Salute
L'INNOVAZIONE SENZA SCONFESSARE LA TRADIZIONE? SI PUO'. NELLA LOTTA CONTRO L'OSTEOPOROSI, GLI EFFETTI BENEFICI DI UN OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA ARRICCHITO
Uno studio di Laura Mazzanti e Gian Paolo Littarru per la prestigiosa azienda marchigiana Fattoria Petrini, a sostegno di un innovativo prodotto studiato per il mercato delle farmacie. L’ipotesi dell’arricchimento poteva costituire un'adeguata misura preventiva. Ora, a distanza, i dati emersi sono estremamente significativi
13 ottobre 2007 | Gian Paolo Littarru, Laura Mazzanti
Fa molto piacere mettere in evidenza il nobile sforzo intrapreso dalla marchigiana Francesca Petrini nel progettare un olio extra vergine di oliva da agricoltura biologica pensato esclusivamente per il canale commerciale delle famacie.
Con "Petrini Plus", un extra vergine da agricoltura biologica arricchito con le vitamine D3, K1 e B6, abbiamo un chiaro esempio di prodotto innovativo, in grado di andare oltre la strada, pur vincente, della tradizione.
Qui di seguito riportiamo uno studio di Laura Mazzanti e Gian Paolo Littarru. (L. C.)
GLI AUTORI
Prof.ssa Laura Mazzanti
Ordinario di Biochimica Facoltà Medicina e Chirurgia, Università Politecnica delle Marche, Docente e Segretaria Scuola di Specializzazione Scienza dellâAlimentazione, Responsabile Nazionale Comitato Scientifico Progetti FIDAPA
Prof. Gian Paolo Littarru
Ordinario di Biochimica Facoltà Medicina e Chirurgia, Università Politecnica delle Marche, Direttore Istituto di Biochimica
LO STUDIO
Gli effetti benefici dellâolio Petrini sulle donne in età fertile nellâambito della lotta contro lâosteoporosi
Lâolio extravergine dâoliva è considerato un alimento importante e prezioso per gli aspetti salutistici legati ad un suo costante utilizzo in cucina. In particolare, il largo impiego che se ne fa nei Paesi mediterranei ha spinto numerosi studiosi ad indagarne sia le virtù nutrizionali, sia i componenti per valutare, su basi scientifiche, i benefici reali apportati da questo alimento allâorganismo umano; un interesse â questo nei confronti dellâolio â che è addirittura aumentato da quando è emerso in maniera evidente il legame tra le più frequenti malattie della società del âbenessereâ (obesità , arteriosclerosi, ipertensione, diabete, invecchiamento precoce, malattie degenerative ed osteoporosi) e le abitudini alimentari dei Paesi industrializzati, dove i pasti sono sempre più irregolari, le merende iperlipidiche, le bevande analcoliche ricche in zuccheri e si fa un consumo decisamente elevato di alcol.
In effetti, il cambiamento del regime dietetico avvenuto negli ultimi 25 anni ha prodotto, ad uno studio più approfondito, carenze subliminali e/o clinicamente evidenti di alcuni nutrienti (vitamine e sali minerali) e non nutrienti (fibra) soprattutto in particolari gruppi di popolazione, quali bambini, adolescenti, anziani e donne in età fertile. Le analisi condotte sullâolio dâoliva hanno evidenziato, invece, che lâacido oleico (presente per il 65-87%), lâacido palmitico (presente per il 17-21%) e quello stearico (presente per il 5-6,5%) sono elementi costituenti dei lipidi dellâorganismo umano che, oltre a spiegare la facile digeribilità ed assimilazione di questo alimento, rientrano in un complesso molto più ricco, nel quale si trovano più di 200 âcostituenti minoriâ: steroli, squalene, fenoli, polifenoli, tocoferoli, alcoli alifatici e triterpenici, clorofilla e vitamine di vario tipo (A, D, E) che influiscono in maniera determinante sulle qualità organolettiche (colore, odore, sapore, acidità ), sugli aspetti merceologici e sulla conservazione dellâolio, ma anche â e soprattutto â sulle normali attività metaboliche e sullo stato di benessere dellâorganismo umano.
Le ricerche condotte, perciò, hanno dimostrato ampiamente come lâelevato grado di digeribilità e di assimilazione, unito al ricco patrimonio di sostanze qui sopra elencate, rendano lâolio una vera e proprio miniera di salute. Ciononostante, finora è stato meno âevidenteâ che fosse possibile sfruttare questo âveicolo buonoâ per trasportare altre sostanze benefiche, cioè che fosse possibile arricchire lâolio per renderlo più nutriente, senza modificarne il contenuto energetico. In termini tecnici, si tratta di un processo di âfortificazioneâ attraverso il quale nutrienti non energetici (sali minerali e/o vitamine) vengono aggiunti ad un alimento o ad un prodotto con lâintento di aumentare lâapporto di specifici nutrienti nella popolazione, quando siano state dimostrate condizioni di carenza nutrizionale.
Lâarricchimento dovrebbe, quindi, incrementare il contributo vitaminico senza determinare uno sbilanciamento della dieta e senza indurre nel consumatore la falsa credenza che la sola assunzione di alimenti possa essere sufficiente ad assicurare una dieta adeguata sotto il profilo nutrizionale.
Lâidea di potenziare un alimento già di per se stesso ricco nasce dalla considerazione fatta da un gruppo di studiosi che notò come, nellâambito delle patologie degenerative, fattori di rischio in grado di favorire il depauperamento della densità minerale dellâosso fossero la carenza di calcio e di vitamina D. Considerando, al contempo, la netta prevalenza di soggetti in età avanzata e lâinvecchiamento costante della popolazione europea, apparve chiaro che lâipotesi dellâarricchimento poteva costituire un'adeguata misura preventiva, poiché esistevano già diversi studi in merito che sostenevano lâutilità dâintegrazione mediante la supplementazione e la fortificazione alimentare.
Partendo dal presupposto che i dati a disposizione dei ricercatori confermavano lâalta incidenza del deficit di vitamina D nello sviluppo di osteoporosi e fratture osteoporotiche nei Paesi del Sud europeo, lâarricchimento dellâolio dâoliva con vitamine D3, K1, B6 (importanti nellâomeostasi del calcio e per la salute dellâosso) forniva la possibilità di verificare gli effetti biochimici e clinici che queste sostanze potevano avere proprio sullâassimilazione del calcio. A questo punto entrò in scena lâazienda Petrini, che offrì il suo olio biologico superiore come prodotto su cui effettuare lâarricchimento vitaminico.
Lo studio condotto sugli effetti dellâolio Petrini Plus coinvolgeva un gruppo di donne di età compresa tra 25 e i 45 anni che non facevano terapie farmacologiche in grado di interferire con lâomeostasi calcica, cioè con la deposizione di calcio allâinterno della matrice ossea e con il metabolismo della vitamina D.
Queste donne hanno accettato di condurre, sotto controllo medico, un regime dietetico di 1400 Kcal giornaliere studiato dalla Dott.ssa Arianna Vignini, dottore di ricerca in Fisiopatologia Clinica e Medicina Molecolare, Specialistista in Nutrizione Applicata; a tale regime nutritivo veniva aggiunta lâassunzione giornaliera di 20 ml (pari a 2 cucchiai da tavola) di olio dâoliva extravergine Petrini biologico per le prime 3 settimane e 20 ml di olio dâoliva extravergine Petrini Plus biologico, arricchito con le vitamine D3 (1,25-diidrossi-colecalciferolo), K1 ((2-metil-3-fitil-1,4-naftochinone) e B6 (piridossal-5-fosfato).
Lâindagine è stata suddivisa in tre fasi, la prima antecedente al trattamento nutrizionale, in cui i soggetti sono stati sottoposti ad un primo prelievo di sangue periferico; la seconda â durante la quale la dieta era caratterizzata dallâassunzione di olio biologico normale â in cui pure è stato effettuato un prelievo di sangue periferico; la terza fase, infine, cioè quella che prevedeva lâimpiego dellâolio Petrini Plus, caratterizzata, allo stesso modo, da un prelievo di sangue (sempre eseguito a digiuno a partire dalla mezzanotte precedente).
I dati che sono emersi dal confronto dei valori riscontrati durante i prelievi sono estremamente significativi, in quanto la supplementazione con vitamina K ha dimostrato un netto abbassamento dei livelli di osteocalcina, una sostanza che costituisce circa il 15% delle proteine non-collagene della matrice dell'osso, prodotta esclusivamente negli osteoblasti e nella relativa controparte dentale chiamata lâodontoblasto. In realtà , si tratta di una sostanza presente anche nel sangue che può essere dosata nella sua forma carbossilata e come osteocalcina sottocarbossilata, e molti studi clinici avevano già dimostrato che unâelevata incidenza di osteocalcina sottocarbossilata nel sangue si accompagna ad una diminuita densità dellâosso, misurata attraverso la tecnica della densitometria ossea, e ad una più alta incidenza di fratture spontanee.
Lâarricchimento di vitamina K effettuato sullâolio Petrini Plus è stato quindi in grado di abbassare i livelli di osteocalcina sottocarbossilata, migliorando la densità ossea e aumentando la resistenza alle fratture ossee. Nel corso dello studio è stato inoltre osservato che dopo lâassunzione costante di olio Petrini Plus si verificava addirittura una diminuzione del 44% dellâosteocalcina sottocarbossilata: un dato altamente indicativo del benefico effetto avuto da questo prodotto non solo sul metabolismo calcico dellâosso, ma anche nellâambito della più generale prevenzione delle malattie osteoporotiche.
Hanno partecipato allo studio: dott. A. Vignini; L. Nanetti, F. Raffaelli, M. DâAngelo, L. Tiano.
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