Salute

TESTE MOZZATE DA FAR RABBRIVIDIRE, OVVERO QUANDO IL MACABRO E' A SERVIZIO DEL BENE

Una nostra intervista a un medico che racconta alcuni aspetti che in molti ignorano. Esiste all'estero una cultura della donazione che non ci appartiene. L'esempio pratico in una foto di cui si sconsiglia la visione ai più sensibili. Non cliccate, nel caso

04 febbraio 2006 | Mena Aloia

Un po’ per scherzo un po’ per mettermi alla prova alcuni amici hanno pensato di farmi vedere alcune foto molto, ma molto, cruenti.
Iniziano con il mostrarmi il primo piano di una testa umana che di umano aveva ormai ben poco. Esco immediatamente dalla stanza, ma poi, non chiedetemi perché, rientro. Dentro di me reazioni contrastanti di ribrezzo, di curiosità, di voglia di chiudere gli occhi, di voglia di guardare.
Ora sullo schermo del computer c’è la foto che abbiamo deciso di pubblicare. Non posso certo immaginare la reazione di ognuno di voi nel guardarla, ma in me c’era tanta rabbia nel vedere tante teste private del loro corpo e così casualmente adagiate su un tavolo.
Sarà perché estranea al mondo della medicina, ma mi sembrava una totale mancanza di rispetto verso la vita e la morte. Quelle teste fino a qualche giorno prima parlavano, respiravano, pensavano, guardavano, ascoltavano ed ora erano trattate con tanta indifferenza, messe le une vicino alle altre fino a toccarsi.
Perchè succede tutto questo?



Sento la necessità di approfondire l’argomento. Lo devo a me stessa dopo essermi violentata con queste immagini
Intervisto il medico che ha fatto le foto. E’ un dentista romano, P.G., specializzato in chirurgia orale.
Dove è stata fatta la foto?
A Parigi dove è assolutamente legale fare didattica sui cadaveri. Del resto, in tanti paesi del mondo ciò avviene.
E’ davvero utile far pratica su un corpo umano senza vita?
Mi risponde che non è solo utile, è necessario. Il problema in Italia è che si consegnano al pubblico giovani che hanno solo studiato la chirurgia e c’è, quindi, un momento in cui dovranno passare dalla teoria alla pratica senza prima aver sperimentato.
Perché, allora in Italia non si fa didattica sui cadaveri?
In Italia non c’è la cultura della donazione del corpo.
E’ vero, mi dico, ogni corpo è stato donato ed è un bene considerarlo prima di scandalizzarsi per il loro utilizzo.
I corpi sono, dunque, donati dalla persona quando è in vita?
Si, in parte. Il corpo può essere donato anche dai familiari oppure sono corpi non reclamati da nessuno. Almeno questo è ciò che avviene in Francia.

L’intervista continua con una serie di domande da parte mia anche molto stupide, a volte retoriche che dimostrano tutta la mia ignoranza sull’argomento. Ad esempio, sono stata capace di chiedere se fosse possibile sostituire i corpi umani con dei manichini di plastica. La risposta non poteva che essere negativa, ma io avevo bisogno di sentirla perché era un modo per mettere a tacere la mia coscienza cristiana.
Forse il dottore intuisce il mio disagio e cerca con un esempio di farmi capire che quei corpi non sono un oggetto, ma uno strumento per poter vedere, toccare delle parti umane difficilmente raggiungibili in altro modo. L’utilità di questi studi è innegabile.
Io condivido pienamente, ma in mente ho sempre e solo quelle teste sul tavolo.
Perché tagliare le teste?
Mi accorgo solo ora che scrivo dell’assurdità della domanda.

Mi risponde che non ci sono tanti corpi disponibili e non si possono per questo sprecare. Così mentre un dentista lavora sulla testa, nella stanza accanto c’è qualche altro medico che lavora su una gamba, su un braccio, sul busto.
Mio Dio, esclamo, ma il rispetto per il corpo si perde totalmente?
No, è la risposta decisa, se una persona ha donato il suo corpo, il modo migliore per rispettarlo è utilizzarlo il più possibile. Donare il corpo ha la stessa importanza di donare gli organi. Non si può sprecare un così grande regalo.

Resto senza parole, è un’interpretazione a cui non sarei mai giunta da sola. Avrei ricordato questa foto solo come una delle più cruenti, brutte e incredibili immagini mai viste, ora, invece, più che le teste mozzate spero di ricordare dei medici al servizio del bene.