacterium, Lactobacillus, Akkermansia spp. e Faecalibacterium spp.
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