Salute
Cinque fitofarmaci finiscono sotto osservazione per l'induzione di cancro
L'International Agency for Research on Cancer ha inserito glifosate, malathion e diazinon nell'elenco 2A, come probabili cancerogeni per l'uomo, mentre parathion e tetrachlorvinphos vengono inseriti nel gruppo 2B, come possibili cancerogeni
02 aprile 2015 | R. T.
Nel marzo 2015, 17 esperti, tra cui l'italiana Chiara Scoccianti, da 11 paesi hanno discusso, in seno all'International Agency for Research on Cancer (Iarc) per decidere sulla possibile cancerogenicità di alcuni principi attivi utilizzati in agricoltura.
A essere messi sul banco degli imputati sono stati gli organofosfati: tetrachlorvinphos, parathion, malathion, diazinon e il glyphosate.In particolare glifosate, malathion e diazinon sono stati inseriti nella lista 2A, come probabili cancerogeni. Tetrachlorvinphos e parathion nel gruppo 2B come possibili cancerogeni.
Secondo l'analisi degli esperti dell'Iarc, durata tre anni, emerge una forte correlazione epidemiologica tra l’impiego del glifosate e il linfoma non-Hodgkin. Prima di questo riscontro l'utilizzo di questo fitofarmaco, come di altri, era risultato correlato a un aumento dei casi di leucemie infantili e malattie neurodegenerative, Parkinson in testa.Già nel 1985 l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente lo indicò come possibile cancerogeno umano, dopo averne testato gli effetti sui ratti e aver raccolto prove anche in Canada e in Svezia che ne associavano l’utilizzo all’insorgenza del linfoma non-Hodgkin. Nel 2013, invece, Monsanto ha richiesto ed ottenuto l’approvazione all’aumento delle soglie di tolleranza per il glifosate dalla stessa Agenzia per la protezione dell’ambiente americana.Non è solo una questione di possibile o probabile cancerogenicità, con correlazioni ricontrate tra il linfoma non-Hodgkin, i tumori della prostata  e il malathion ma anche del polmone col diazinon.Secondo lo Iarc, in base a test di laboratorio sugli animali, vi sarebbero prove solide sui danni al Dna causate dalle molecole inserite nel gruppo 2A. Se i fitofarmaci, indicati come probabili cancerogeni, sono utilizzabili in Italia e nell'Unione europea, così non è per tetrachlorvinphos e parathion, vietati in Europa ma utilizzati negli Stati Uniti.Dopo la diffusione del rapporto la Monsanto, suo il brevetto del glifosate, ha chiesto con forza all'Organizzazione mondiale della sanità, a cui fa capo lo Iarc, di ritirare il rapporto. “Non sappiamo come la Iarc possa essere giunta ad una conclusione così drammaticamente distante da quelle raggiunte da tutte le agenzie di regolamentazione nel mondo. L'Oms ha qualcosa da spiegare” ha commentato in un comunicato Philip Miller, vicepresidente di Monsanto. A rischio, se queste indicazioni venissero recepite dalle autorità, buona parte dei 15,9 miliardi di dollari fatturati dal colosso statunitense, che sono legati strettamente tanto al glifosate (Roundup il prodotto commerciale) quanto alle sementi da utilizzare in abbinamento con questo erbicida.
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