Salute

Gli oli di semi sono insalubri per friggere, meglio l'olio d'oliva

Sotto accusa sarebbero gli omega 6, ovvero gli acidi grassi polinsaturi. Dopo cotture ad alta temperatura con oli di semi i cibi conterrebbero quantità eccessive di aldeidi, composti chimici che sono stati associati a varie forme di cancro e a malattie neurodegenerative come l'Alzheimer. Meglio l'olio d'oliva

09 novembre 2015 | C. S.

 

Sia gli acidi grassi omega 3 sia quelli omega 6 sono utilissimi al nostro organismo. L'acido linoleico, un acido grasso omega 6, è considerato addirittura essenziale, ovvero non producibile dal nostro corpo a partire da altri composti.

Negli ultimi 150 anni, tuttavia, l'apporto di omega 6 è aumentato, mentre quello degli omega 3 è parallelamente diminuito, con l'aumento di malattie cardiache. E' infatti noto che solo un corretto rapporto di queste due categorie di acidi grassi è utile.

Che cosa succede quando si consumano troppi oli vegetali? Come ha spiegato il professore di neuroscienze, John Stein, dell’università di Oxford: “Gli acidi grassi Omega 6, presente in grande quantità negli oli vegetali, spingono fuori gli Omega 3, benefici per il cervello; per cui l’assunzione eccessiva e giornaliera di tali sostanze provoca danni cerebrali, come ad esempio la dislessia”.

Oltre a questo occorre anche considerare come questi composti vengono assunti. La frittura, per esempio, non sarebbe adatta agli acidi grassi polinsaturi, quindi gli oli di semi, che naturalmente contengono alte percentuali di questi tipi di acidi grassi non dovrebbero essere utilizzate per cotture ad alta temperatura.

La ragione è spiegata da uno studio britannico, pubblicato sul Daily Telegraph.

Gli oli di mais, girasole, palma e soia rilasciano aldeidi, composti chimici che sono stati associati a varie forme di cancro e a malattie neurodegenerative come l'Alzheimer.

Secondo Martin Grootveld, professore di chimica bioanalitica alla De Montfort University di Leicester, un piatto di fish and chips fritto in olio di semi contiene dalle 100 alle 200 volte più aldeidi della dose giornaliera raccomandata dall'Organizzazione mondiale della sanità.

Gli oli di semi, nelle conclusioni dei ricercatori, sono correlati con malattie cardiache, cancro, infiammazioni, ipertensione e problemi mentali. Per contro, sono numerose le prove che una dieta ricca di olio di oliva abbia ricadute positive sulla salute.

 

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